Milano, giugno 1986Oltre i vetri, la pigra calma serena di una domenica di fine giugno: uno spicchio di quel cielo di Lombardia, così bello quando è bello; il silenzio, rotto dal lento rintocco della campana di Santa Maria Incoronata. Come ogni domenica mattina, dato da mangiare a Kim, erano usciti per una prima colazione in una caffetteria di corso Garibaldi, altro angolo di Milano che stava velocemente mutando volto: non più corso povero e popolare, vedeva fiorire qua e là, al posto dei vecchi esercizi al minuto, localini alla moda, negozietti superflui e stravaganti. Poi, acquistati i giornali, passeggiata al Parco Sempione per lo scodinzolare gioioso di Kim e per la prima pipa della giornata, quindi ritorno a casa. Da quasi un anno il vicequestore Norberto Melis aveva rinunciato allo sgroppare a cavallo in brughiera nei fine settimana.Interruppe la lettura, scosse la testa: «E anche questo finirà in nulla»...
Cosa sta leggendo
il vicequestore Norberto Melis, da farlo sbottare nella sua lettura
domenicale del giornale? È un caso di omicidio avvenuto nelle
campagne di Abbiategrasso: una ragazza trovata morta con la testa
dentro l'acqua della roggia. Non un incidente mortale, perché
l'assassino le ha tenuto la testa sott'acqua. Uno di quei casi che
per qualche giorno occupano le prime pagine dei giornali, “la
ragazza affogata nella roggia”, per poi sparire nel nulla se non si
riesce ad arrivare subito al colpevole.
Questa è la cosa
che fa rabbia a Melis: che anche questo, come altri casi, rimanga un
delitto insoluto.
Il
caso, o la sfortuna, vuole che sia proprio Melis a doversi occupare
del caso: il commissario incaricato, che non godeva della sua
personale stima ha un incidente e il Questore lo distacca
temporaneamente in loco, commissario reggente che condurrà le
indagine sull'omicidio, a fianco del viceispettore Gambardella.
Perché tutti, la stampa, il ministro, vogliono la soluzione del
caso. In fretta.
E
quali sono i dati del caso: glieli elenca il vice Gambardella,
in quel tono da questurino (ma sono i questurini a risolvere i casi,
Sherlock Holmes non esiste, ricorda Melis alla compagna Fiorenza)
“Lunedì 16 giugno Giovanna Bertagna, di anni diciannove, di Giuseppe e Lina Bosina, domiciliata in località Cascinazza, al momento occupata presso l'azienda agricola della famiglia - «oh, poche vacche e poche pertiche, niente di più, dottore» - dopo pranzo aveva annunciato che sarebbe andata ad Abbiategrasso èer acquistare materiale di cancelleria - «sa, ha studiato da ragioniere, era lei che seguiva la contabilità della famiglia». La sera,non vedendola tornare per cena, i genitori e lo zio..”
Da dove partire per
l'inchiesta? Dall'ambito familiare, chiaramente: peccato che i membri
della famiglia (i genitori, lo zio, la sorella piccola con la
sindrome di down) si diano l'alibi l'uno con l'altro. E lo stesso
vale per la famiglia della cascina vicina, i Villa.
“… oppure, come spesso accade in quei casi, bisognava cercare fra i torbidi desideri senza voce nella stessa casa di quella poveretta, o fra i Villa [i vicini]? Può accadere di tutto, in una famiglia: poteva saperlo meglio di lui, che in quasi vent'anni di servizio .. Come poteva essere sporca l'umanità. E invece ..”.
L'arrivo di un
poliziotto da Milano e il perdurare dell'inchiesta, muovono la
superficie torbida delle acque in quella cittadina, dove ci si
conosce e dove in tanti avrebbero anche qualcosa da nascondere.
L'ex calciatore ora
proprietario di una palestra frequentata dalle signore bene in cerca
di qualche svago.
Il fotografo che
oltre ai soggetti civili, non disdegna anche qualche obiettivo osè.
Il porno attore del
paese, tal Egidio Persichetti, noto e famose nella provincia anche
per essere dentro il giro della droga che allieta le serate dei
ragazzi benestanti.
E una pista
porterebbe anche al cavaliere Mariano Clericetti, industriale nel
settore agricolo, figlio del vecchio capostipite Onorio e padre del
debosciato Luca ..
Giovanna avrebbe
avuto un colloquio nella sua azienda, poi non proseguito oltre. Che
ci fosse un rapporto tra lei e qualcuno dei Clericetti?
Il direttore del giornale locale e il
cavaliere, in un colloquio sul filo del detto e non detto, che lo
avvisa dell'arrivo in città del vicequestore:
«Bé, la ringrazio ma .. non vedo .. sì, insomma, perché me lo dice?»Il già bel Pietro fece boccuccia a a culo di pollo.«Ingegnere mi perdoni, ma credo di far bene. Mi muovono la stima, l'amicizia e la certezza che noi condividiamo gli stessi valori morali e politici».Alla faccia del pistolotto. E quanto ai valori morali, si disse Clericetti, non male per uno che, cognato dal cattolicissimo presidente della pingue Banca Locale, in campagna elettorale si era schierato pubblicamente per la moglie del pubblico amante di sua cognata. Ma lui, Clericetti, avrebbe forse potuto scagliare la prima pietra, lui? No, certo che no, si disse pensando alla propria moglie.«Insomma» stava iniziando Ballista, «questo viceispettore Gambardella sta iniziando a scavare intorno al Persichetti. Lei forse non lo conosce, il Persichetti, Egidio Persichetti, uno che fa, sì, insomma, diciamo l'attore .. perché sembra che sia .. molto dotato. Insomma, mi ha capito, no? E dove c'è sesso c'è droga, al giorno d'oggi».«E io che c'entro?» chiese, non brusco ma gelido, Clericetti.«Lei no, ingegnere. Ma suo figlio .. Purtroppo, Luca e il Persichetti» stava per dire “sono culo e camicia”, ma si trattenne in tempo, «frequentano lo stesso giro. Oh, son certo che non c'è nulla, sia chiaro, ma mi è sembrato giusto preavvertirla, tanto più che, se la cosa va in mano ad un commissario di Milano, non ci possiamo aspettare quelle cautele, quei saggi distinguo che le autorità locali san bene essere necessari quando si ha a che fare con gentiluomini».
Se Giovanna non è stata violentata,
per cosa è morta? Per aver rifiutato le avances di un gentiluomo
che non ha accettato rifiuti?
L'indagine di Melis e dell'ispettore,
porta a scoprire tutti gli altarini della provincia italiana, la sana
provincia italiana delle sane famiglie italiane. Quelle che si
reggono su una facciata di sola ipocrisia e che dietro nascondono
tradimenti, vizi, malignità, arrivismo sociale (e politico).
“La sana provincia italiana. La
sana destra italiana. I valori. Sì, i valori bollati”.
Non l'aiutano certo
le lettere anonime (non una tipicità del sud, dunque), capaci solo
di gettare fango sulla vittima e nel portare gli investigatori su
false piste ..
Siamo nel 1986, nell'anno dei mondiali
di Maradona, con quel gol fraudolento con l'Inghilterra, fraudolento
come il secolo che si sta chiudendo. Quello della Milano da bere,
dell'illusione della ricchezza e delle città violentate dalle colate
di cemento e dalle colate di ignoranza e incultura, instillate anche
nei ragazzi:
“Per tornare a Milano, scelse di bordeggiare il Naviglio. Prima di viale Famagosta accostò: era tardi, stava finendo il tabacco e quella serranda ancora alzata avrebbe quantomeno consentito un ripiego sino al mattino dopo. In un cortile, al ritmo di Fischia il vento tre bambine vestite come puttanelle cantavano in coro:Salta il rospo salta anche la ranachi non salta è un figlio ..Salì in macchina. Perché l'Italia non gli era mai sembrata squallida come quella sera?”
Melis, aiutato anche dai suoi
collaboratori della squadra milanese, scoprirà un giro di droga,
soldi facili, sesso, che coinvolge un giro di insospettabili. E con
cui si dovrà muovere con cautela.
Ma non sono questi i responsabili
dell'omicidio della povera Giovanna.
No, la verità arriverà alla fine di
questa storia, quasi per caso.
E sarà una verità dura e crudele da
accettare.
La figlia più bella è uno dei romanzi
migliori, tra quelli che ho letto ultimamente: merito della storia
raccontata dall'autore, l'indagine dentro i vizi della provincia col
colpo di scena finale.
Merito anche della scrittura di Hans
Tuzzi: raramente mi è capitato di leggere un libro in un italiano
così bello e alto.
Ironico e pungente contro le malattie
di quell'Italia (che poi è molto vicina a questa di Italia): è
l'Italia dove il segretario del partito di opposizione lanciava
inascoltato il monito sulla questione morale. Sulla deriva dei
partiti che avevano occupato tutti i posti disponibili dentro il
potere.
“Volevamo l'immaginazione al potere,
vi abbiamo insediato l'ignoranza”.
La scheda del libro sul sito
dell'editore Bollati
Boringhieri.
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