Immagine presa dal sito AlpiniGenova |
Nelle stesse ore a Sebekino, circa 770 km a nord ovest , si concluse la terrificante avanzata all'indietro degli alpini, in massima parte della Tridentina, e degli sbandati, in mezzo ai quali hanno marciato anche romeni, tedeschi, ungheresi. Trentamila anime disperate, che in quattordici giorni di rabbrividente avanzata all'indietro a -40 gradi hanno affrontato e superato undici combattimenti.Gariboldi accorre a riceverli, lo spinge pure il cuore di padre e ha la gioia di scorgere, tra i cenciosi il profilo del figlio Mario.Il generale domanda ad una penna nera: «Da dove venite?» «Da sempre» è la lapidaria risposta.S'immolano invece le Cuneense e la Julia che hanno raggiunto, secondo l'ultimo ordine ricevuto, Valujki. Ad attendere quel migliaio di sopravvissuti il VII corpo d'armata di cavalleria con i T34, l'artiglieria di campagna e il sostegno dei Mig. I pochi che la scampano vengono avviati verso una crudele prigionia.
Da Noi moriamo a Stalingrado, di Alfio Caruso
Oggi è il centenario della fondazione degli Alpini, credo che una pillola di memoria su cosa sia stata la guerra in Russia (e in questo caso la ritirata dal Don), sia importante.
In quella guerra, in quel massacro, gli alpini furono mandati da Mussolini, desideroso di prendersi anche lui un posto alla tavola dei vincitori contro la Russia.
Giusto per ricordare.
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