05 ottobre 2009

Presa diretta - la stangata

La stangata è quella che si prenderanno i contribuenti italiani, quelli di oggi e quelli di domani, per i costi dell'alta velocità in Italia.
"18 anni fa è stato presentato per la prima volta il progetto della Tav. Era prevista una spesa di 15 miliardi euro, quasi tutti da capitali privati. I politici dell’epoca, infatti, avevano promesso che l’opera si sarebbe in parte autofinanziata e che il 60 per cento dei quindici miliardi necessari alla sua realizzazione sarebbero arrivati da investitori. La realtà è stata ben diversa..."
Questo lo spot di Iacona della puntata: l'inchiesta dell'ex iena Sciortino è partita dalla TAV Milano Torino per cercare di capire a cosa sono dovuti i maggiori costi, i maggiori tempi della TAV.

I numeri: il tratto Milano Torino è costato 7,188 miliardi di euro (54 milioni al Km).
In Francia, la Parigi Strasburgo, nel 2007 è costata 4 miliardi di euro (12 milioni di euro al km).

Come mai? In Italia si è scelto il tracciato più costoso per la linea. Assieme alla Ferrovia sono stati fatti svincoli, sottopassi, todonde (12 ad Arluno). Strutture antirumore (forse per non disturbare le auto?).
Poi ci sono i "costi di penetrazione nelle città" agguingeva il dottor Moretti: un opera faraonica, rispetto a quanto hanno fatto all'estero, dove forse era più importante il treno e i trasporti. In Italia, la tesi emersa dal servizio, è stato prioritario spendere: far durare i lavori più a lungo, costruire il più possibile.

Questo è frutto di due anomalie italiane: la legge obiettivo, che consente carta bianca ai general contractor sui lavori senza poi assumersi alcuna responsabilità di gestione sull'opera.
Lo spiegava Ivan Cicconi, esperto di contratti e appalti per grandi opere.
General contractor (scelti senza gara anche dall'attuale governo Berlusconi) che hanno l'interesse ad allungare la catena di appaltatori e subappaltatori, facendo lievitare il prezzo.

Altra anomalia, la commistione di interessi nei lavori: come il caso di Marcellino Gavio (e della CAV.TO.MI.), che dalla Torino Milano ci ha guadagnato sia come costruttore (ha realizzato lavori su un tratto) sia come concessionario dell'autostrada.
E Gavio è anche azionista della Impregilo.
Dunque figura sia come controllore che come controllato.

Allo stato conviene? No, come emergerebbe dal rapporto del servizio vigilanza grandi opere.
Come emerge anche dalla relazione della Corte dei conti sulla Tav.
Le denunce non hanno avuto risonanza: come quelle della Cogefer, del geometra Santini.
"Dopo questa intervista mi allontanerò dalle grandi opere" raccontava.
I suoi lavori, di movimentazione terra, sono costati 18 milioni. Allo stato, alla fine della catena di contractor e appaltatori, sono costati 64 milioni.

La TAV ha anche causato danni ambientali. Nel Mugello, per le falde prosciugate dai lavori.
Lo stato spenderà altri 600 milioni di euro, per danni ambientali.
A Firenze, hanno deciso (perchè lo faceva già Bologna) di modificare il progetto per l'alta velocità, interrando la stazione. E facendo attraversare i binari della TAV (separati dagli altri) dentro la città.
Costi che sono aumentati, come i disagi per le persone che abitano accanto ai cantieri: i terremotati della TAV.
Costo del progetto? 1700 miliardi di euro. Costi evitabili, spiegava Marco Ponti del politecnico di Milano, non sta scritto da nessuna parte che si doveva procedere con la stazione sotteranea.

Altro punto discusso, da dove vengono i soldi per la TAV?
Dovevano essere dei privati, così spiegava la brochure del 1991.
Ma era solo un trucco del ministro di allora, Cirino Pomicino (ultimo governo Andreotti). Un trucco così come per il ponte: i soldi li cacceremo noi e le future generazioni, che sono già indebitate per 2 miliardi di euro/anno, per 30 anni.

Ci hanno guadagnato le banche, per i prestiti stipulati con lo stato. Stato che ha provato, nel 2002, a togliere dai bilanci, i debiti della TAV. Con la ISPA, una società finta privata.
Ma la commissione europea scoprì il trucco e costrinse l'Italia a pagare cash 12,5 miliardi di euro per ripianare i debiti della Ispa.
Nessun giornale ne parlò, racconta Ponti, eccetto il sole 24 ore con un trafiletto.
Per pagare i debiti, nel 2005 si arrivò a stipulare dei derivati con la Lehmann: anche questi sono stati criticati dalla Corte dei conti.

E intanto a Viareggio.
Secondo l' ex A.D. della TAV Ercole Incalza, dovremmo ringraziare il cielo per le opere fatte con la TAV.
Forse a Viareggio meritavano almeno la piccola opera: quel muretto per separare le case di Ponchielli dalla ferrovia. Muro che avrebbe contenuto la tragedia e salvato qualche vita.
Ma forse, deve aver pensato qualcuno, non ne valeva la pena di spendere i soldi per così poco. Meglio le opere faraoniche.

La batttaglia degli operai dell'Innse.
Dopo la protesta degli operai sui tetti (dopo 15 mesi di protesta civile che non aveva causato alcun effetto), qualche ministro e politico si è pure permesso di criticare quegli operai.
Non di certo il signor S.G., che dopo aver preso per 700000 euro l'azienda, anzichè rilanciarla come da accordi, la stava svendendo.

Nel film di Silvia Luzzi: si racconta "una settimana di resistenza: in una Milano deserta e sotto al cocente sole di agosto, 4 operai ed un sindacalista della FIOM si arrampicano su un carroponte per difendere il posto di lavoro e centinaia di persone si radunano fuori la fabbrica per sostenerli. "
Il sito di Presa Diretta.
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3 commenti:

Simone ha detto...

Attenzione alle cifre!
La TAV non può essere costata 7188 miliardi di euro (7.188.000.000.000)!
Correggere prego!

alduccio ha detto...

Mi è scappata la virgola .. con tutti questi miliardi!!
Grazie
Aldo

Anonimo ha detto...

anzi che ci sono stati imprenditori che hanno denunciato questi comportamenti fraudolenti, fossero tutti onesti come il geometra Santini!