"normalizzare pienamente i metodi con le istituzioni, incluso il necessario lavoro sul campo, per migliorare l’implementazione e il monitoraggio del programma".
E' il sintomo della sfiducia della Germania (e degli altri paesi del nord) nei confronti del (fu) governo Syriza.
I giornali tedeschi (ma anche quelli italiani) scrivono dei 80-85 miliardi di euro alla Grecia: sono soldi che solo in parte finiranno ai greci.
Così come solo il 10% dei crediti concessi finora per il salvataggio sono finiti alle persone (dal rapporto preliminare del Comitato di verità sul debito greco): il resto è finito a banche (per ridurre l'esposizione al debito) e ai creditori per gli interessi sui prestiti.
Ora, in cambio di questi aiuti, alla Grecia sono state chieste le famose "riforme": il codice civile, le norme sui licenziamenti collettivi, l'aumento dell'IVA, aumento della tassazione, qualche taglio sulle pensioni, le clausole di salvaguardia (come in Italia), nuove norme sul salvataggio delle banche.
Non trovo, in questo pacchetto di riforme, un vero taglio alle spese militari (il prezzo che Tsipras ha pagato agli alleati di destra) né riforme vere in cui si parla di lotta all'evasione.
Finché non si faranno pagare le tasse a tutti (anche con una patrimoniale), armatori compresi, non ci sarà giustizia sociale. E questo anche per colpa dell'attuale governo.
Pagheranno sempre i soliti, i tanto denigrati pensionati e i dipendenti pubblici, dimenticandosi che in Grecia la pensione spesso è l'unica forma di welfare.
In questo articolo si smontano le bufale sulla Grecia che abbiamo sentito in questi giorni: la spesa per le pensioni, l'età pensionabile, le riforme strutturali.
Lo sapete che la Grecia che viveva nel bengodi ha tagliato in questi anni il 10% della spesa pubblica?
Che nel 2009 il totale dei dipendenti pubblici era di 907.351 unità mentre nel 2014 si è scesi a 651.717: 255.634 dipendenti in meno in cinque anni (qualcosa come il 25% in meno).
Chi ha in mano il debito greco |
Il calo del deficit greco: dal 15,6% nel 2009 al -1,4% nel 2015 |
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