La questione Siri si arricchisce di un
nuovo capitolo, i suoi affari immobiliari che passano per una banca
di San Marino.
L'inchiesta, molto attesa, sulla TAV o
sul TAV.
Il primo caso di decesso legato ad una
protesi al seno.
Nell'anteprima un servizio di
Alessandra Borella sui cibi già pronti da mangiare ma che rischiano
di essere indigesti.
Cibo
in Maschera, di Alessandra Borella
Zuppe pronti, cibi precotti, dietro
hanno una preparazione industriale che non conosciamo: non solo non
saziano ma causano anche problemi alla nostra salute.
Sono i cibi ultraprocessati, un termine
che non conoscevo prima del servizio di Report: sono i cibi in cui
gli alimenti di base non si riconoscono più, anche se nelle
etichette è spiegato bene cosa sono, alla gente rimane impresso solo
che sono cibi veloci da preparare.
Una zuppa di asparagi con dentro solo
il 7% di prodotto, ma che contengono lo sciroppo di glucosio, dove
però batteri e muffe non attecchiscono.
Se il consumo di questi cibi aumenta,
si rischia la nostra salute con una incidenza del 10%: il fegato
soffre, il peso aumenta, le transaminasi crescono ..
Servirebbero ulteriori studi per capire
gli effetti di questi prodotti, ma sono costosi e nessun ricercatore
privato ha interesse a farli. Perché le aziende private hanno
interesse per la “palatalità”, il gusto del prodotto, non il
fatto che siano salutari.
Come anche le merendine per i bambini
che contengono emulsionanti, che sono di fatto dei saponi e, in
questi prodotti, servono a mescolare bene i sapori dei grassi.
Siamo i primi in Europa per obesità
infantile – proprio per il consumo delle merendine, che contengono
sale e zucchero in eccesso.
Sono cibi falsi – spiega un
nutrizionista – perché illudono l'intestino che sta arrivando del
cibo, ma non è vero.
Dovremmo educare i bambini e gli adulti
alla scelta del cibo, stringere i controlli su merendine e cibi
cotti: ma il nostro ministro che ha visto lo studio francese, ha
passato la palla ai suoi esperti.
La casa di Siri
A Salvini piace attaccare nei comizi
mafia e criminalità. Ma poi quando si parla dei suoi, è molto più
garantista: come sta succedendo con Siri, che dovrebbe essere
ascoltato subito dai pm, per l'inchiesta sulla legge che sarebbe
stata fatta ad hoc per l'imprenditore Nicastri.
“Non commento gli atti dei
magistrati” .. “voglio liberare la Sicilia dalla mafia”: certo,
tutto questo stona con lo scoprire che dietro Nicastri ci sarebbe
Messina Denaro.
Su Siri c'è poi la storia della casa
comprata a Bresso (qui trovate una anticipazione), costata 580mila euro attraverso una immobiliare
gestita da un candidato sindaco del partito di Siri.
Soldi che sono arrivati da una banca di
San Marino per un mutuo concesso forse con troppa facilità, visto
che Siri aveva dichiarato un reddito da 25mila euro nel 2017.
La TAV della discordia: Dentro al
Tunnel, di Giovanna Boursier
Giovanna Boursier è andata a vedere
qual è la situazione dei lavori nel tunnel del TAV in Val di Susa:
sul TAV si è registrato uno scontro tra i due alleati di governo,
Lega e 5 stelle, per uno scontro al momento rientrato e rimandato a
dopo le elezioni europee.
Il governo di fatto ha deciso di non
decidere, non ha bloccato i bandi, non ha bloccato i lavori: il
presidente Conte non è convinto dal progetto – queste le sue
parole durante la conferenza stampa.
Salvini e la Lega invece sono per i
lavoro su TAV, eolico e tutti i grandi cantieri.
Sono anni che si discute di questa
opera e nemmeno ora prenderemo una decisione: come siamo arrivati
dopo questo binario morto? IL 15 marzo sono stati pubblicati i bandi
per i lavori, si continua a scavare ancora adesso, non solo per i
sondaggi nel terreno, ma dopo le scintille di metà marzo è calato
il silenzio.
Giovanna Boursier è entrata nel
tunnel, per vedere e farci vedere i lavori: ad oggi sono stati
scavati 7,5 km per i treni più altri 5 km di tunnel accessori.
Se non completeremo i lavori,
servirebbe comunque fare dei lavori per la chiusura del buco: ad oggi
i lavori li sta facendo la TELT, metà francese metà FS, che avrà
in concessione il tunnel per 99 anni.
Ogni giorno la fresa, Federica,
sbriciola 20 metri di montagna al giorno, in un ambiente dove fa
caldo e si fa fatica a respirare.
Ad ogni metro di scavo, si mettono gli
anelli attorno al foro per rinforzare la struttura, ogni giorno, per
tutta la settimana.
I lavori dovrebbero finire nel 2016,
per completare i lavori mancano i lavori per i treni (come i binari):
si potrebbe partire nel 2030 coi primi treni, ma mancano ancora i
bandi.
Di Maio non vorrebbe fare nulla, Il TAV
non esiste – dice, mentre Salvini invece vorrebbe fermare nulla.
Il tunnel di base costerà circa 8,6
miliardi, di questi l'UE ne finanzierà il 40%, mentre il 35% è in
carico all'Italia e il rimanente 25% alla Francia.
Paghiamo di più dei francesi perché
loro devono fare altri 160 km per arrivare a Lione: dovranno spendere
di più per completare la loro parte.
Ma serve o no, la TAV Torino Lione?
Lione è una città che attira ogni
anno 7 ml di turisti, a due ore di treno da Parigi è anche uno snodo
commerciale importante con Parigi e Torino.
I primi progetti risalgono agli anni
90, in mezzo sono stati firmati trattati ed accordi con la Francia e
in Europa.
La Torino Lione dovrebbe far parte del
corridoio europeo: contro questo progetto hanno manifestato gli
abitanti della Val di Susa, per i costi alti, per il rischio presenza
di amianto nella roccia.
Il governo Berlusconi crea allora
l'osservatorio del TAV, di cui fa parte Virano, poi entrato nella
TELT. Ora all'osservatorio gli è succeduto Foietta, scaduto a
febbraio, senza essere riuscito a parlare né col premier né con
Conte.
Secondo Foietta non è possibile
rescindere dal contratto con la Francia per il TAV, sarebbe come
uscire dalla NATO: abbiamo firmato nel 1991 il trattato per
proteggere le Alpi (e incentivare il traporto su rotaia) e poi altri
trattati fino a quello del 2012 dove ci impegnavamo a spendere tutti
i soldi.
Non è stato coinvolto il territorio e
questo ha suscitato le proteste dei valsusini: così gli ultimi
governi hanno deciso di ridurre il tracciato, abbattere i costi,
ridurre il buco nella montagna.
Il TAV in Val di Susa costerebbe meno
delle nuove opere di AV tra Verona e Monaco e tra Brescia e Padova;
gli impatti per la Valle e per la montagna ci saranno, ma in base
all'analisi costi e benefici fatta dal ministro Toninelli dice che
l'opera non è conveniente.
L'analisi è stata fatta
dall'architetto Ponti e da altri professionisti, che hanno lavorato
anche per le autostrade, che ci perderebbero da questa opera: ma
Ponti nega assolutamente di essere stato No TAV, lui guarda solo i
numeri.
Lo Stato perderebbe soldi per il
mancato introito delle accise, questo un punto negativo dell'analisi
di Ponti: ma allora perché l'Europa ha finanziato quest'opera?
E come mai in Francia il rapporto costi
benefici ha dato risultati diversi? Macron non ha chiesto una sua
analisi ma ha ritenuto valide quelle dei suoi predecessori.
Il trattato a protezione delle Alpi,
per esempio, considera positivo che ci siano meno camion che
attraversano le Alpi per consegnare le merci.
L'attuale linea del Frejus è
sottoutilizzata, dicono i No TAV: ma molte merci usano il camion
perché non ci sono alternative e, se ci fosse una linea ad AV,
potrebbe aumentare il flusso delle merci.
Il tunnel tra Italia e Francia del
Frejus è lungo 13,5 chilometri ed è stato aperto nel 1871, tra
Modane e Bardonecchia.
E' una struttura vecchia pensata per
“vecchi” treni: due treni moderni assieme qui non passano nel
Frejus e infatti i treni viaggiano in senso alternato, tra i 70 e gli
80 km all'ora.
E' un'unica galleria per entrambi i
sensi di marcia, mentre oggi le norme europee ne prescrivono due:
poiché manca la galleria di sicurezza, se un treno si ferma in mezzo
alla galleria si devono seguire le indicazioni sui cartelli, scappate
a piedi per 6 km, scegliendo se andare verso l'Italia o la Francia.
Non è un sistema molto sicuro –
commenta Paolo
Foietta commissario dell'osservatorio Torino Lione.
Serviranno dunque altre risorse per
mettere in sicurezza il Frejus, o almeno togliere da questo tunnel le
merci pericolose.
A quanto ammonta la spesa per mettere
in sicurezza questo tunnel? Perché Italia e Francia non hanno speso
soldi per la sicurezza? Perché pensavano che sarebbe arrivata la
TAV?
E ora, dopo questo servizio, dove
Foietta ha parlato del rischio di un nuovo Morandi, chi si fiderà
più del Frejus?
Le obiezioni dei No TAV si basano sul
fatto che il trasporto merci su rotaia è sceso rispetto alle
previsioni degli anni passati, ma questo è dovuto al fatto che non
ci sono alternative.
Lo Stato dovrebbe sanzionare il
trasporto su gomma: in Svizzera hanno usato l'arma del referendum per
spingere alla realizzazione dei tunnel e togliere le merci dalle
strade.
In Svizzera anziché sull'AV hanno
puntato sull'alta capacità: treni meno veloci ma capienti e comodi.
Entro il 2020 completeranno tutta la
rete di tunnel per collegare la Svizzera con gli altri paesi
confinanti: prevedono che dopo il 2021 circa il 20-30% delle merci si
sposterà dalla strada alle rotaie e questo trasferimento sarà
pagato dallo Stato, con un investimento pubblico.
In Italia dovrebbe essere la Lega, anti
europea, ad essere contraria alla TAV, mentre il m5s che dovrebbe
essere verde, dovrebbe essere favorevole.
Mentre in Italia è difficile
intervistare ministri e dirigenti delle ferrovie, in Svizzera
concedono un'intervista in meno di mezz'ora: qui parlano di
referendum come forza della democrazia, di investimenti pubblici per
collegare il paese.
Ponti, di fronte a tutto questo, si è
inalberato: lui guarda i numeri e i numeri dicono che l'opera costa.
Meglio l'aereo, con le low cost che pagano salari bassi, che chiedono
contributi ai territori, che le merci possono andare con calma.
Chissà se Ponti ha messo tra i costi
anche gli incidenti stradali. Di sicuro non hanno fatto i conti sui
costi per bloccare l'opera, che rimane un'opera europea.
C'è il rischio che quella sul TAV sia
una battaglia ideologica, che offusca i nostri occhi. Rischiano di
arrovellarci su un buco, mentre il resto del mondo va sulla luna...
(il riferimento è al servizio sulla conquista dello spazio).
Riassumendo: l'attuale linea è
inutilizzata e non sicura, servirebbero 1,4 miliardi per metterla in
sicurezza (così dice l'ex parlamentare No TAV intervistata).
Nell'analisi costi benefici si è
tenuto conto del mancato incasso delle accise, ma non tiene conto
dei costi per non fare l'opera e del fatto che con una linea ad alta
capacità molte merci potrebbero essere spostate su rotaia.
Certo, la lobby degli autotrasportatori
non sarà felice di dover pagare più tasse per i camion e,
soprattutto, per completare questo corridoio da est ad ovest manca
ancora tutta la linea dalla Slovenia in poi.
La spesa che rimane da fare è di
diversi miliardi, in un paese dove ci sono ancora linee a binario
unico, linee non sicure (come quelle dei pendolari di Trenord dove il
mese passato è avvenuto l'incidente ad Inverigo).
Lo Stato deve decidere se credere o
meno in quest'opera: se non ci crede, deve metterci la faccia e però
poi mantenere le promesse fatte per i pendolari.
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