Si fa presto a dire sicurezza.
Sicurezza per chi e contro quali pericoli?
Sicurezza solo contro i rom che rubano, gli immigrati che stuprano le donne (prima gli italiani, diamine), contro il fascismo degli antifascisti (e vagli a spiegare il paradosso di Popper), contro gli spacciatori ..
Ma poi, leggendo qualche notizia che passano in sordina si scopre che ne esiste anche un'altra di sicurezza, che non è però non è "categorica e imperativa" come le prime: la sicurezza sul lavoro di cui ci si occupa solo dopo, dopo i casi di morte sul lavoro.
Interessante (in senso negativo) la storia della Lamina: 4 operai morti in una azienda metallurgica il 16 gennaio 2018, per la mancanza di un valido sistema di sicurezza.
Il processo contro il titolare si è concluso con un patteggiamento e col risarcimento delle famiglie delle vittime per 4,5 ml di euro.
Sono tanti soldi, ma sono solo soldi: quanto vale la vita di un uomo? - è la domanda d'obbligo in questi casi.
La sicurezza per questi operai, per le famiglie (e per le altre vittime sul lavoro) dove sta?
E la sicurezza per i cittadini di Taranto, per le famiglie che vivono vicino le raffinerie dell'Eni?
Avrà tempo per loro, il caro ministro della sicurezza interna?
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