30 marzo 2006

La sindrome dei balcani in TV

Ieri, nella puntata de "La squadra" si è parlato di un argomento tabù: dei militari italiani morti per "Sindrome dei balcani".

L'ispettore di polizia Guerra e un capitano che è stato in Bosnia dopo aver visto le immagini registrate della tramissione Report (andata in onda domenica 7 marzo 2004 ) commentano:

"- Una patria che ti abbandona quando muori, non è più una patria
- E' perchè l'avrebbero fatto?
- Per risparmiare qualche migliaio di euro di equipaggiamenti
"

Gli americani conoscevano i rischi dell'uranio impoverito dal 1992. Noi, ancora nel 1999 (governo D'Alema, ministro Carlo Scognamiglio), andavamo nelle aree contaminate con i guanti di lana.
Perchè faceva freddo.E i giubbotti in dotazione, dovevano lasciali lì, in Bosnia, per quelli che arrivavano dopo.
I vertici militari e politici italiani sapevano e hanno taciuto. Hanno falsificato i test, includendo nei campioni tutti i militari, anche quelli che non avevano subito l'esposizione all'uranio.
E tutto per cosa? Per soldi.

E qui non c'entra destra o sinistra:
MARCO MINNITI - Sottosegretario alla Difesa (2001)"Vorrei dire a Melis e a tutti quanti gli altri ragazzi, per quanto ci riguarda devono avere la tranquillità che non soltanto si faranno tutti quanti i controlli medici ma che anche coloro che hanno contratto delle patologie, per qualunque ragione, noi non li lasceremo mai soli." Velery Melis è morto il 12 febbraio scorso. Aveva atteso che lo Stato si prendesse cura di lui, della sua malattia e che gli riconoscesse un risarcimento. Nullo di tutto ciò è avvenuto ed per questo che sulla bara del caporalmaggiore Melis non c'era il suo cappello di alpino e il tricolore.

E, con l'attuale governo di centrodestra, l'esito della commisione del Senato aveva concluso:
"Non sono emersi elementi per affermare una responsabilità diretta dell'uranio impoverito" per le morti e le malattie che hanno colpito i militari italiani impegnati nei Balcani, ma sono state trovate "nanoparticelle che potrebbero essere state prodotte dall'esplosione dei proiettili".

Qui la differenza è essere assassini o non essere assassini.
Ricordiamolo ancora: 40 morti e 300 militari ammalati. L'ultimo si chiamava Fabio Senatore; aveva 24 anni ed era nato a Napoli.

Technorati: , ,

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo!
Questa è una vergogna che sta passando sotto silenzio...ti consiglio di andare su www.peacelink.it, lì ci trovi parecchie cose interessanti sull'argomento...

alduccio ha detto...

Sorprende che ad essersene dimenticati siano gli esponenti dell'attuale maggioranza.
Aldo