22 marzo 2006

Pietà per gli insonni di Jeffery Deaver

Leggendo altri libri di Deaver, ero abituato ad un altro stile: più veloce, con un ritmo sostenuto fin dalle prime pagine, suspence e colpi di scena che scardinano le idee che ti eri fatto durante la lettura.

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Pietà per gli insonni" ha, invece, uno ritmo molto lento: nonostante il fatto che la storia complessiva si svolge tutta nell'arco di una sola giornata, dal mattina alla notte, una notte dove sulla città di Ridgeton, nel New England, si sta per abbattere uno dei più violenti temporali della storia.

Storia che, con frequenti flashback dei personaggi, parte con la fuga di Michael Hrubek, una persona con disturbi di schizofrenia, condannato per omicidio, dal manicomio di Marsden. La polizia, e anche i medici dell'ospedale sono convinti che sia scappato per vendicarsi della donna che al processo per omicidio, ha testimoniato contro lui, Lis Atchinson.

Nella prima parte del libro Deaver traccia il quadro familiare di Lis, del marito Owen e della sorella Portia, con la quale aveva interorrotto i rapporti nel passato, giusto dopo l'omicidio nel parco di Indian Leap. Per il quale era stato condannato Michael. Nel frattempo si racconta della fuga di Micheal, che scappa dagli inseguitori, la polizia, cui si unisce un addestratore di cani, ex poliziotto, un medico dell'ospedale Kohler, convinto dell'innocenza di Micheal.

Ma Deaver non ha fretta di svelarci i perchè di quell'omicidio, quali segreti nascondono i personaggi e, soprattutto, perchè Micheal vuole raggiungere a tutti i costi, nella sua fuga, Lis.
In una caccia all'uomo, che diventa sempre più frenetica, l'autore, utilizzando la tecnica dei flashback, inizia a raccontarci pezzi del passato.
E mentre il cielo diventa sempre più scuro, rischiarato solo dalla luce dei lampi, l'intreccio diventa più chiaro, fino allo sconvolgente finale, dove si scopre che il male si nasconde laddove non ti aspetti.
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