13 ottobre 2009

A chi conviene la tregua?

Il depito pubblico alle stelle. Più di un mione di milioni...
L'età pensionabile deve alzarsi, altimenti non "assicurare prestazioni di importo adeguato a un numero crescente di pensionati ".
Parola di Mario Draghi.
Nel frattempo nel paese reale la gente perde il posto di lavoro e per continuare a campare è costretta ad arrangiarsi, se non a ricorrere alle varie mense.
Vogliamo parlare dei rischi idrogeologici?
Della cementificazione nel paese?
Della criminalità organizzata? Dell'evasione fiscale?
Ecco. Io penso che questi siano buoni motivi per cambiare classe politica e dunque per cambiare governo. Berlusconi dovrebbe dimettersi perchè incapace di risolvere i problemi degli italiani.
Non per la bocciatura del lodo. Non per le escort.
Da qui, la necessità di una critica politica.
Perchè allora tirare fuori, lo spauracchio dei '70, dei cattivi maestri, del clima di scontro come fa Gianpaolo Pansa sul corriere?
Dove sono le brigate Scalfari, le brigate Travaglio che, alla lettura degli editoriali de Il Fatto e della Repubblica, si lanciano nella violenza?
Si chiede una tregua.
Quali potrebbero essere le conseguenze, secondo lei, qualora la tregua non ci fosse?
«Il ritorno della violenza, anche a sinistra. È accaduto un fatto che mi ha colpito, pure se non ha "bucato" le cronache, che legittimamente si occupano di capire se Berlusconi starà o no in piedi e chi guiderà il disgraziatissimo Pd.
Alla fine di settembre è morto per infarto a Torino il magistrato Maurizio Laudi, un galantuomo, che aveva indagato su anarchici ed estremisti rossi. Il giorno dopo sui muri c'erano decine di scritte contro di lui. La Stampa ne ha pubblicato le foto: "Laudi è morto, un boia in meno". Un'oscenità. L'altro giorno a Pistoia c'è stata l'ennesima spedizione punitiva contro Casa Pound, l'associazione di destra, con tanto di scontri con la polizia…».
Chi attacca i magistrati un giorno si e un giorno pure?
Si parla degli attacchi a Casa Pound: e dei raid contro omosessuali e persone di colore a Roma?
Lasciamo perde le analisi storiche, pure sbagliate. L'Italia non è divisa in due: c'è anche l'Italia che sta a guardare e che aspetta solo che il optente di turno cada, per cambiare casacca e definirsi antifascista (come dopo la seconda guerra mondiale). Per definirsi dalla parte dei giudici, contro i ladri (come durante Tangentopoli).
Anche oggi, in tanti stanno solo ad aspettare che Silvio cada. Politicamente e per i motivi di cui sopra.
Non dobbiamo più farci la guerra? Bene, ma che questo non significhi starsene zitti.
Perchè non è falso affermare che le riforme su giustizia, su democrazia forte, non ricalchino un modello già visto nella nostra storia.

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