Immaginate se l'architetto, che vi ha fatto tirar giù la casa perché il progetto originale non andava bene, ve la fatta riprogettare, vi dicesse: ora dovete aspettare altri venti anni prima di entrarci dentro.
Come, dopo tutti questi sforzi ..
Non so se la metafora edile è quella giusta, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente, dopo l'uscita del FMI (serviranno altri vent'anni per il ritorno all'occupazione pre crisi).
A babbo morto potremo dire, ecco la cura della Troika a base di rigore, norme dogmatiche, taglio della spesa sociale, taglio delle tutele dei ceti deboli .. ha funzionato.
Cosa ce ne facciamo di economisti come questi, allora?
Tutti sti sforzi per vedere, forse, la luce tra una generazione?
Ritorno a quanto ho già scritto settimane fa: di fronte a questa crisi non esistono regole o teorie buone. Non sta scritto da nessuna parte che la flessibilità e l'assenza di tutele crei posti di lavoro.
Che il deficit sia negativo a prescindere.
Che bisogna togliere di mezzo i servizi pubblici a favore del privato.
Che la strada delle riforme sia quella giusta.
FMI non tiene conto delle riforme fatte, rispondono al mef ... Ovvero il decreto Poletti per rendere più semplice il passaggio da tempo indeterminato a tempo indeterminato.
Gli sgravi fiscali sui nuovi contratti, quelli che rendono più semplice il licenziamento e poi, quando finiranno i soldi vedremo.
Dei tagli lineari alla sanità.
Ne riparliamo tra vent'anni.
C'è tempo no?
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