Dal libro di Attilio Bolzoni e Giuseppe D'Avanzo, le riflessioni del più famoso pentito di mafia Tommaso Buscetta, sulla mattanza dei corleonesi di Riina contro i palermitani: i Bontade, gli Inzerillo, i Badalamenti.
"La mattanza di Palermo non si spiega solo con la ferocia dei Corleonesi ... I Corleonesi sono sempre stati delle iene che hnno consumato gli altri come hanno consumato se stessi .. Ma questa ferocia non c'era prima .. assolutamente .. neanche da parte loro. Sono cose, quelle che stanno accadendo a Palermo, che vanno oltre il problema mafioso .. oltre Cosa Nostra .. oltre Totò Riina. Io ci vedo un'altra mano, l'ombra di un'Entità.. dietro accanto, sopra o sotto, da qualche parte, c'è quella stessa entità che si mosse per salvare Aldo Moro ..."
"Io ero carcerato, allora .. Bontade mi mandò a dire di avvicinare dei brigatisti per vedere se si poteva fare qualcosa .. Stefano insisteva e Pippo Calò resisteva. Gli amici politici di Stefano volevano Moro libero, gli amici politici di Calò lo volevano morto .. A un certo punto, Calò glielo disse pure: 'Stefano , non lo capisci che uomini politici di primo piano del tuo partito non vogliono salvare la testa a quello!'.
"Lì cominciano le cose strane, in quell'anno lì .. e continuano l'anno dopo. L'anno dopo, io ero ancora carcerato a Cuneo. Stefano mi mandò l'ambasciata di parlare con i terroristi. Se si ammazzava il generale Dalla Chiesa in qualsiasi posto d'Italia, i terroristi avrebbero accettato di rivendicare l'omicidio? E di fare il volantino? Questo dovevo chiedere. Io circuii un brigatista che era con me, uno importante perchè aveva partecipato al sequestro Moro. E gli dissi .. logicamente non facendo affermazioni, nello stile mafioso: 'Sarebbe bello uccidere il generale Dalla Chiesa perchè a voi da disturbo. Ma se qualcuno lo ammazzasse, il generale Dalla Chiesa, voi lo rivendicate?'
Quello mi rispose : 'Noi lo rivendichiamo solo se uno di noi partecipa'."
"Io mandai l'ambasciata indietro e il generale Dalla Chiesa rimase vivo .. Già, ma che interesse aveva Cosa Nostra a uccidere Dalla Chiesa, che aveva incarcerato solo terroristi e non aveva disturbato la mafia? Mah, Cosa Nostra non poteva avere nessun interesse. L'interesse era solo dell'Entità.. della stessa Entità che sempre in quell'anno, il 1979, chiese a Nino Salvo se si poteva uccidere a Roma un giornalista, un tale mino Pecorelli, che dava fastidio. Quello poi morì sparato e nessuno mi leva dalla testa che la morte di Pecorelli e la scannata di Dalla Chiesa sono la stessa cosa .. ".
"Pure Tano Badalamenti me lo disse: 'Pecorelli e Dalla Chiesa vanno a braccetto'. Tutti quegli anni furono un mischiarsi strano .. Era appena morto Percorelli, era appena morto quell'avvocato a Milano, come si chiamava? quello che stava addosso a Sindona .. Ambrosoli .. Qualcuno aveva chiesto di uccidere Dalla Chiesa e appare Sindona in Sicilia".
"Io penso: questo lo scannano, con tutti i soldi che ha fatto perdere a Cosa Nostra. E invece no .. Quando chiedo a Stefano Bontade che cosa è venuto a fare, quello mi risponde: 'E' venuto a dirci che lui voleva il separatismo e chiedeva una mano per il golpe ..'".
"Gli chiedo, a Bontade: 'E voi che avete risposto?'".
"Mi dice: 'Quello è pazzo, lo abbiamo preso a calci in culo ..'".
"Non glielo dissi, ma pensai: 'Minchia, e per prenderlo a calci in culo cinquanta giorni ci hanno messo?'".
"Stefano non mi raccontava sempre tutto .. diceva quello che voleva lui.. una cosa è la regola di dire la verità se si parla di Cosa Nostra, altra se si chiacchiera degli affari di famiglia .. Si vede che Sindona era un affare di famiglia. Io me lo posso immaginare quello che è successo al villino dei suoceri di Rosario Spatola, con una bella luce di settembre, all'ombra, nel giardino ...
Quelli, gli Inzerillo, gli Spatola, i Gambino, Stefano, stanno tutti attorno al banchiere .. e il banchiere parla parla .. Sa che, se non li convince, è un cadavere. Sa che, per tornarsene in America, o gli da i soldi, o gli da qualcos'altro. E visto che i soldi se li era persi, gli deve aver dato qualcos'altro... E che gli poteva dare in cambio uno come quello? I suoi segreti, gli poteva dare.".
"Ecco perchè se lo tengono a Palermo cinquanta giorni .. Altro che golpe, altro che calci in culo .. Quelli, Stefano, Totuccio, don Saro, se lo sono spolpati ben bene e quando non aveva più nulla da dire lo hanno rimandato in America. E nelle loro mani è rimasto un bel cofano di ricatti .."
"Povero Stefano mio, a un certo punto i segreti di Sindona sono diventati piume in confronto ai suoi".
"Già, Sindona era uno che la sapeva lunga sulle Entità politiche di Roma e se poi, tra quelle, c'era anche l'entità che gli aveva chiesto di far sparire Pecorelli e Dalla Chiesa, quell'entità era nelle mani di Stefano .. Chi lo sa che ha combinato Stefano? Mica mi stranizzo se, a un certo momento, dopo avere fatto favori ha cominciato anche a chiederne .. magari dicendo e non dicendo, con uno stile mafioso .. E quell'Entità ha capito che era completamente nelle sue mani, che non poteva dire di no, nemmeno se pensava di dire di no perchè Stefano sapeva di quelle cose, ormai lo prendeva e lo shiacciava come uno scarafaggio".
"Stefano deve aver creduto di avere tutto in mano e invece eccoci qua .. l'Entità si deve essere organizzata e, perchè, no, magari con quel fango di Calò .. Come se avesse cambiato parrocchia .. Ha fatto capire a Calò, ai suoi amici di Corleone, a Ciancimino, a Salvino Lima, ai Salvo, che era sì amico di Stefano, ma poteva essere amico anche di altri.. e che se Stefano avesse fatto una brutta fine .. si poteva essere ancora più amici, si poteva essere una cosa sola. E quelli lo stanno accontentando alla maniera Corleonese, scannando, dopo Stefano, tutti i bontade e, dopo Totuccio, tutti gli Inzerillo e i Di Maggio .. Testimoni, i corleonesi, non ne lasciano mai. L'entità può starne sicura."
Il capo dei capi, pagine 167-170.
Lo Stefano di cui parla Buscetta e Stefano Bontade, l'entità di cui all'inizio non fa il nome, nemmeno con Falcone, è Giulio Andreotti.
Technorati: Attilio Bolzoni , Giuseppe D'Avanzo
Il link per ordinare il libro su ibs.
"La mattanza di Palermo non si spiega solo con la ferocia dei Corleonesi ... I Corleonesi sono sempre stati delle iene che hnno consumato gli altri come hanno consumato se stessi .. Ma questa ferocia non c'era prima .. assolutamente .. neanche da parte loro. Sono cose, quelle che stanno accadendo a Palermo, che vanno oltre il problema mafioso .. oltre Cosa Nostra .. oltre Totò Riina. Io ci vedo un'altra mano, l'ombra di un'Entità.. dietro accanto, sopra o sotto, da qualche parte, c'è quella stessa entità che si mosse per salvare Aldo Moro ..."
"Io ero carcerato, allora .. Bontade mi mandò a dire di avvicinare dei brigatisti per vedere se si poteva fare qualcosa .. Stefano insisteva e Pippo Calò resisteva. Gli amici politici di Stefano volevano Moro libero, gli amici politici di Calò lo volevano morto .. A un certo punto, Calò glielo disse pure: 'Stefano , non lo capisci che uomini politici di primo piano del tuo partito non vogliono salvare la testa a quello!'.
"Lì cominciano le cose strane, in quell'anno lì .. e continuano l'anno dopo. L'anno dopo, io ero ancora carcerato a Cuneo. Stefano mi mandò l'ambasciata di parlare con i terroristi. Se si ammazzava il generale Dalla Chiesa in qualsiasi posto d'Italia, i terroristi avrebbero accettato di rivendicare l'omicidio? E di fare il volantino? Questo dovevo chiedere. Io circuii un brigatista che era con me, uno importante perchè aveva partecipato al sequestro Moro. E gli dissi .. logicamente non facendo affermazioni, nello stile mafioso: 'Sarebbe bello uccidere il generale Dalla Chiesa perchè a voi da disturbo. Ma se qualcuno lo ammazzasse, il generale Dalla Chiesa, voi lo rivendicate?'
Quello mi rispose : 'Noi lo rivendichiamo solo se uno di noi partecipa'."
"Io mandai l'ambasciata indietro e il generale Dalla Chiesa rimase vivo .. Già, ma che interesse aveva Cosa Nostra a uccidere Dalla Chiesa, che aveva incarcerato solo terroristi e non aveva disturbato la mafia? Mah, Cosa Nostra non poteva avere nessun interesse. L'interesse era solo dell'Entità.. della stessa Entità che sempre in quell'anno, il 1979, chiese a Nino Salvo se si poteva uccidere a Roma un giornalista, un tale mino Pecorelli, che dava fastidio. Quello poi morì sparato e nessuno mi leva dalla testa che la morte di Pecorelli e la scannata di Dalla Chiesa sono la stessa cosa .. ".
"Pure Tano Badalamenti me lo disse: 'Pecorelli e Dalla Chiesa vanno a braccetto'. Tutti quegli anni furono un mischiarsi strano .. Era appena morto Percorelli, era appena morto quell'avvocato a Milano, come si chiamava? quello che stava addosso a Sindona .. Ambrosoli .. Qualcuno aveva chiesto di uccidere Dalla Chiesa e appare Sindona in Sicilia".
"Io penso: questo lo scannano, con tutti i soldi che ha fatto perdere a Cosa Nostra. E invece no .. Quando chiedo a Stefano Bontade che cosa è venuto a fare, quello mi risponde: 'E' venuto a dirci che lui voleva il separatismo e chiedeva una mano per il golpe ..'".
"Gli chiedo, a Bontade: 'E voi che avete risposto?'".
"Mi dice: 'Quello è pazzo, lo abbiamo preso a calci in culo ..'".
"Non glielo dissi, ma pensai: 'Minchia, e per prenderlo a calci in culo cinquanta giorni ci hanno messo?'".
"Stefano non mi raccontava sempre tutto .. diceva quello che voleva lui.. una cosa è la regola di dire la verità se si parla di Cosa Nostra, altra se si chiacchiera degli affari di famiglia .. Si vede che Sindona era un affare di famiglia. Io me lo posso immaginare quello che è successo al villino dei suoceri di Rosario Spatola, con una bella luce di settembre, all'ombra, nel giardino ...
Quelli, gli Inzerillo, gli Spatola, i Gambino, Stefano, stanno tutti attorno al banchiere .. e il banchiere parla parla .. Sa che, se non li convince, è un cadavere. Sa che, per tornarsene in America, o gli da i soldi, o gli da qualcos'altro. E visto che i soldi se li era persi, gli deve aver dato qualcos'altro... E che gli poteva dare in cambio uno come quello? I suoi segreti, gli poteva dare.".
"Ecco perchè se lo tengono a Palermo cinquanta giorni .. Altro che golpe, altro che calci in culo .. Quelli, Stefano, Totuccio, don Saro, se lo sono spolpati ben bene e quando non aveva più nulla da dire lo hanno rimandato in America. E nelle loro mani è rimasto un bel cofano di ricatti .."
"Povero Stefano mio, a un certo punto i segreti di Sindona sono diventati piume in confronto ai suoi".
"Già, Sindona era uno che la sapeva lunga sulle Entità politiche di Roma e se poi, tra quelle, c'era anche l'entità che gli aveva chiesto di far sparire Pecorelli e Dalla Chiesa, quell'entità era nelle mani di Stefano .. Chi lo sa che ha combinato Stefano? Mica mi stranizzo se, a un certo momento, dopo avere fatto favori ha cominciato anche a chiederne .. magari dicendo e non dicendo, con uno stile mafioso .. E quell'Entità ha capito che era completamente nelle sue mani, che non poteva dire di no, nemmeno se pensava di dire di no perchè Stefano sapeva di quelle cose, ormai lo prendeva e lo shiacciava come uno scarafaggio".
"Stefano deve aver creduto di avere tutto in mano e invece eccoci qua .. l'Entità si deve essere organizzata e, perchè, no, magari con quel fango di Calò .. Come se avesse cambiato parrocchia .. Ha fatto capire a Calò, ai suoi amici di Corleone, a Ciancimino, a Salvino Lima, ai Salvo, che era sì amico di Stefano, ma poteva essere amico anche di altri.. e che se Stefano avesse fatto una brutta fine .. si poteva essere ancora più amici, si poteva essere una cosa sola. E quelli lo stanno accontentando alla maniera Corleonese, scannando, dopo Stefano, tutti i bontade e, dopo Totuccio, tutti gli Inzerillo e i Di Maggio .. Testimoni, i corleonesi, non ne lasciano mai. L'entità può starne sicura."
Il capo dei capi, pagine 167-170.
Lo Stefano di cui parla Buscetta e Stefano Bontade, l'entità di cui all'inizio non fa il nome, nemmeno con Falcone, è Giulio Andreotti.
Technorati: Attilio Bolzoni , Giuseppe D'Avanzo
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