Report questa sera ritorna sul caso Siri e sulla casa comprata a Bresso, periferia milanese, con un mutuo da una banca sanmarinese, senza garanzie (pare).
Sul Fatto Quotidiano un'anticipazione a firma di Fabio Pavesi
La Banca Agricola Commerciale a S Marino |
Siri, il mutuo a San Marino e la società di Pini e GiorgettiStasera a Report - Nella banca che finanziò sulla fiducia l’ormai ex sottosegretario c’è un amico dell’ex senatore in affari col numero 2
Da Bresso a San Marino per ottenere un mutuo dalle mille anomalie. Un mutuo che non doveva né poteva essere erogato in assenza di garanzie sia reali che personale, come ha raccontato a Il Fatto nei giorni scorsi una fonte di alto livello della Banca Agricola Commerciale. E su quel mutuo da 585 mila euro, per l’acquisto di una palazzina di Bresso (Milano), concesso dalla banca di San Marino all’ormai ex sottosegretario Armando Siri torna stasera la trasmissione Report su Rai Tre che per prima aveva svelato la strana operazione finanziaria orchestrata tra la banca del Titano e un ex esponente di punta del governo italiano. Revocato dall’incarico dal presidente Conte per l’inchiesta che lo vede indagato per la presunta corruzione da parte di Paolo Arata per favorire con emendamenti gli incentivi ai produttori di eolico.
Nuovi particolari sul mutuo a là carte a favore di Siri emergono dal racconto di Report che ha appurato che già a dicembre del 2018 l’Aif, l’Agenzia di informazione finanziaria di San Marino, segnalò a Banca d’Italia l’anomalia di quel prestito. Ingente, a coprire l’intero valore dell’immobile e senza garanzie da parte di Siri. Non solo. Il mutuo che Report ha potuto visionare ha durata decennale con tre anni di preammortamento. Significa che per i primi anni si pagano solo gli interessi quindi rate basse, ma poi va restituito in pochissimi anni l’intero capitale. Il tutto senza garanzie per la banca che si espone al grande rischio che Siri non riesca a onorare le pesantissime rate di rimborso del capitale. Già ma come è arrivato Siri sul Monte Titano? Chi l’ha portato alla Banca Agricola Commerciale, lui reduce da un patteggiamento per bancarotta di una sua società la Mediatalia? E chi ha avuto ruolo nella concessione del prestito?
Nel suo viaggio inchiesta condotto da Claudia di Pasquale e Giulio Valesini, Report è approdato a Forlì da Gianluca Pini ex senatore leghista che ha importanti relazioni con le banche sanmarinesi. Proprio alla Banca Agricola Commerciale i suoi familiari hanno un vecchio conto. Pini, intervistato, rivela di avere buoni rapporti da anni con Emanuele Rossini, vicepresidente della banca, ma nega qualsiasi rapporto con Siri. E qualsiasi intervento sul mutuo. Anzi rincara la dose. Nessuna buona parola, anzi se Rossini me lo avesse chiesto avrei sconsigliato. Il costo del denaro per un cittadino italiano che fa un mutuo a San Marino è alto, c’è un’imposta di registro elevatissima.
Ma c’è un particolare che emerge e che lega altri protagonisti. Pini ha fondato nel giugno del 2018 una società, la Saints Group di cui è anche amministratore unico. Da statuto si occupa di sistemi informativi, software, telecontrollo e cyber security, capitale sociale 25 mila euro e potrà finanziarsi emettendo bond. Socio senza diritti di voto con il 32% delle quote è un nome importante della Lega, Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Giorgetti che si è dimesso dalla carica di Presidente della Cooperativa di Pescatori del Lago di Varese, appena insediato al governo, ritenendo ci fosse un “conflitto di interessi con la carica pubblica”, non ravvisa la stessa condizione in questo caso. Società privata in un settore delicato come quello dei sistemi informativi. Pini smorza, dice che la società non fa cyber security ma sta brevettando un’applicazione di parental control per i bambini. E Giorgetti stizzito risponde al giornalista “ma quale cyber security? Ma siete matti”. Tutto regolare quindi, anche perché, precisa Pini, Giorgetti ha solo quote societarie, non ha nessun ruolo operativo. Vero, ma c’è una questione di opportunità, rileva Sigfrido Ranucci. Perché Giorgetti ritiene vitale il conflitto d’interessi per una vecchia cooperativa di pescatori di cui ha 10 quote e non per una società che farà business in un settore più delicato?
L’uomo chiave della Lega presso i poteri forti è lo stesso che ha assunto come consulente esterno a Palazzo Chigi Federico Arata, uno dei due figli di Paolo Arata, il presunto corruttore di Armando Siri per gli incentivi sull’eolico. Quel Paolo Arata che avrebbe come socio occulto della sue società il re dell’eolico Vito Nicastri, considerato più che vicino a Matteo Messina Denaro. Saranno ovviamente coincidenze, fatti separati tra loro. Report li ha voluti mettere in fila. Siri che va a farsi fare un mutuo esorbitante a San Marino, lo concede una banca di cui è vicepresidente un amico di vecchia data dell’ex deputato leghista Gianluca Pini che fonda a sua volta una società con Giorgetti socio al 32%, il quale assume il figlio di Arata come consulente a palazzo Chigi. Tutto nel giro di pochi mesi. Sullo sfondo resta il ritratto dell’ex sottosegretario.
Siri come Zelig, l’uomo a tre dimensioni. C’è il Siri olistico e spiritualeggiante con il suo spazio Pin, il Siri politico che incanta Salvini con la sua flat tax; e il Siri imprenditore che lascia dietro di sé più di un fallimento. Oltre a Mediaitalia fondata con i soci Andrea Iannuzzi e Milan per cui ha patteggiato la bancarotta, c’è il fallimento nel 2009 della Mafea Comunication Srl, la società costituita dagli ex soci Iannuzzi e Milan nel 2006 che aveva rilevato contratti e beni senza pagarli dalla Mediaitalia fallita. Il tutto spostando nel paradiso fiscale del Delaware le società. E infine la liquidazione nel giugno 2018 della Mafea re Srl posseduta dai fratelli Milan e con Siri presente nel capitale con una piccolissima quota ma soprattutto amministratore unico dal 2005. Un filotto di società liquidate, bruciate senza più attivi e beni. Solo debiti. Quelli lasciati dietro di sé.
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