“Undicesimo, non tradire”
Milano dicembre 1992L'uomo con l'impermeabile, dall'interno dell'abitacolo, osserva i palazzi tutt'intorno. Non ci ha ancora fatto l'abitudine. Non a quella cittàGli piacciono quelle insegne.Non lo ha mai confessato a nessuno ma quelle scritte luminose, neon, led e cartelloni pubblicitari, gli mettono i brividi.Le luminarie natalizie, nella piazza intorno alla stazione Centrale, si confondono con le insegne.Toshiba, Generali, Maxell.Milano è la sua città, la città che lo ha allevato, che gli ha dato la possibilità di farsi una posizione, un nome.Se nel corso degli anni è diventato qualcuno, se oggi può girare a testa alta, lo deve a quella città.Una vecchia baldracca, a sentire qualcuno. Ma per lui è tutto.Persino lì, in quell'angolo di mondo dove di notte si danno convegno spacciatori, prostitute e barboni, la città ha un suo fascino.Perché per capire Milano bisogna viverla d'inverno, pensa l'uomo.
Un incidente sulla
strada tra Como e Cernobbio in cui rimane ferito un signore,
Giampiero Colombo .
Un incidente che
forse non è un incidente: diversi testimoni hanno sentito degli
spari prima del botto e visto due motociclisti che seguivano l'auto e
che si sono fermati a cercare qualcosa dentro la macchina
accartocciata sulla cancellata di Villa Pizzo, vicino Cernobbio.
Cosa cercavano,
perché hanno inseguito l'uomo?
E poi, quell'auto
.. l'uomo guidava un'auto strana, vecchia di anni ma pulita e in
ordine come se fosse stata tenuta ferma per anni. Intestata ad una
signora anziana. E forse quell'uomo non si chiama veramente Colombo,
perché i suoi documenti erano falsi.
Forse quel signore è più di quel che sembra, e questo i poliziotti lo scopriranno poi: dietro l'apparenza di un signore qualunque, con anni di barista alle spalle, c'è un omicida uscito da poco dal carcere per un omicidio avvenuto nel lontano 1992.
Forse quel signore è più di quel che sembra, e questo i poliziotti lo scopriranno poi: dietro l'apparenza di un signore qualunque, con anni di barista alle spalle, c'è un omicida uscito da poco dal carcere per un omicidio avvenuto nel lontano 1992.
Cosa lega assieme
un omicidio avvenuto alla stazione centrale di Milano nel 1992, con
un incidente che forse non è solo un incidente, vicino Cernobbio?
Chi è veramente la
persona ferita, che in realtà si chiama Angelo Vallesi, e che ora
non può più parlare perché finito in coma?
Tutte domande a cui
deve dare una risposta il commissario Stefania Valenti, della
Questura di Como, assieme ai suoi collaboratori Piras e Lucchesi.
Si fa fatica a
prendere il libro in questo libro scritto a quattro mani dalla coppia
Giovanni Cocco e Amneris Magella: perché la storia viene
raccontata alternando dei continui flash back tra il passato remoto
(i primi anni '90), il passato recente e il presente.
Perché tutti i
protagonisti di questo noir sono gettati dentro la storia, senza
nessuna presentazione, come pezzi di un puzzle, di cui il lettore
deve trovare gli incastri giusti.
L'avvocato, il
faccendiere, il giocatore, l'assessore ...
“Milano, che è sempre Milano, una magnifica battona agghindata a festa per il carnevale, e quel carnevale per loro si chiama Expo”.
Il commissario Valenti intuisce, per
tutte le cose che non tornano, che dietro l'incidente, provocato, ci
sia qualcosa di grosso. Vallesi aveva con se qualcosa che i due
motociclisti cercavano e che non è detto abbiano trovato.
Qualcosa che riguarda il suo passato,
di gestore di un locale famoso nella Milano degli anni '80: anche la
persona che ha ucciso, anni prima, non era un uomo qualunque. Era in
dirigente della polizia, con compiti delicati dentro il Viminale.
E quelle ultime parole, sussurrate alla
ragazza che l'ha soccorso, che portano alla ex compagna …
“Omicidio alla stazione centrale”
si muove tra Como (il lungolago con la vergogna del muro dei
lavori, Brunate, i paesini sul lago), Milano e la Svizzera. La
Svizzera delle banche e dei conti segreti, quelli dove depositare
soldi o materiale compromettente. Che se venisse reso pubblico ..
Parlando con la moglie e ricostruendo i
fatti, Stefania Valenti ricostruisce la storia di Angelo, del suo
locale, dell'apice della sua fortuna, negli anni della Milano da
bere:
“In fondo Milano a quei tempi era una città che offriva a tutti una chance. Bastava avere un'idea e tanta buona determinazione. Il resto lo avrebbe fatto la felice congiuntura economica della prima metà degli anni Ottanta.
Sotto la guida di Angelo, nei primi anni della sua gestione, il Metropolis aveva cambiato pelle.Angelo aveva trasformato un locale sconosciuto in uno dei locali più ambiti dalla Milano notturna”.
Fortuna che però, ad un certo punto,
gli ha voltato le spalle. O forse no, forse è stato qualcuno che
frequentava quel locale che gli ha voltato le spalle, che lo ha
tradito:
“Gli uomini tradiscono per passione o per gelosia, per viltà o per paura, per denaro o per brama di potere.L'uomo che sta per uscire dalla porta automatica ha tradito per convenienza.E l'uomo che lo attende ha deciso che è arrivato il momento di presentare il conto”.
L'incidente, l'omicidio, il Metropolis,
sono solo la punta di un iceberg di una storia molto più grande che
racconta di corruzione, di segreti e ricatti usati per scalare il
potere, di avidità e tradimento, di appalti pilotati e speculazioni
immobiliari, di avvocati, faccendieri, uomini politici partiti da
lontano, rimasti sempre un passo indietro.
Una storia che parte da Milano e arriva
fino in Svizzera e torna alla Milano di oggi, quella di Expo e dei
tanti appetiti immobiliari che ha risvegliato:
“E così, verso la una di quella serata,l'assessore e Cavallero aveva parlato per la prima volta dell'idea. Il nome Progetto era venuto fuori quasi subito. Si trattava, in poche parole, di immaginare una delle zone residenziali più esclusive di tutto il paese, una specie di cittadella con grattacieli e giardini a pochi passi dalla zona in cui sarebbe sorto il cantiere dell'Expo. Un investimento iniziale importante, che però avrebbe mosso cifre ancora più importanti, con margini di guadagno notevoli. Per tutti. A condizione che il favore venisse lautamente ripagato”.
Anche se sono
passati vent'anni, queste persone, capaci di perpetuare il loro
potere nonostante le stagioni passate, sono ancora pericolose e
Stefania Valenti dovrà stare attenta a giocare le sue carte, per
capire dove arrivare e dove fermarsi.
“Omicidio alla
stazione centrale” è il secondo romanzo scritto dalla coppia
Cocco & Magella: è un noir scritto con stile veloce ma attento
alla descrizione dei luoghi dove si svolge la storia. La città di
Como, il lago, i paesini che vi si affacciano. Anche il personaggio
principale, il commissario Valenti, è descritta in tutti i suoi
aspetti, anche quelli personali, di madre e di donna innamorata. Alle
prese con la figlia adolescente e col nuovo compagno, Luca, un regalo
che la vita le ha fatto dopo la separazione.
Un personaggio
distante dal cliché del poliziotto con la pistola, di cui leggeremo
con piacere i prossimi racconti.
Monte S Salvatore Lugano |
Buona lettura!
Il link sul sito di
Guanda
e il sito di Giovanni
Cocco.
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