21 luglio 2011

Panico sul Titanic

Le reazioni nel palazzo del Titanic (dall'articolo di Cazzullo) dopo lInserisci linka votazione sull'autorizzazione all'arresto di Papa

Alfonso Papa - «l'altra notte ho dovuto dire ai miei due bambini, dieci e dodici anni, che questo week end forse il papà non tornerà a casa» -, schizza via e si chiude nella stanza riservata al premier, Papa si aggrappa a Renatone Farina - «portami lontano di qui»
-, e le deputate del Pdl sono percorse da un'onda di panico. Come ai funerali in cui ognuno piange la propria morte, anche qui si presagisce una fine.

Provi a pensare a quanti escono di casa, e non ci tornano più: schiacciati dentro i macchinari, intossicati dentro le vasche ...

«È finita!» dice infatti Viviana Beccalossi. Mai vista la Santanché così scossa. Maria Rosaria Rossi, l'organizzatrice delle feste romane dell'estate scorsa, piange con le lacrime, le mettono occhiali scuri. Anna La Rosa, che è qui come giornalista: «Sono terrorizzata, mi sento come nel '93, stanno rifacendo quello che hanno fatto a Bettino!». Anna Maria Bernini barcolla: «È andata male, molto male». Quando poi Gabriella Carlucci annuncia la notizia del Senato - «Tedesco del Pd è stato salvato dall'arresto con i nostri voti!» -, la paura si muta in rabbia. «Adesso finiranno in galera tutti!» dice Osvaldo Napoli, vicinissimo al premier. Tutti, anche Milanese? «Anche Milanese!».
E Stracquadanio: «Berlusconi ringrazi Feltri e Belpietro. Sono loro che hanno agitato la polemica sulla casta, hanno spaventato i leghisti, hanno messo i nostri elettori contro di noi». A quel punto tutti si ricordano della Lega. «Sono stati i leghisti!». «No, sono stati i maroniani!». «Maroni ha già l'accordo con D'Alema per il governo tecnico».
«È la fine anche per Bossi, i suoi hanno votato in difesa di Papa, avete visto invece Maroni?». Il ministro dell'Interno in effetti ha votato platealmente con il solo dito indice della mano sinistra, come tutto il Pd, per mostrare a fotografi e telecamere che lui poteva pigiare solo il tasto del sì all'arresto. Dice un altro berlusconiano di aver visto leghisti fotografarsi con il telefonino mentre votavano contro Papa, e poi mandare l'immagine ai sostenitori, come a dire: «Io con la casta non c'entro nulla».

Nel 1993 l'Italia richiava il crac proprio per quella classe dirigente di Craxi, Forlani e Andreotti. Pensassero a quegli italiani che hanno dovuto pagarla due volte, quella classe dirigente di ladri: prima con i servizi pubblici finiti in mazzette, poi con la manovra lacrime e sangue di Amato.
E, giusto per chiarire: cosa diceva B. dell'alleato leghista? Che il fedele Bossi non tradiva ..

Poi parla Mannino, racconta la sua sofferenza personale, condanna l'abuso del carcere preventivo, «secondo solo alla tortura».

Ma l'abuso vale solo per i politici come Mannino (che comunque ha frequentato mafiosi) o per tutte le persone (immigrati compresi)?

Paniz, dopo aver sostenuto che Berlusconi poteva davvero pensare che Ruby fosse la nipote di Mubarak, ieri ha superato se stesso. «Chi vuole Papa in carcere non vuole che la legge sia uguale per tutti; vuole che i parlamentari siano meno uguali degli altri».

Il rivesciamento della realtà. Quando sei proprio oltre la frutta ...

Cicchitto furibondo fa una tirata contro il giacobinismo «che tante vittime ha mietuto nel secolo scorso», con il Pdl in piedi che lo acclama freneticamente.

E le vittime dell'amianto? Le morti bianche? I suicidi in carcere?

Paniz lancia una maledizione tipo fra' Cristoforo: «Verrà un giorno in cui tanti di coloro che stasera si rallegrano proveranno l'amaro sapore del rimorso».

Verrà un giorno in cui si potrà dire: c'era una volta la casta. Putroppo il giorno non è vicino.

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