Prologo.
Qualche notizia sul passato dei personaggi, compresa la città, prima di entrare nella storia
Non si sa come Sarti Antonio sia arrivato a Bologna dalla montagna dove pare abbia avuto i natali. Forse lo ha trascinato la piena del Reno, come dicevano i bolognesi veri, quelli nati "satta al pur zil ed Bulagna", per i montanari approdati in città.
Sottotitolo di questo nuovo capitolo
della storia di Sarti Antonio, sergente di Polizia a Bologna, è
“un'indagine inedita di Sarti Antonio”.
Inedita perché scritta inizialmente
nel 1998 e terminata nel 2018 quando l'autore, Loriano Macchiavelli
ha finalmente trovato il finale giusto.
Un finale giusto per i tanti “delitti
senza castigo” di cui si parla in questo giallo ambientato a
Bologna negli anni successivi i delitti della Uno Bianca, le bombe
della mafia per la trattativa stato mafia, la fine della prima
repubblica...
Bologna che non è più l'isola felice
che si credeva, Bologna la dotta: la città delle torri e dei portici
che consentono riparo dal sole e dalla pioggia alle persone, ha una facciata pulita
ma nasconde anche un lato marcio con cui le persone come Sarti
Antonio devono affrontare tutti i giorni:
La fortuna di Bologna è che nessuno si prende la briga di scavare nel suo passato, nel suo presente o nel suo futuro. Nessuno, o quasi, va a rimescolare nei suoi rifiuti. Sarti Antonio, sergente, per il suo mestiere e controvoglia, è costretto a farlo.
Sarti Antonio, assieme all'agente
Felice Cantone sulla sua auto 28 sono alle prese con una serie di
episodi criminali, come nemmeno nella Chicago anni trenta
Ma non è finita: da un po' di tempo in qua, Bologna non ha niente ad invidiare alla Chicago degli anni che ruggivano.
Santi Antonio sono ancora dinanzi alla succursale della Cassa di Risparmio a tentare di capire qualcosa della rapina e dalla Centrale arriva un'altra richiesta d'intervento d'urgenza.
- Auto 28, auto 28, recarsi immediatamente ai Giardini Margherita, dove una ragazza è stata picchiata da alcuni teppisti. Auto 28, auto 28 ..
Non ci sono solo le rapine, che
rimangono senza castigo: c'è anche il pasticciaccio di piazza
Garganelli, due ragazzi giovani che sono stati uccisi da una sagoma
senza volto nel corso di una rapina
Il giovane avrebbe voluto gridare che non era armato, che aveva scherzato, che lui non aveva una pistola, che...Cadde sul pavimento del portico bagnato dalla nebbia.Lei fece solo tre passi e amen. Gli ultimi tre passi della sua vita, prima di cadere col viso sul pavimento e la schiena macchiata di sangue.Alla sagoma indistinta erano bastati due colpi.
C'è il pasticciaccio brutto di via dei
Mille, dove si trova l'appartamento di un regista ambiguo, che due
giovani promesse del calcio cercano di derubare, rimediando un colpo
di pistola in testa. Si chiamavano Poldo e Cinno e di loro non
rimarrà forse nemmeno il ricordo.
C'è un auto di una persona normale, o forse no, che salta per aria.
C'è infine un delitto senza castigo
(che però alla fine un castigo lo troverà, non in modo rispettoso
della legge) quando un uomo calvo, uscito da un'auto di lusso,
aggredisce Settepaltò mandandolo all'ospedale.
No, questo caso non si può archiviare:
assieme a Rosas decide di fare una sua indagine sul suo amico (che
gli aveva appena regalato un elmetto tedesco risalente alla seconda
guerra mondiale per ripararsi dalle radiazioni) per capire chi possa
averlo picchiato.
E l'indagine su questo uomo calvo lo
porta ad un altra storia che affonda nel passato, un altro delitto
senza castigo, una strage avvenuta al termine della seconda guerra
mondiale.
Quella che è passata alla Storia come
la battaglia di Casteldebole, poco fuori Bologna, quando i partigiani
della 63 esima brigata Garibaldi furono torturati e uccisi dalle SS
della sedicesima divisione “assassina”, bestie agli ordini di
quel maggiore Reder, pure graziato dal governo italiano nel 1985.
Ma procediamo con ordine: Sarti Antonio
scopre che assieme ad un altro personaggio alla Macchiavelli,
Quintale, Settepaltò aveva sgomberato un solaio in una villa antica
sui colli, di un imprenditore delle acque minerali, del cavaliere
Bastiani.
Tra la mercanzia recuperata, c'era
qualcosa che premeva molto al cavaliere Bastiani, che Sarti va a
trovare, prendendosi delle ferie, fin giù in Calabria a Cirò
Marina, in una trasferta che gli fa conoscere un mondo nuovo.
In trasferta
Non chiude occhio per tutta la notte. Gli ballano nel cervello immagini degli ultimi avvenimenti. Dai due fagotti sotto il portico dei Garganelli, alle foto di Cinno e Poldoha avuto davanti per tutto il turno e poi si è ortato in ufficio, sulla scrivania, fino a quando è smontato dal servizio.Gli torna il viso insanguinato di Settepaltò e quello triste della quindicenne.
Un mondo dove la giustizia si fa senza
passare da polizia e carabinieri.
Un mondo dove per una partita da
truccare si può rischiare la pelle.
Un mondo dove tutti sanno chi sei senza
nemmeno che ti presenti...
Non è che ottiene molto, giù a Cirò
Marina, se non rischiare la pelle per un rapimento abortito subito e
capire che il bandolo della matassa si trova proprio a Bologna.
Ancora una volta sarà Rosas ad
indicargli il filo che mette assieme tutti i pezzi della storia, per
farli incastrare assieme. Per arrivare alla verità sul pestaggio di
Settepaltò e per arrivare ad una verità ancora più dolorosa, su un
episodio della nostra resistenza avvenuto alla fine della seconda
guerra mondiale, a Casteldebole.
MA forse anche per questi delitti, di
cui Sarti è stato solo testimone e che ha dovuto archiviare,
arriverà una soluzione.
Perché i loro fascicoli sono finiti
sulla scrivania del vice ispettore Ugo Poli, il poliziotto col
bastone, “lo zoppo” che abbiamo incontrato già in un precedente
romanzo di Macchiavelli.
Un poliziotto che, non potendo usare le
sue gambe per il lavoro, cerca di usare il cervello per mettere
assieme tutti quei fatti, per trovare quei collegamenti che a
“questurini” come Sarti Antonio sfuggono.
Forse lui troverà anche per Cinno e
Poldo, anche per i due giovani morti in un amen in via Garganelli, il
colpevole. Ma solo per una sua soddisfazione personale, perché alla
fine l'archiviazione la farà lo stesso: “Mi chiedono di
archiviare? E io archivio..”
Il sito dell'autore Loriano
Macchiavelli
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