24 maggio 2019

Lo sciopero per il clima

Fateci caso, alle persone ferme in macchina ai semafori, alle code.
Macchine semivuote, una massimo due persone nervose, pronte a scattare appena arriva il verde e a strombazzare se la persona davanti non si spiccia.

Qui a Milano il vero sport estremo è andare in bici per le vie della città: non solo per la qualità dell'aria, ma anche per l'assenza di una vera rete.
Certo, molto si sta facendo qui, per le bici, per limitare l'uso delle auto.
Ma molto rimane da fare se ci confrontiamo con altri paesi.

E lo stesso discorso vale per il trasporto pubblico in una regione, la Lombardia, considerata l'eccellenza: così eccellenza che molte persone, pur di non prendere treni affollati e scomodi, preferisce alzarsi all'alba e perdere ore della propria giornata in auto.






Cosa c'entra tutto questo? Oggi è la seconda giornata di sciopero sul clima, giornata che cade alla vigilia delle elezioni europee dove il tema dei cambiamenti climatici (e del trasporto pubblico e dell'eliminazione del traffico dalle strade ..) è stato ignorato, almeno dai partiti principali.
Siamo tutti con Greta ma ci teniamo le centrali a carbone, le auto per andare al lavoro, per spostarci di pochi chilometri.

E ai giovani che oggi scendono in piazza ridiamo pure in faccia perché si permettono di rinfacciarci l'egoismo con cui fino ad oggi abbiamo pensato solo a noi e non a quelli che erediteranno l'ambiente domani.

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