04 ottobre 2009

L'Italia che frana

A Messina gli assassini hanno un nome e un cognome: i tanti (amministratori, costruttori, politici regionali e nazionali) che sapevano del rischio a costruire in zone a rischio frana, che han fatto finta di non vedere. Non voglio più vedere le lacrime di coccodrillo, dopo (come all'Aquila, come in Molise, come dopo Sarno ...). Dei tanti politici che dicono mai più.
E che poi promulgano leggi al grido di “cemento libero”. La vera e unica grande opera è oggi non il ponte sullo stretto, ma la messa in sicurezza del territorio. Degli italiani.

Non han forse visto i giornalisti e i politici la puntata di Presa Diretta che parlava delle costruzioni abusive a Reggio Calabria?
Altro che condoni e scudi.

Non mi è piaciuto vedere la reazione stizzita del presidente Napolitano al cittadino che gli chiedeva di non firmare. “Questo voi non lo sapete? Se mi dite non firmare, non significa niente ...”: ma non si dice sempre che la politica deve essere vicina alle persone?
E allora, le pare questo il modo di rispondere ad una lecita domanda?

Alcune notizie.
Il flop della sanatoria sulle badanti: previste 700000 domande, arrivate 296000 (le cifre sono sono certe). Gli immigrati, meglio se lavorano in nero.
Il comune di Fondi non si scioglie. Anzi si autoscioglie: così gli attuali amministratori possono pure ricandidarsi.

Le buone notizie.
Lo spettacolo teatrale su Fiorani si farà a Lodi. Anzi, Fiorani dovrà pure pagare le spese legali alla compagnia teatrale.
Il tribunale di Milano ha stabilito che Fininvest dovrà risarcire la Cir di De Benedetti di 750 milioni, per la vicenda della corruzione sul lodo Mondadori. Nel processo, Berlusconi era stato prosciolto per intervenuta prescrizione.
Fini ha rinunciato al lodo Alfano. Forse possiamo ancora sperare di tornare ad essere un paese normale.

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