Guardate queste due pubblicità ..
E poi fatevi la domanda: è la Lancia che ha copiato l'idea dal PD, oppure sono gli esperti di marketing del PD che hanno sbagliato settore ?
Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
30 giugno 2011
Tutti devono stare al loro posto
La lezione di giornalismo che sta nel finale del film di Bellocchio "Sbatti il mostro in prima pagina".
Dopo che il giornalista redattore-capo (Volontè) spiega come la propaganda sia una cosa vecchia, dai tempi di Goebbels, per indottrinare il popolo dei lettori (più sprovveduto di quello che si crede), il direttore spiega la sua visione della società:
Ciascuno deve stare al suo posto, la polizia a reprimere, la magistratura a condannare la stampa a persuadere la gente, tutti stanno facendo il loro dovere ..
sono gli operai che non stanno al gioco .. vogliono sempre soldi .. non riusciamo a rialzare la produzione, questo è il vero guaio.
Una fazza una razza (continua)
Sempre a proposito di un governo che gioca con il debito pubblico, l'editoriale di Travaglio su Il fatto quotidiano :
Come si commenta tutto ciò?
Sempre più spiritoso, il governo che cerca 47 miliardi per evitare l’espulsione dall’Europa, ma pure dall’Africa, infila nella manovra di “risanamento” una norma che consente agl’imputati di farsi risarcire i danni se il loro processo di primo grado dura più di due anni dalla richiesta di giudizio: cioè sempre. Con una mano cercano soldi, con l’altra li buttano. E lo chiamano “processo breve”. Ma c’è in cantiere un’altra norma che svuoterà ancor di più le casse dello Stato: quella sulla responsabilità civile dei magistrati,
gabellata da toccasana per far pagare alle toghe i loro errori.
Il che già avviene oggi, ma nessuno lo sa. Se il magistrato commette reati, finisce in
galera come tutti gli altri cittadini (parlamentari esclusi). In caso di infrazioni disciplinari, viene punito dal Csm. In caso di errore giudiziario, lo Stato risarcisce la vittima, poi si rivale su di lui se l’errore è frutto di “dolo” o “colpa grave”: lo prevede la legge Vassalli del 1988, varata dal pentapartito dopo il referendum del 1987.
Non sempre infatti l’imputato assolto è vittima di errore giudiziario. Anzi è molto più frequente il contrario: gli indizi e le prove iniziali giustificano l’indagine, l’arresto, la richiesta di rinvio a giudizio, magari anche la condanna in primo e secondo grado, ma non
quella definitiva..
Come si commenta tutto ciò?
Altro che responsabilità, altro che governo tecnico. A casa, senza se e senza ma.
Una fazza una razza
L'unica cosa che si può rinfacciare ai cittadini greci in questi giorni piazza per protestare contro i tagli è dovevano mobilitarsi prima.
Quando la corruzione, gli sprechi, l'evasione e i conti dello stato truccati dal governo di destra ha minato le basi, il futuro e la tenuta del paese.
Oggi è tardi.
E l'insegnamento vale anche per l'Italia: non siamo ancora al livello della Grecia ma è bene che usciamo dal mondo delle favole.
Rinviare i tagli e le riorganizzazioni del paese al futuro, lasciare il cerino in mano al prossimo governo è pericoloso. La questione del debito pubblico italiano va affrontata oggi (ed è già troppo tardi), chiedendosi se veramente possiamo sostenere il ponte sullo stretto, il tunnel in Val di Susa, la Rai in mano a questa politica (la tassa Sgarbi) ...
Altro che tassa sui Suv.
Da giorni i magistrati di Napoli tornano a casa con i mezzi pubblici, anche quelli che indagano sulla criminalità organizzata: quando viene arrestato un latitante, c'è una gara a prendersi i meriti ("siamo il governo che più ha fatto contro la mafia"), ma poi questa è la realtà.
Per non parlare poi dei tagli nelle scuole, nelle università, nelle cancellerie dei tribunali.
Quando la corruzione, gli sprechi, l'evasione e i conti dello stato truccati dal governo di destra ha minato le basi, il futuro e la tenuta del paese.
Oggi è tardi.
E l'insegnamento vale anche per l'Italia: non siamo ancora al livello della Grecia ma è bene che usciamo dal mondo delle favole.
Rinviare i tagli e le riorganizzazioni del paese al futuro, lasciare il cerino in mano al prossimo governo è pericoloso. La questione del debito pubblico italiano va affrontata oggi (ed è già troppo tardi), chiedendosi se veramente possiamo sostenere il ponte sullo stretto, il tunnel in Val di Susa, la Rai in mano a questa politica (la tassa Sgarbi) ...
Altro che tassa sui Suv.
Da giorni i magistrati di Napoli tornano a casa con i mezzi pubblici, anche quelli che indagano sulla criminalità organizzata: quando viene arrestato un latitante, c'è una gara a prendersi i meriti ("siamo il governo che più ha fatto contro la mafia"), ma poi questa è la realtà.
Per non parlare poi dei tagli nelle scuole, nelle università, nelle cancellerie dei tribunali.
.. L’Italia, in questo momento, è un equilibrista che cammina su un filo, qualsiasi scossone proveniente dagli altri Paesi o un infortunio può farla precipitare nell’abisso di una crisi debitoria. La manovra finanziaria non aggiunge e non toglie nulla a questa situazione, ci lascia vulnerabili alle turbolenze, invece di sottrarci al fuoco della speculazione che non esiterà a prenderci di mira se la ristrutturazione del debito greco non dovesse andare a buon fine. Berlusconi ha deciso di farci correre questo rischio, sperando i cataclismi si scatenino a legislatura finita, quando saranno altri a dover fare manovre rinviate e nuove manovre che si saranno rese necessarie nel frattempo.
I mercati possono ignorare le furbizie del ministro Tremonti, ma non sono stupidi e continueranno a richiedere tassi alti per sottoscrivere i nostri titoli di Stato, aumentando così il costo del debito nei prossimi anni. Un costo aggiuntivo stimato in almeno 20 miliardi all’anno nei prossimi due anni. Quindi fra il 2013 e il 2014 i miliardi da tagliare saranno 60 e non più 40. Berlusconi ha sempre promesso che non avrebbe messo le mani in tasca agli italiani ma quello che sta preparando è un futuro nel quale le tasche saranno sfondate. Con l’aggravante dell’effetto annuncio: gli imprenditori sono avvisati di non investire perché non si sa dove cadrà la scure, i consumatori di non consumare perché ci aspettano tempi di magra, e i risparmiatori di depositare i propri risparmi in Paesi più solidi che non penseranno a tasse sui risparmi o sui proventi finanziari. I mercati aspettano con pazienza per vedere i prossimi dati sul Pil e sulla crescita per votare la propria sfiducia al governo Berlusconi. E questa volta nessun Scilipoti lo potrà salvare.
Leggi anche:
- Il servizio protezione senza più fondi scatta la protesta dei pentiti nei processi (repubblica)
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29 giugno 2011
Chi è dracula?
Prima è stata la tracciabilità dei pagamenti: introdotta da Visco e tolta da Berlusconi nel 2008.
E ora ripristinata (con una soglia più alta però) per combattere l'evasione. Poi è toccato ai ticket sanitari: tanto criticati quando li metteva Prodi, poi re introdotti dall'attuale manovra.
Domanda: chi è allora Dracula il vampiro?
La Moratti sapeva
Siamo "consapevoli" che l'equilibrio di bilancio 2011 è basato "su azioni di carattere prevalentemente straordinario e non strutturale" che avranno "un impatto negativo sulla capacità del Comune di rispettare il patto di stabilità 2012 e per gli anni successivi", ma la situazione economica degli ultimi anni "ci ha obbligato a queste scelte programmatiche". Però, subito dopo le elezioni, "non appena insediatasi la nuova amministrazione", correremo ai ripari ponendo "in essere una serie di azioni, al momento allo studio, che possano avere impatti strutturali per gli esercizi 2012 e seguenti".
Giacomo Beretta, assessore al Bilancio della giunta Moratti, risponde ai colleggio dei revisori dei conti che in una nota avevano espresso preoccupazione per l'andamento dei conti al comune (4 aprile 2011).
Il sindaco e la giunta sapevano.
Sempre a proposito del buon governo del centrodestra.
Continua nell'articolo la risposta di Beretta:
È necessario pertanto procedere ad azioni dirette e immediate al fine di salvaguardare e raggiungere entrambi gli obiettivi". Intanto, dice l'ex assessore, "sono state individuate alcune operazioni che si intendono adottare fin da subito" come la contrazione della spesa corrente (30 milioni di euro) e il blocco dei pagamenti a fornitori e società partecipate.
Azioni citate anche in un altro documento interno del Comune che gli uffici compilano quasi un mese dopo, il 30 aprile, e in cui si legge che è stato avviato un monitoraggio sulle entrate da cui emerge "un calo drastico degli oneri di urbanizzazione" nei primi tre mesi del 2011 che porta a stimare, a fine anno, un incasso totale di 90 milioni di euro contro i 170 messi nel bilancio, ma anche "una riduzione rispetto alla previsione iniziale degli introiti da tariffe del trasporto pubblico locale" di 20 milioni di euro, "riduzione che non sembra recuperabile" se non con l'aumento del biglietto, come è scritto - cita lo stesso documento - nella Relazione Previsionale e programmatica 20112013 ("rimodulazioni e riarticolazioni degli attuali titoli di viaggio"). E ancora un calo delle multe, degli affitti e della Tarsu. Dunque tutto era già scritto. E ribadito. Perché il 31 maggio, quando la Moratti aveva già perso le elezioni, i revisori dei conti prendono carta e penna e scrivono ancora ai vertici di Palazzo Marino per ribadire la loro preoccupazione riguardo "all'andamento assai negativo delle entrate" non solo in vista del 2012, ma già nel 2011, tanto da evidenziare "la necessità di provvedimenti urgenti per il ripristino dell'equilibrio finanziario".
Giacomo Beretta, assessore al Bilancio della giunta Moratti, risponde ai colleggio dei revisori dei conti che in una nota avevano espresso preoccupazione per l'andamento dei conti al comune (4 aprile 2011).
Il sindaco e la giunta sapevano.
Sempre a proposito del buon governo del centrodestra.
Continua nell'articolo la risposta di Beretta:
È necessario pertanto procedere ad azioni dirette e immediate al fine di salvaguardare e raggiungere entrambi gli obiettivi". Intanto, dice l'ex assessore, "sono state individuate alcune operazioni che si intendono adottare fin da subito" come la contrazione della spesa corrente (30 milioni di euro) e il blocco dei pagamenti a fornitori e società partecipate.
Azioni citate anche in un altro documento interno del Comune che gli uffici compilano quasi un mese dopo, il 30 aprile, e in cui si legge che è stato avviato un monitoraggio sulle entrate da cui emerge "un calo drastico degli oneri di urbanizzazione" nei primi tre mesi del 2011 che porta a stimare, a fine anno, un incasso totale di 90 milioni di euro contro i 170 messi nel bilancio, ma anche "una riduzione rispetto alla previsione iniziale degli introiti da tariffe del trasporto pubblico locale" di 20 milioni di euro, "riduzione che non sembra recuperabile" se non con l'aumento del biglietto, come è scritto - cita lo stesso documento - nella Relazione Previsionale e programmatica 20112013 ("rimodulazioni e riarticolazioni degli attuali titoli di viaggio"). E ancora un calo delle multe, degli affitti e della Tarsu. Dunque tutto era già scritto. E ribadito. Perché il 31 maggio, quando la Moratti aveva già perso le elezioni, i revisori dei conti prendono carta e penna e scrivono ancora ai vertici di Palazzo Marino per ribadire la loro preoccupazione riguardo "all'andamento assai negativo delle entrate" non solo in vista del 2012, ma già nel 2011, tanto da evidenziare "la necessità di provvedimenti urgenti per il ripristino dell'equilibrio finanziario".
Il 2 di picche
Casini si è preso un bel 2 di picche da Bersani (sulla proposta di un governo tecnico), e non deve averla presa bene.
''Se poi Bersani ha tanta voglia di fare l'alleanza con Vendola e con chi dice che e' giusto bloccare la polizia e i cantieri della Tav - prosegue Casini - e' un problema che secondo me rischia di farci passare dalla padella alla brace, cioe' dalla padella di Berlusconi alla brace di un governo che riprenda la vecchia strada del governo Prodi. E questo e' sbagliato''.
Ma Casini non era quello delle mani sul fuoco (su Cuffaro, Dell'Utri, Letta)?
E gli elettori del centrosinistra non si sono già espressi in modo chiaro, dicendo no ad accordi al ribasso verso il centro? No al legittimo impedimento, no al nucleare ..
''Se poi Bersani ha tanta voglia di fare l'alleanza con Vendola e con chi dice che e' giusto bloccare la polizia e i cantieri della Tav - prosegue Casini - e' un problema che secondo me rischia di farci passare dalla padella alla brace, cioe' dalla padella di Berlusconi alla brace di un governo che riprenda la vecchia strada del governo Prodi. E questo e' sbagliato''.
Ma Casini non era quello delle mani sul fuoco (su Cuffaro, Dell'Utri, Letta)?
E gli elettori del centrosinistra non si sono già espressi in modo chiaro, dicendo no ad accordi al ribasso verso il centro? No al legittimo impedimento, no al nucleare ..
La montagna ha partorito il topolino
Lo so, sono le solite parole: ma come commentare diversamente la manovra economica uscita dal consiglio dei ministri e che ancora deve passare in parlamento?
In pensione più tardi, ticket sanitari, +1% di iva, blocco contratti statali, blocco turnover (il che tradotto, significa servizi peggiori al cittadino).
Una manovra da 47 miliardi dove però il grosso dei tagli sarà sul groppone del prossimo governo.
E i tagli alla politica? Affidati al buon cuore del legislatore.
Complimenti.
Alla fine siamo ancora a parlare di processo breve, responsabilità civile dei magistrati, intercettazioni.
Bossi guadagna la revisione sul patto di stabilità, e Berlusconi ottiene il rinvio del grosso dei tagli al suo successore (speriamo breve).
Ovviamente, del taglio delle tasse manco a parlarne.
Le missioni all'estero, le grandi opere, i benefit, l'evasione, rimangono.
In pensione più tardi, ticket sanitari, +1% di iva, blocco contratti statali, blocco turnover (il che tradotto, significa servizi peggiori al cittadino).
Una manovra da 47 miliardi dove però il grosso dei tagli sarà sul groppone del prossimo governo.
E i tagli alla politica? Affidati al buon cuore del legislatore.
Complimenti.
Alla fine siamo ancora a parlare di processo breve, responsabilità civile dei magistrati, intercettazioni.
Bossi guadagna la revisione sul patto di stabilità, e Berlusconi ottiene il rinvio del grosso dei tagli al suo successore (speriamo breve).
Ovviamente, del taglio delle tasse manco a parlarne.
Le missioni all'estero, le grandi opere, i benefit, l'evasione, rimangono.
28 giugno 2011
Più CL per tutti
Con la nomina di Angelo Scola come vescovo della diocesi di Milano cosa ci dobbiamo aspettare? Un passo indietro rispetto alle politiche di Tettamanzi e più CL per tutti? Aspettiamo.
C'erano tutti (alla cena per Gheddafi)
Tutti in coda a omaggiare Gheddafi
31 agosto 2010
Bisignani chiama l'ambasciatore libico a Roma Hafed Gaddur, suo amico. Commentano la serata del giorno prima, quando il governo ha omaggiato Gheddafi con una festa.
Bisignani: Grande!
Gaddur: Dove stai?
B: Che bello vederti ieri sera lì con la tua tunica, ero così contento per te, guarda, a me fregava solo di te, il resto non me ne fregava niente.
G: Grazie. Ti ha chiamato la Prestigiacomo?
B: Mi ha mandato un messaggio stanotte. Perché, che le hai detto?
G: Sì, tutto, le ho fatto vedere il leader (Gheddafi, ndr), hanno parlato, fatto la fotografia.
B: Ah.
G: L'ha invitata a Tripoli, ha detto che si fa il protocollo, tutto quello che vuole....Veramente lei è stata contenta, poi con la Gelmini, tutti li ho fatti parlare, uno ad uno, poi alla fine tutti i ministri con lui hanno voluto fare le foto... a un certo momento, io sono fuori da questa foto...mi chiama il leader, e dice: "Ora una foto anche con noi perché tu sei un ministro nei gabinetti del presidente Berlusconi" (ride) "guarda presidente, noi non abbiamo nessun rapporto con un altro ambasciatore come ce lo abbiamo con lui".
B: assolutamente, ma è vero.
G: Ma comunque tutti, poi Fazio, c'era anche Fazio.
B: Sì sì me l'ha comunicato
G: C'era Maroni, c'era Frattini, c'era La Russa, tutti...
Pochi mesi dopo la cena d'onore, l'Italia dichiarerà guerra a Gheddafi.
Sempre dalle intercettazioni sul caso P4
31 agosto 2010
Bisignani chiama l'ambasciatore libico a Roma Hafed Gaddur, suo amico. Commentano la serata del giorno prima, quando il governo ha omaggiato Gheddafi con una festa.
Bisignani: Grande!
Gaddur: Dove stai?
B: Che bello vederti ieri sera lì con la tua tunica, ero così contento per te, guarda, a me fregava solo di te, il resto non me ne fregava niente.
G: Grazie. Ti ha chiamato la Prestigiacomo?
B: Mi ha mandato un messaggio stanotte. Perché, che le hai detto?
G: Sì, tutto, le ho fatto vedere il leader (Gheddafi, ndr), hanno parlato, fatto la fotografia.
B: Ah.
G: L'ha invitata a Tripoli, ha detto che si fa il protocollo, tutto quello che vuole....Veramente lei è stata contenta, poi con la Gelmini, tutti li ho fatti parlare, uno ad uno, poi alla fine tutti i ministri con lui hanno voluto fare le foto... a un certo momento, io sono fuori da questa foto...mi chiama il leader, e dice: "Ora una foto anche con noi perché tu sei un ministro nei gabinetti del presidente Berlusconi" (ride) "guarda presidente, noi non abbiamo nessun rapporto con un altro ambasciatore come ce lo abbiamo con lui".
B: assolutamente, ma è vero.
G: Ma comunque tutti, poi Fazio, c'era anche Fazio.
B: Sì sì me l'ha comunicato
G: C'era Maroni, c'era Frattini, c'era La Russa, tutti...
Pochi mesi dopo la cena d'onore, l'Italia dichiarerà guerra a Gheddafi.
Sempre dalle intercettazioni sul caso P4
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Hanno messo le mani nelle tasche degli italiani
Grazie al federalismo della lega, i comuni aumentano le imposte locali.
Nel 2010, ha notato il Sole, gli incassi derivanti dalla Tarsu, l’imposta sui rifiuti, hanno registrato una crescita del 15,8%. Le tariffe per i servizi comunali sono aumentate mediamente dell’8% sulla scia di incrementi da record: +6,6% per gli asili nido, ha ricordato ancora il quotidiano finanziario, +10,6 per i parcheggi a pagamento, più 4,6 per le mense, più 10,8 per tutti i cosiddetti “altri servizi”. Una tempesta di costi occulti, in altre parole, si sarebbe abbattuta sui cittadini per i quali l’abolizione della tassa immobiliare si sarebbe rivelata niente meno che una beffa senza eguali, specialmente nel confronto con il resto dell’Europa, dove la tassa sulla casa si conferma non senza ragione un punto cardine nella gestione dei conti pubblici locali.
Nell'ultima manovra di Tremonti, previsto un aumento dell'IVA.
Hanno messo le mani nelle tasche degli italiani. E di dietro, qualcos'altro (come ha scritto anche l'Economist).
Nel 2010, ha notato il Sole, gli incassi derivanti dalla Tarsu, l’imposta sui rifiuti, hanno registrato una crescita del 15,8%. Le tariffe per i servizi comunali sono aumentate mediamente dell’8% sulla scia di incrementi da record: +6,6% per gli asili nido, ha ricordato ancora il quotidiano finanziario, +10,6 per i parcheggi a pagamento, più 4,6 per le mense, più 10,8 per tutti i cosiddetti “altri servizi”. Una tempesta di costi occulti, in altre parole, si sarebbe abbattuta sui cittadini per i quali l’abolizione della tassa immobiliare si sarebbe rivelata niente meno che una beffa senza eguali, specialmente nel confronto con il resto dell’Europa, dove la tassa sulla casa si conferma non senza ragione un punto cardine nella gestione dei conti pubblici locali.
Nell'ultima manovra di Tremonti, previsto un aumento dell'IVA.
Hanno messo le mani nelle tasche degli italiani. E di dietro, qualcos'altro (come ha scritto anche l'Economist).
Leggi anche:
- Rc Auto, Province in fila per gli aumenti
- FT: l'Italia rischia la stabilità finanze pagano economia debole
I numeri della TAV
10 anni di lavoro
600 milioni di contributi della Unione Europea
20 miliardi di costi per il contribuente italiano
30% l'utilizzo dell'attuale linea a doppio binario parallela al nuovo progetto
Per lo sgombero sono stati impegnati 2000 agenti,ci sono stati 80 feriti.
Tra le ditte che hanno vinto l'appalto (che difficilmente vengono nominate nei servizi) ci sono la ITALCOGE, la CMC di Ravenna.
Questi alcuni numeri della grande opera senza la quale saremmo isolati dall'Europa.
Di fronte ai quali la ragione delle ditte appaltatrici ha prevalso. Dovendo scegliere da che parte stare, lo Stato ha scelto la TAV rispetto alle ragioni dei valsusini.
Quando tra qualche anno ci si renderà conto dell'inutilità (come per il ponte sullo stretto, come per tutte le autostrade in cantiere, il G8 alla Maddalena ..), cosa faremo?
E chissà poi se ci sarà ancora una trasmissione come Report, che andrà a fare le pulci sugli appalti, sui costi, sui tempi, sul risultato finale.
600 milioni di contributi della Unione Europea
20 miliardi di costi per il contribuente italiano
30% l'utilizzo dell'attuale linea a doppio binario parallela al nuovo progetto
Per lo sgombero sono stati impegnati 2000 agenti,ci sono stati 80 feriti.
Tra le ditte che hanno vinto l'appalto (che difficilmente vengono nominate nei servizi) ci sono la ITALCOGE, la CMC di Ravenna.
Questi alcuni numeri della grande opera senza la quale saremmo isolati dall'Europa.
Di fronte ai quali la ragione delle ditte appaltatrici ha prevalso. Dovendo scegliere da che parte stare, lo Stato ha scelto la TAV rispetto alle ragioni dei valsusini.
Quando tra qualche anno ci si renderà conto dell'inutilità (come per il ponte sullo stretto, come per tutte le autostrade in cantiere, il G8 alla Maddalena ..), cosa faremo?
E chissà poi se ci sarà ancora una trasmissione come Report, che andrà a fare le pulci sugli appalti, sui costi, sui tempi, sul risultato finale.
27 giugno 2011
Più Tav più democrazia?
Nell'Italia delle leggi ad personam, delle prescrizioni, delle tangenti della P4, questa improvvisa voglia giustizialista, in nome dei grandi appalti per la TAV, mi fa ridere.
Ho già scritto (parlando delle proteste degli studenti contrari alla legge Gelmini) che non è con la violenza che si risponde.
Ma che credibibiltà può avere questo stato, che non ha voluto ascoltare le ragioni della protesta?
2000 agenti in tenuta antisommossa.
80 feriti.
Ruspe per sfondare i presidi dei No-Tav (non solo del posto, ma accorsi da tutto il nord).
Quando la legge si impone col manganello e la forza, che si tratti di TAV, di tifosi allo stadio, di precari o lavoratori che protestano, c'è poco da essere soddisfatti.
E poi, chi controllerà a fine lavori benefici di questa grande opera?
Bocchino (Fli): "Inaccettabile bloccare i lavori della Tav"
Esposito (Pdl): "Solidarietà alle forze dell'ordine"
Fiano (Pd): "Non ci sono scuse per i violenti del movimento"
Marcegaglia: "No illegalità"
Mi chiedo se , tutta questa vena di legalità valga anche per i rifiuti di Napoli, nel caso si decida di spostarli al nord.
E poi, tutta questa solidarietà agli agenti, andrà avanti anche quando questi chiederanno i soldi per gli straordinari?
Sulle barricate non c'erano solo no-global, centri sociali, o facinorosi. C'erano anche famiglie della valle, che vedevano in questo cantiere, una sottrazione del proprio territorio.
Vedremo poi, tra una decina d'anni, come e se sarà migliorato il trasporto merci verso la Francia.
Ho già scritto (parlando delle proteste degli studenti contrari alla legge Gelmini) che non è con la violenza che si risponde.
Ma che credibibiltà può avere questo stato, che non ha voluto ascoltare le ragioni della protesta?
2000 agenti in tenuta antisommossa.
80 feriti.
Ruspe per sfondare i presidi dei No-Tav (non solo del posto, ma accorsi da tutto il nord).
Quando la legge si impone col manganello e la forza, che si tratti di TAV, di tifosi allo stadio, di precari o lavoratori che protestano, c'è poco da essere soddisfatti.
E poi, chi controllerà a fine lavori benefici di questa grande opera?
Bocchino (Fli): "Inaccettabile bloccare i lavori della Tav"
Esposito (Pdl): "Solidarietà alle forze dell'ordine"
Fiano (Pd): "Non ci sono scuse per i violenti del movimento"
Marcegaglia: "No illegalità"
Mi chiedo se , tutta questa vena di legalità valga anche per i rifiuti di Napoli, nel caso si decida di spostarli al nord.
E poi, tutta questa solidarietà agli agenti, andrà avanti anche quando questi chiederanno i soldi per gli straordinari?
Sulle barricate non c'erano solo no-global, centri sociali, o facinorosi. C'erano anche famiglie della valle, che vedevano in questo cantiere, una sottrazione del proprio territorio.
Vedremo poi, tra una decina d'anni, come e se sarà migliorato il trasporto merci verso la Francia.
Il cielo di sabbia di Joe Lansdale
"- Siamo come Odisseo, - disse Jane ad un certo punto.
- Chi?
- Odisseo. I romani lo chiamavano Ulisse.
- Non mi dice niente.
- Era un antico viaggiatore che cercava di tornare a casa dopo dieci anni di guerra. Ma lungo la strada trovò di tutto, e lì per lì sembrava che non ce l'avrebbe fatta mai, ma invece riuscì a superare gli ostacoli che si trovava davanti e ad arrivare a casa. Intanto, ovvio, gli era toccato accecar un gigante con un bastone appuntito e uccidere non so più quanta gente. Alla fine vinse lui.
- Mica stiamo tornando a casa, noi. Siamo andati via.
- E' vero. Bè allora siamo come Giasone e gli Argonauti. Io faccio Giasone, e tu sei uno dei quelli che stanno sulla nave.
- Ma che diamine stai dicendo? - chiesi.
- Legge un sacco, lei, - fece Tony.
- Giasone aveva una barca piena di eroi e andava alla ricerca del vello d'oro.
- E poi l'ha trovato?
- Come no, - rispose Jane. - Insomma è andato via da casa, ha compiuto una grande impresa, si è impadronito del vello ed è tornato.
- E noi abbiamo intenzione di tornare casa? - domandai.
- Io no, - disse lei."
Il cielo di sabbia pag 192
Quella che vivono Jack, Jane e il suo fratellino Tony è proprio un'avventura da mito: un'avventura che nasce dalla fuga da una tempesta di polvere che ha cancellato le loro case e distrutto le proprie famiglie.
Jack ha appena cercato di seppellire il padre, quando viene raggiunto da Jane e Tony, anche loro rimasti orfani.
Siamo nell'america degli anni della depressione, nell'Oklahoma: la crisi e anche la furia della natura, hanno messo in ginocchio intere famiglie, facendole sprofondare nella povertà.
Povertà da cui i tre ragazzi vogliono scappare: ma si imbatteranno in avventure più grandi di loro. L'incontro con due delinquenti (Bad Tiger e Timmy) reduci da una rapina, e in cerca del complice che li a ha a sua volta rapinati.
Vedove disposte ad accoglierli e a dare loro la famiglia mai avuta, come la signora Carson.
Sceriffi abituati ad usare la stella come scudo per i propri traffici.
Fughe in mezzo ad acquitrini, tra serpenti mocassino e alligatori.
Un'avventura piena di insidue, superate grazie alla tenacia di Jack (ostinato a non arrendersi come fece il padre) e alla lingua di Jane, un bel tipo.
Ancora una storia dal profondo sud, un cui compaiono, come in altri libri dello scrittore texano, gli ingredienti soliti: la forza della natura che da il là alla storia (l'uragano, la tempesta..), il cuore nero del sud (la violenza, la miseria, il razzismo) , angeli dal cuore d'oro e tanta avventura!
Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati Joe Lansdale
- Chi?
- Odisseo. I romani lo chiamavano Ulisse.
- Non mi dice niente.
- Era un antico viaggiatore che cercava di tornare a casa dopo dieci anni di guerra. Ma lungo la strada trovò di tutto, e lì per lì sembrava che non ce l'avrebbe fatta mai, ma invece riuscì a superare gli ostacoli che si trovava davanti e ad arrivare a casa. Intanto, ovvio, gli era toccato accecar un gigante con un bastone appuntito e uccidere non so più quanta gente. Alla fine vinse lui.
- Mica stiamo tornando a casa, noi. Siamo andati via.
- E' vero. Bè allora siamo come Giasone e gli Argonauti. Io faccio Giasone, e tu sei uno dei quelli che stanno sulla nave.
- Ma che diamine stai dicendo? - chiesi.
- Legge un sacco, lei, - fece Tony.
- Giasone aveva una barca piena di eroi e andava alla ricerca del vello d'oro.
- E poi l'ha trovato?
- Come no, - rispose Jane. - Insomma è andato via da casa, ha compiuto una grande impresa, si è impadronito del vello ed è tornato.
- E noi abbiamo intenzione di tornare casa? - domandai.
- Io no, - disse lei."
Il cielo di sabbia pag 192
Quella che vivono Jack, Jane e il suo fratellino Tony è proprio un'avventura da mito: un'avventura che nasce dalla fuga da una tempesta di polvere che ha cancellato le loro case e distrutto le proprie famiglie.
Jack ha appena cercato di seppellire il padre, quando viene raggiunto da Jane e Tony, anche loro rimasti orfani.
Siamo nell'america degli anni della depressione, nell'Oklahoma: la crisi e anche la furia della natura, hanno messo in ginocchio intere famiglie, facendole sprofondare nella povertà.
Povertà da cui i tre ragazzi vogliono scappare: ma si imbatteranno in avventure più grandi di loro. L'incontro con due delinquenti (Bad Tiger e Timmy) reduci da una rapina, e in cerca del complice che li a ha a sua volta rapinati.
Vedove disposte ad accoglierli e a dare loro la famiglia mai avuta, come la signora Carson.
Sceriffi abituati ad usare la stella come scudo per i propri traffici.
Fughe in mezzo ad acquitrini, tra serpenti mocassino e alligatori.
Un'avventura piena di insidue, superate grazie alla tenacia di Jack (ostinato a non arrendersi come fece il padre) e alla lingua di Jane, un bel tipo.
Ancora una storia dal profondo sud, un cui compaiono, come in altri libri dello scrittore texano, gli ingredienti soliti: la forza della natura che da il là alla storia (l'uragano, la tempesta..), il cuore nero del sud (la violenza, la miseria, il razzismo) , angeli dal cuore d'oro e tanta avventura!
Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati Joe Lansdale
La vergogna di stato
Ustica 27 giugno 1980: sono 31 anni che i parenti delle vittime della tragedia di Ustica attendono giustizia.
Il tempo per l'indignazione è già passato da un bel pezzo: come racconta nel suo monologo Marco Paolini, in Italia il tempo dell'indignazione dura meno di un orgasmo e poi viene pure sonno.
Non c'è altro da fare che non l'obbligo di mantere la memoria di quella pagina buia della nostra storia: l'abbattimento di un aereo civile nei cieli del Mediterraneo, l'ITIGI IH870, trovatosi probabilmente al centro di un'azione di guerra.
La bandierina della nazione di appartenenza dell'aereo da cui partì il missile, ancora è ignota: i francesi nel tentativo di far fuori Gheddafi (in volo verso Varsavia), oppure gli americani, per proteggere il Phantom che si era nascosto sotto l'aereo italiano?
Ancora non lo sappiamo.
Sappiamo che la nostra aeronautica non ha protetto quelle persone che volavano sui nostri cieli.
Che la politica non ha dimostrata la necessaria volontà di fare chiarezza.
Che i nostri alleati, francesi e americano, non ci hanno ancora detto tutto.
Ma sappiamo tante cose: come l'intensa attività nei cieli del Tirreno in quella sera di inizio estate, come ha confermato la Nato nel 1997. Che quegli aerei viaggiano col transponder spento, molti "razzolando" sul mare.
Sappiamo dei buchi nei radar, dei registri strappati o con le pagine mancanti, dei non ricordo degli ufficiali che quella sera stavano davanti il radar nei centri di controllo di Ciampino, Poggio Ballone e Marsala.
Che il Mig sulla Sila, probabilmente è caduto molto prima di quel 21 luglio e che anche lui era legato a quella battaglia nei cieli.
Per non insultare l'intelligenza di nessuno, non parlo della pista che parla della bomba. Pista tanto cara ai nostri generali e al sottosegretario Giovanardi.
Questi non spiegano poteva scoppiare una bomba su un aereo partito con più di 30 minuti di ritardo. Chi è stato l'attentatore (un arabo, un libico?). Come ha fatto parte del water a rimanere intatto.
Questo possiamo fare invece: ricordare, mettere assieme i fatti, e ostinatamente, continuare a pretendere la verità, la vittima numero 82. Perchè I-Tigi siamo noi, ogni volta che saliamo nei cieli.
Da leggere, per capire il contesto storico: "A un passo dalla guerra" di Miggiano, Purgatori, Lucca.
L'articolo di Purgatori sul corriere: "Ustica e quei quattro aerei nascosti".
Il tempo per l'indignazione è già passato da un bel pezzo: come racconta nel suo monologo Marco Paolini, in Italia il tempo dell'indignazione dura meno di un orgasmo e poi viene pure sonno.
Non c'è altro da fare che non l'obbligo di mantere la memoria di quella pagina buia della nostra storia: l'abbattimento di un aereo civile nei cieli del Mediterraneo, l'ITIGI IH870, trovatosi probabilmente al centro di un'azione di guerra.
La bandierina della nazione di appartenenza dell'aereo da cui partì il missile, ancora è ignota: i francesi nel tentativo di far fuori Gheddafi (in volo verso Varsavia), oppure gli americani, per proteggere il Phantom che si era nascosto sotto l'aereo italiano?
Ancora non lo sappiamo.
Sappiamo che la nostra aeronautica non ha protetto quelle persone che volavano sui nostri cieli.
Che la politica non ha dimostrata la necessaria volontà di fare chiarezza.
Che i nostri alleati, francesi e americano, non ci hanno ancora detto tutto.
Ma sappiamo tante cose: come l'intensa attività nei cieli del Tirreno in quella sera di inizio estate, come ha confermato la Nato nel 1997. Che quegli aerei viaggiano col transponder spento, molti "razzolando" sul mare.
Sappiamo dei buchi nei radar, dei registri strappati o con le pagine mancanti, dei non ricordo degli ufficiali che quella sera stavano davanti il radar nei centri di controllo di Ciampino, Poggio Ballone e Marsala.
Che il Mig sulla Sila, probabilmente è caduto molto prima di quel 21 luglio e che anche lui era legato a quella battaglia nei cieli.
Per non insultare l'intelligenza di nessuno, non parlo della pista che parla della bomba. Pista tanto cara ai nostri generali e al sottosegretario Giovanardi.
Questi non spiegano poteva scoppiare una bomba su un aereo partito con più di 30 minuti di ritardo. Chi è stato l'attentatore (un arabo, un libico?). Come ha fatto parte del water a rimanere intatto.
Questo possiamo fare invece: ricordare, mettere assieme i fatti, e ostinatamente, continuare a pretendere la verità, la vittima numero 82. Perchè I-Tigi siamo noi, ogni volta che saliamo nei cieli.
Da leggere, per capire il contesto storico: "A un passo dalla guerra" di Miggiano, Purgatori, Lucca.
L'articolo di Purgatori sul corriere: "Ustica e quei quattro aerei nascosti".
26 giugno 2011
Il flop ad alta velocità
Il punto non è che senza TAV perdiamo i fondi europei. La vera domanda è, che ce ne facciamo noi della TAV verso la Francia (con già una linea ferroviaria non sfruttata)?
I finanziamenti europei servono solo ai contractor che faranno i lavori.
Scrive Luca Mercalli:
Le grandi opere non le vuole più nessuno, salvo chi le costruisce e la politica bipartisan che le sponsorizza con pubblico denaro. Dell’inutilità del Ponte sullo Stretto non vale più la pena di parlare, e dell’affaruccio miliardario delle centrali nucleari ci siamo forse sbarazzati con il referendum. Prendiamo invece il caso Tav Val di Susa.
Per i promotori si tratterebbe di un progetto “strategico”, del quale l’Italia non può fare a meno, sembra che senza quel supertunnel ferroviario di oltre 50 km di lunghezza sotto le Alpi, l’Italia sia destinata a un declino epocale, tagliata fuori dall’Europa. Chiacchiere senza un solo numero a supporto, è da vent’anni che le ripetono e mai abbiamo visto supermercati vuoti perché mancava quel buco. I numeri invece li hanno ben chiari i cittadini della Valsusa che costituiscono un modello di democrazia partecipata operante da decenni, decine di migliaia di persone, lavoratori, pubblici amministratori, imprenditori, docenti, studenti e pensionati, in una parola il movimento “No Tav”, spesso dipinto come minoranza facinorosa, retrograda e nemica del progresso. Numeri che l’Osservatorio tecnico sul Tav presieduto dall’architetto Mario Virano si rifiuta tenacemente di discutere. Proviamo qui a metterne in luce qualcuno.
Il primo assunto secondo il quale le merci dovrebbero spostarsi dalla gomma alla rotaia è di natura ambientale: il trasporto ferroviario, pur meno versatile di quello stradale, inquina meno. Il che è vero solo allorché si utilizza e si migliora una rete esistente. Se invece si progetta un’opera colossale, con oltre 70 chilometri di gallerie, dieci anni di cantiere, decine di migliaia di viaggi di camion, materiali di scavo da smaltire, talpe perforatrici, migliaia di tonnellate di ferro e calcestruzzo, oltre all’energia necessaria per farla poi funzionare, si scopre che il consumo di materie prime ed energia, nonché relative emissioni, è così elevato da vanificare l’ipotetico guadagno del parziale trasferimento merci da gomma a rotaia. I calcoli sono stati fatti dall’Università di Siena e dall’Università della California. In sostanza la cura è peggio del male.
Veniamo ora all’essere tagliati fuori dall’Europa: detto così sembra che la Val di Susa sia un’insuperabile barriera orografica, invece è già percorsa dalla linea ferroviaria internazionale a doppio binario che utilizza il tunnel del Frejus, ancora perfettamente operativo dopo 140 anni, affiancato peraltro al tunnel autostradale. Questa ferrovia è attualmente molto sottoutilizzata rispetto alle sue capacità di trasporto merci e passeggeri, sarebbe dunque logico prima di progettare opere faraoniche, utilizzare al meglio l’infrastruttura esistente. Lyon-Turin Ferroviarie a sostegno della proposta di nuova linea ipotizza che il volume dell’interscambio di merci e persone attraverso la frontiera cresca senza limiti nei prossimi decenni. Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino dimostra che “assunzioni e conclusioni di questo tipo sono del tutto infondate”. I dati degli ultimi anni lungo l’asse Francia-Italia smentiscono infatti questo scenario: il transito merci è in calo e non ha ragione di esplodere in futuro.
Un rapporto della Direction des Ponts et Chaussées francese predisposto per un audit all’Assemblea Nazionale nel 2003 afferma che riguardo al trasferimento modale tra gomma e rotaia, la Lione-Torino sarà ininfluente. E ora i costi di realizzazione a carico del governo italiano: 12-13 miliardi di euro, che considerando gli interessi sul decennio di cantiere portano il costo totale prima dell’entrata in servizio dell’opera a 16-17 miliardi di euro. Ma il bello è che anche quando funzionerà, la linea non sarà assolutamente in grado di ripagarsi e diventerà fonte di continua passività, trasformandosi per i cittadini in un cappio fiscale.
Ecco, allora, sintetizzata solo una minima parte dei dati che riempiono decine di studi rigorosi, incluse le recenti 140 pagine di osservazioni della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, dati sui quali si rifiuta sempre il confronto, adducendo banalità da comizio tipo “i cantieri porteranno lavoro”. Eppure il lavoro potrebbe arrivare anche da quelle piccole opere capillari di manutenzione delle infrastrutture italiane esistenti, ferrovie, acquedotti, ospedali, protezione idrogeologica, riqualificazione energetica degli edifici, energie rinnovabili.
Seguendo lo stesso criterio, anche l’Expo 2015 di Milano sarebbe semplicemente da non fare, chiuso il discorso. Sono eventi che andavano bene cent’anni fa. Se oggi in Italia tanti comitati si stanno organizzando per dire “no” alle grandi opere e per difendere i beni comuni e gli interessi del Paese, non è per sindrome Nimby (non nel mio cortile), bensì perché, come ho scritto nel mio “Prepariamoci” (Chiarelettere), per troppo tempo si sono detti dei “sì” che hanno devastato il paesaggio e minato la nostra salute fisica e mentale.
da Il Fatto Quotidiano del 18 giugno 2011
I finanziamenti europei servono solo ai contractor che faranno i lavori.
Scrive Luca Mercalli:
Le grandi opere non le vuole più nessuno, salvo chi le costruisce e la politica bipartisan che le sponsorizza con pubblico denaro. Dell’inutilità del Ponte sullo Stretto non vale più la pena di parlare, e dell’affaruccio miliardario delle centrali nucleari ci siamo forse sbarazzati con il referendum. Prendiamo invece il caso Tav Val di Susa.
Per i promotori si tratterebbe di un progetto “strategico”, del quale l’Italia non può fare a meno, sembra che senza quel supertunnel ferroviario di oltre 50 km di lunghezza sotto le Alpi, l’Italia sia destinata a un declino epocale, tagliata fuori dall’Europa. Chiacchiere senza un solo numero a supporto, è da vent’anni che le ripetono e mai abbiamo visto supermercati vuoti perché mancava quel buco. I numeri invece li hanno ben chiari i cittadini della Valsusa che costituiscono un modello di democrazia partecipata operante da decenni, decine di migliaia di persone, lavoratori, pubblici amministratori, imprenditori, docenti, studenti e pensionati, in una parola il movimento “No Tav”, spesso dipinto come minoranza facinorosa, retrograda e nemica del progresso. Numeri che l’Osservatorio tecnico sul Tav presieduto dall’architetto Mario Virano si rifiuta tenacemente di discutere. Proviamo qui a metterne in luce qualcuno.
Il primo assunto secondo il quale le merci dovrebbero spostarsi dalla gomma alla rotaia è di natura ambientale: il trasporto ferroviario, pur meno versatile di quello stradale, inquina meno. Il che è vero solo allorché si utilizza e si migliora una rete esistente. Se invece si progetta un’opera colossale, con oltre 70 chilometri di gallerie, dieci anni di cantiere, decine di migliaia di viaggi di camion, materiali di scavo da smaltire, talpe perforatrici, migliaia di tonnellate di ferro e calcestruzzo, oltre all’energia necessaria per farla poi funzionare, si scopre che il consumo di materie prime ed energia, nonché relative emissioni, è così elevato da vanificare l’ipotetico guadagno del parziale trasferimento merci da gomma a rotaia. I calcoli sono stati fatti dall’Università di Siena e dall’Università della California. In sostanza la cura è peggio del male.
Veniamo ora all’essere tagliati fuori dall’Europa: detto così sembra che la Val di Susa sia un’insuperabile barriera orografica, invece è già percorsa dalla linea ferroviaria internazionale a doppio binario che utilizza il tunnel del Frejus, ancora perfettamente operativo dopo 140 anni, affiancato peraltro al tunnel autostradale. Questa ferrovia è attualmente molto sottoutilizzata rispetto alle sue capacità di trasporto merci e passeggeri, sarebbe dunque logico prima di progettare opere faraoniche, utilizzare al meglio l’infrastruttura esistente. Lyon-Turin Ferroviarie a sostegno della proposta di nuova linea ipotizza che il volume dell’interscambio di merci e persone attraverso la frontiera cresca senza limiti nei prossimi decenni. Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino dimostra che “assunzioni e conclusioni di questo tipo sono del tutto infondate”. I dati degli ultimi anni lungo l’asse Francia-Italia smentiscono infatti questo scenario: il transito merci è in calo e non ha ragione di esplodere in futuro.
Un rapporto della Direction des Ponts et Chaussées francese predisposto per un audit all’Assemblea Nazionale nel 2003 afferma che riguardo al trasferimento modale tra gomma e rotaia, la Lione-Torino sarà ininfluente. E ora i costi di realizzazione a carico del governo italiano: 12-13 miliardi di euro, che considerando gli interessi sul decennio di cantiere portano il costo totale prima dell’entrata in servizio dell’opera a 16-17 miliardi di euro. Ma il bello è che anche quando funzionerà, la linea non sarà assolutamente in grado di ripagarsi e diventerà fonte di continua passività, trasformandosi per i cittadini in un cappio fiscale.
Ecco, allora, sintetizzata solo una minima parte dei dati che riempiono decine di studi rigorosi, incluse le recenti 140 pagine di osservazioni della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, dati sui quali si rifiuta sempre il confronto, adducendo banalità da comizio tipo “i cantieri porteranno lavoro”. Eppure il lavoro potrebbe arrivare anche da quelle piccole opere capillari di manutenzione delle infrastrutture italiane esistenti, ferrovie, acquedotti, ospedali, protezione idrogeologica, riqualificazione energetica degli edifici, energie rinnovabili.
Seguendo lo stesso criterio, anche l’Expo 2015 di Milano sarebbe semplicemente da non fare, chiuso il discorso. Sono eventi che andavano bene cent’anni fa. Se oggi in Italia tanti comitati si stanno organizzando per dire “no” alle grandi opere e per difendere i beni comuni e gli interessi del Paese, non è per sindrome Nimby (non nel mio cortile), bensì perché, come ho scritto nel mio “Prepariamoci” (Chiarelettere), per troppo tempo si sono detti dei “sì” che hanno devastato il paesaggio e minato la nostra salute fisica e mentale.
da Il Fatto Quotidiano del 18 giugno 2011
Il cielo di sabbia (Joe Lansdale)
Il cielo di sabbia, di Joe Lansdale: Oklahoma, anni Trenta. Jack ha appena finito di seppellire entrambi i genitori e si aggira tra le rovine della sua casa, distrutta da una delle tempeste di sabbia che sconvolgono lo Stato, quando vede arrivare Jane e suo fratello Tony. Anche loro hanno perso tutto quello che avevano, e vagano in un mondo senza vita, nel quale tutto, dalle piante al cibo, è sommerso sotto uno strato di polvere rossa. Ai tre ragazzi non rimane che rubare una macchina (il cui padrone è morto anche lui nella tempesta) e partire alla volta del Texas orientale, nella speranza di trovare pace e un'occasione per ricominciare a vivere. Ma la strada fino in Texas, tra rapinatori e vagabondi, cavallette e alligatori, deliziose vedove e spietati sfruttatori, si rivelerà lunga e tortuosa, e costringerà i tre ragazzi a crescere e a confrontarsi con quel misto inestricabile di malvagità e solidarietà che alberga in ogni essere umano.
Ancora il sud degli stati uniti, ancora una storia di ragazzi che affrontando delle disavventure (la morte dei genitori, la furia della natura, incontri con personaggi poco raccomandabili), entrano nel mondo degli adulti. Imparando sulla propria pelle il valore della vita e della solidarietà.
«Uscii in retromarcia dalla rimessa e mi avviai traballante sulla sabbia. Le gomme non facevano bene contatto, e fui costretto a rallentare. Poi prendemmo il via. Era come cavalcare sulle onde dell'oceano. Andavamo lenti, ma andavamo.
Non intendo raccontare storie. Furto o no, era una bella sensazione ritrovarsi al volante di una Ford V8, il piede sull'acceleratore e la consapevolezza di lasciarsi alle spalle tutti quei morti e quella sabbia per andare incontro a non so quale speranza. Proprio non sapevo dove stavo andando, ma una cosa la sapevo per certo.
Dovunque stessi andando, su quella Ford rubata, è sicuro che intendevo arrivarci alla svelta».
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Tutti al mare?
E noi ci saremmo mobilitati per il referendum per raccogliere le fime e invitare a votare, per questo? Cioè per una belle legge bipartisan a bloccare la pubblicazione delle intercettazioni?
E questo il cambiamento che le persone aspettavano?
Mentre il governo rinvia il decreto per salvare Napoli dai rifiuti (e quando toccherà a Roma, cosa succederà?), si troverebbe invece il tempo per discutere delle intercettazioni?
Come direbbe il Crozza-Bersani, ma siamo matti?
Solo perchè non ci sarebbero aspetti penali, non significa che non siano interessanti per noi cittadini elettori. Senza la pubblicazione delle intercettazioni mai avremmo saputo di cosa succede dietro le quinte della maggioranza: dice Gelmini "il leader è Letta e Frattini il suo pupillo". Il pupillo o il pupo, malleabile, controllabile, dal potere massonico sempre alle spalle del potere.
"Il governo è al lavoro" - commentava il servizio del tg1 di ieri. Al lavoro ma per chi?
Per indorare la pillola dei tagli (molti rinviati al prossimo governo), Tremonti fa sapere che vorrebbe tagliare i costi della casta. Le auto blu, ma chi c'è l'ha già può continuare ad usarla. Taglio anche ai costi della politica, ma affindandosi al buon cuore del legislatore.
La Lega dice che farà volare le sedie, se passa il decreto sui rifiuti a Napoli. Certo, senza cadreghe, rimane da capire su cosa si siederanno a Roma.
Forse dovrebbero iniziare a temere le monetine dei cittadini sempre più incazzati: a Parma c'è stato un assaggio. Dopo gli arresti nella giunta del PDL e Lega (per una storia di corruzione di cui aveva già parlato Presa diretta), hanno dovuto chiamare la polizia per sgomberare la folla inferocita.
Altro che sedie che volano, ministeri al nord e padania libera.
Che poi, libera di che? Il pm della DDA Alessandra Dolci nella requisitoria al maxi processo contro la ndrangheta ha parlato di colonizzazione in Lombardia.
E noi dovremmo andarcene al mare e starcene tutti tranquilli?
Sempre in tema :
- P4 il coinvolgimento dei vertici della guardia di finanza (gli stessi nomi usciti in Why not)
- Borghezio contro Roma: "Fa schifo, sporca come Calcutta"
- i cantieri della TAV : il flop ad alta velocità
E questo il cambiamento che le persone aspettavano?
Mentre il governo rinvia il decreto per salvare Napoli dai rifiuti (e quando toccherà a Roma, cosa succederà?), si troverebbe invece il tempo per discutere delle intercettazioni?
Come direbbe il Crozza-Bersani, ma siamo matti?
Solo perchè non ci sarebbero aspetti penali, non significa che non siano interessanti per noi cittadini elettori. Senza la pubblicazione delle intercettazioni mai avremmo saputo di cosa succede dietro le quinte della maggioranza: dice Gelmini "il leader è Letta e Frattini il suo pupillo". Il pupillo o il pupo, malleabile, controllabile, dal potere massonico sempre alle spalle del potere.
"Il governo è al lavoro" - commentava il servizio del tg1 di ieri. Al lavoro ma per chi?
Per indorare la pillola dei tagli (molti rinviati al prossimo governo), Tremonti fa sapere che vorrebbe tagliare i costi della casta. Le auto blu, ma chi c'è l'ha già può continuare ad usarla. Taglio anche ai costi della politica, ma affindandosi al buon cuore del legislatore.
La Lega dice che farà volare le sedie, se passa il decreto sui rifiuti a Napoli. Certo, senza cadreghe, rimane da capire su cosa si siederanno a Roma.
Forse dovrebbero iniziare a temere le monetine dei cittadini sempre più incazzati: a Parma c'è stato un assaggio. Dopo gli arresti nella giunta del PDL e Lega (per una storia di corruzione di cui aveva già parlato Presa diretta), hanno dovuto chiamare la polizia per sgomberare la folla inferocita.
Altro che sedie che volano, ministeri al nord e padania libera.
Che poi, libera di che? Il pm della DDA Alessandra Dolci nella requisitoria al maxi processo contro la ndrangheta ha parlato di colonizzazione in Lombardia.
E noi dovremmo andarcene al mare e starcene tutti tranquilli?
Sempre in tema :
- P4 il coinvolgimento dei vertici della guardia di finanza (gli stessi nomi usciti in Why not)
- Borghezio contro Roma: "Fa schifo, sporca come Calcutta"
- i cantieri della TAV : il flop ad alta velocità
24 giugno 2011
Acqua alla gola
Se non fossimo con l'acqua alla gola (i ratings negativi sull'Italia e sulle banche che hanno generato oggi il panico in borsa) il ministro Tremonti non si sarebbe lanciato in questi tagli alla politica. Dal sapore così grilliano ..
Tremonti sta tenendo duro, di fronte alle pressioni della sua stessa maggioranza per abbassare le tasse e aprire i cordoni della borsa.
Vedremo fino a quando riuscirà a rimanere in sella e se queste promesse nell'articolato verranno mantenute:
SETTE ARTICOLI - Sette articoli al fulmicotone, nel tentativo di riportare la politica a quella dimensione di sobrietà ( e credibilità) alla quale non si stanca di appellarsi il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Per prima cosa, dalle prossime elezioni o dalle prossime nomine, tutti i compensi pubblici (compresi quindi quelli dei deputati e delle cariche elettive locali, regionali, provinciali e comunali), non potranno superare quelli medi europei. Poi le auto blu: non oltre 1.600 di cilindrata. Quindi gli aerei blu: saranno riservati al presidente della Repubblica, al premier e ai presidenti delle Camere. E poi i tagli alle dotazioni di Camera, Senato, presidenza del Consiglio, oltre che ai partiti politici. Unica incertezza: ancora non è stata fissata una percentuale di questa riduzione. In memoria forse di quello che accadde lo scorso anno, quando la proposta di sforbiciare del 50% i rimborsi elettorali fu ridimensionata al 10%. Ciliegina sulla torta, l’election day obbligatorio quando le consultazioni elettorali e referendarie si dovessero in futuro incrociare ancora. L’iniziativa è coraggiosa. Non resta che fargli i nostri migliori auguri.
Tremonti sta tenendo duro, di fronte alle pressioni della sua stessa maggioranza per abbassare le tasse e aprire i cordoni della borsa.
Vedremo fino a quando riuscirà a rimanere in sella e se queste promesse nell'articolato verranno mantenute:
SETTE ARTICOLI - Sette articoli al fulmicotone, nel tentativo di riportare la politica a quella dimensione di sobrietà ( e credibilità) alla quale non si stanca di appellarsi il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Per prima cosa, dalle prossime elezioni o dalle prossime nomine, tutti i compensi pubblici (compresi quindi quelli dei deputati e delle cariche elettive locali, regionali, provinciali e comunali), non potranno superare quelli medi europei. Poi le auto blu: non oltre 1.600 di cilindrata. Quindi gli aerei blu: saranno riservati al presidente della Repubblica, al premier e ai presidenti delle Camere. E poi i tagli alle dotazioni di Camera, Senato, presidenza del Consiglio, oltre che ai partiti politici. Unica incertezza: ancora non è stata fissata una percentuale di questa riduzione. In memoria forse di quello che accadde lo scorso anno, quando la proposta di sforbiciare del 50% i rimborsi elettorali fu ridimensionata al 10%. Ciliegina sulla torta, l’election day obbligatorio quando le consultazioni elettorali e referendarie si dovessero in futuro incrociare ancora. L’iniziativa è coraggiosa. Non resta che fargli i nostri migliori auguri.
I serpenti a sonagli non si suicidano
"Da queste parti dicono 'i serpenti a sonagli non si suicidano' "
Agente FBI Rupert Anderson (Gene Hackman), in "Mississippi Burning"
Nella Lega è in corso una faida interna sul dopo Bossi, con Reguzzoni che ha rischiato il posto e il botta e risposta Bossi-Maroni.
Le intercettazioni emerse nel caso Bisignani P4, che raccontano del tutti contro tutti nel PDL.
Forse, come in Mississipi Burning, i serpenti hanno iniziato a suicidarsi.
Agente FBI Rupert Anderson (Gene Hackman), in "Mississippi Burning"
Nella Lega è in corso una faida interna sul dopo Bossi, con Reguzzoni che ha rischiato il posto e il botta e risposta Bossi-Maroni.
Le intercettazioni emerse nel caso Bisignani P4, che raccontano del tutti contro tutti nel PDL.
Forse, come in Mississipi Burning, i serpenti hanno iniziato a suicidarsi.
Irrilevante, ma non per noi
Dice il ministro Alfano che le intercettazioni pubblicate, dall'inchiesta sulla P4 sono costose e irrilevanti.
Costose, come sono costosi gli sprechi emersi dall'inchiesta sulla Protezione civile e i lavori per il G8 alla Maddalena. O per il ponte sullo stretto (costato 250 ML e che non si farà).
Irrilevanti, probabilmente è vero, perchè difficilmente uscirà qualcosa di penalmente rilevante, che i giudici dovranno considerare.
Ma quelle intercettazioni sono assolutamente rilevanti per noi cittadini: ci permettnono di capire chi sono questi statisti un tanto al chilo che affollano i talk show televisivi.
Le santanchè-frattini-papa-brambilla.
Queste intercettazioni ci fanno capire in che modo vengono selezionati i grandi manager di stato, come Scaroni e Moretti, o dirigenti Rai come Masi.
In che modo avvengono certe carriere nelle forze armate e come vengono reclutate le persone dentro i servizi segreti.
Ovviamente, inutile continuare a commentare su questi politici che non sanno quanto costano veramente le intercettazioni, quante persone sono intercettate e che, in fondo, spetta ad un giudice stabilire se sono rilevanti o meno.
Invece val la pena di segnalare quanto i nemici della libera informazione siano perfettamente bipartisan. Da Minzolini, a D'Alema:
Secondo Massimo D’Alema, in questi giorni “leggiamo una valanga di intercettazioni che nulla hanno a che vedere con vicende penali e sgradevolmente riferiscono vicende private delle persone”.
il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che dice: “Il problema delle intercettazioni c’è” e su come interventire “c’è una riflessione”. Perché, sottolinea Cicchitto, “è davanti agli occhi di tutti l’esistenza di un autentico scandalo, cioè la pubblicazione di intercettazioni che non hanno nessun rilievo penale. E’ un gioco al massacro che va interrotto. E’ una situazione assolutamente insostenibile”.
Secondo il vicepresidente del Csm Michele Vietti già nella scorsa legislatura ”si è parlato di varare una legge sulle intercettazioni, senza mai far seguire alle parole i fatti. Comunque non è mai troppo tardi”.
Non è mai troppo tardi. Per sprofondare peggio dello zimbabwe.
Costose, come sono costosi gli sprechi emersi dall'inchiesta sulla Protezione civile e i lavori per il G8 alla Maddalena. O per il ponte sullo stretto (costato 250 ML e che non si farà).
Irrilevanti, probabilmente è vero, perchè difficilmente uscirà qualcosa di penalmente rilevante, che i giudici dovranno considerare.
Ma quelle intercettazioni sono assolutamente rilevanti per noi cittadini: ci permettnono di capire chi sono questi statisti un tanto al chilo che affollano i talk show televisivi.
Le santanchè-frattini-papa-brambilla.
Queste intercettazioni ci fanno capire in che modo vengono selezionati i grandi manager di stato, come Scaroni e Moretti, o dirigenti Rai come Masi.
In che modo avvengono certe carriere nelle forze armate e come vengono reclutate le persone dentro i servizi segreti.
Ovviamente, inutile continuare a commentare su questi politici che non sanno quanto costano veramente le intercettazioni, quante persone sono intercettate e che, in fondo, spetta ad un giudice stabilire se sono rilevanti o meno.
Invece val la pena di segnalare quanto i nemici della libera informazione siano perfettamente bipartisan. Da Minzolini, a D'Alema:
Secondo Massimo D’Alema, in questi giorni “leggiamo una valanga di intercettazioni che nulla hanno a che vedere con vicende penali e sgradevolmente riferiscono vicende private delle persone”.
il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che dice: “Il problema delle intercettazioni c’è” e su come interventire “c’è una riflessione”. Perché, sottolinea Cicchitto, “è davanti agli occhi di tutti l’esistenza di un autentico scandalo, cioè la pubblicazione di intercettazioni che non hanno nessun rilievo penale. E’ un gioco al massacro che va interrotto. E’ una situazione assolutamente insostenibile”.
Secondo il vicepresidente del Csm Michele Vietti già nella scorsa legislatura ”si è parlato di varare una legge sulle intercettazioni, senza mai far seguire alle parole i fatti. Comunque non è mai troppo tardi”.
Non è mai troppo tardi. Per sprofondare peggio dello zimbabwe.
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23 giugno 2011
InferNapoli di Peppe Lanzetta
"Vincent Profumo chiuse le tende e si stese sul divano. Quel giorno non aveva voglia di sentire il mondo.Spense i cellulari, si preparò una cedrata Tassoni con molto ghiaccio e ci mise dentro aperol e menta. Aveva gusti strani, cmoe strano era il suo modo di mangiare, di guardarsi allo specchio, di lavarsi continuamente le mani di darsi in continuazione il Vetiver, quello di Verlain .."L'incipit del romanzo di Peppe Lanzetta (di cui Roberto Saviano dice «Per primo ha messo viso e mani all'inferno» ): un racconto feroce, dentro i gironi senza nome di quell'inferno che è la Napoli, osservata da vicino e raccontata attraverso l’epopea di un “malamente”, il boss Vincent Profumo . Un boss anarchico, boss bipolare per i suoi cambi di umore, capace di condannare a morte nua ragazza per uno sgarro e poi di commuoversi di fronte alla voce di Maria Callas.
Un inferno che avvolge una città cui Dio ha concesso tutte le grazie per essere invece un paradiso in terra, per le bellezze naturali: il mare, le rovine dei romani, il cibo, i ragazzi con la voglia di vivere addosso. Di vivere di amare.
Invece, è un inferno di violenza, afa, sudore, rifiuti nell'acqua e rifiuti sottoterra. Prostituzione, droga, traffico di essere umani.
"Non si sente il mare, poi si sente.Ma l'inferno non lascia in pace nemmeno i cattivi: tutti sono trascinati negli inferi per condividere lo stesso dolore, come le persone nei bassi, come le donne col tuppo nero costrette a piangere un marito o un figlio morto in una guerra non dichiarata.
La mente è offuscata, il caldo avanza. L'afa asfissiante della città malata copre i pori e in veste le anime dannate che annaspano cercando un pò di refrigerio, un pò di credito, una speranza cammuffata d auna finanziaria che promette soldi a pensionati fino a novant'anni .." pag 28
Anche le tre figlie del boss Profumo, non sfuggono a questa maledizione: Maria Sole, Maria Stella e Maria Luna (chiamate così per la passione per la Callas del padre) che in un tema scrive:
"Odio mio padre. E' un camorrista. Odio tutti i camorristi come lui. Mio padre non mi fa mancare mai nientema a me manca la cosa più importante, l'affetto di un padre vero .." pag 50Nel racconto si parla della mala cinese, si spiega come funziona il meccanismo delle tangenti: per esempio in un business sul settore ortofrutticolo che comprende la zona dal basso Lazio fino all'Irpinia:
"Tarà, scusa se non ho capito! E quest'onorevole da solo se vuò fottere centomila euro: je vaco 'o manicomio! Quindi se ho capito bene cinquantamila al nostro onorevole Porcellino più centomila per Salasso e e cento per il prelato ... Altri cinquanta li abbimao dati al giudice e sò trecentomila euro più i centoventimila per questi altri accattoni".
Chi è più sporco? Il boss che spara e uccide (o fa uccidere), o i politici, assessori, consiglieri, sindaci, magistrati, forze dell'ordine che sapendo dell'inferno quotidiano, fanno finta di non vedere? Che prendono una tangente per starsene buoni, e non "rumpere 'o cazzo"?
Un boss, di cui Lanzetta non ci risparmia nulla: i suoi pensieri, e sue manie, la sua ferocia e la sua distorta umanità, perso nel suo sfarzo ultrakitsch (come la mania per i mocassini) e nelle sue debolezze sessuali.
"Si sente l'orrore. Si taglia col coltello.Infernapoli è un grido di dolore di tutti i disperati, di tutti i diseredati di una terra che sembra non avere speranza, se non la voglia di vivere, "il vizio della vita" dei giovani, cui nemmeno l'afa, la violenza, la munnizza, l'odore di sporco riusciranno a togliere.
Eppure c'è il sole. Il cielo terso e l'aria calda strapazzano i corpi di chi vuole la vita, la sente, la onora. [..]
Il mare aspetta i bambini delle colonie, unico riscatto e sogno di rivoluzione in una terra che invece arranca su sè stessa, popolata da uomini senza scrupoli occupati a nascondere traffici e imbrogli, a seppelire scorie e materiale radioattivo.." pag 52
Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati : Peppe Lanzetta
L'urgenza delle intercettazioni
L'urgenza di una legge che regolamenti le intercettazioni (ovvero, che renda più difficile il loro utilizzo) è direttamente proporzionale all'uscita sui giornali di articoli sugli scandali della casta.
Era urgente l'anno scorso dopo l'inchiesta sulla P3, sulle papi girls, sulle notti di Arcore.
Ed è altrettanto urgente oggi, quando si è passati alla nuova P4, con tutte le telefonate di uomini dello stato che gravitano nell'orbita di Bisignani.
Passata l'enfasi sui quotidiani nazionali , anche la legge verrà messa nel cassetto, sempre pronta alla bisogna. L'importante è che il cittadino non sappia, o che si dimentichi.
Per esempio di come le ministre sparlavano al telefono con Bisignani:
Tutto secondo i desideri del cavaliere.
Era urgente l'anno scorso dopo l'inchiesta sulla P3, sulle papi girls, sulle notti di Arcore.
Ed è altrettanto urgente oggi, quando si è passati alla nuova P4, con tutte le telefonate di uomini dello stato che gravitano nell'orbita di Bisignani.
Passata l'enfasi sui quotidiani nazionali , anche la legge verrà messa nel cassetto, sempre pronta alla bisogna. L'importante è che il cittadino non sappia, o che si dimentichi.
Per esempio di come le ministre sparlavano al telefono con Bisignani:
Ministra Mariastella Gelmini, a telefono con Bisignani:Scrive Travaglio nel suo pezzo in prima pagina sul Fatto:
Guarda non è finita, io non mi faccio trattare come Bondi, mi dispiace ... questo Fortunato è un cafone, maleducato e anche impreparato perché alla fine, cioè, siccome non studia i dossier e non sa i tagli che ho fatto e i risparmi che ho fatto, lui si è permesso, dopo che io mi ero praticamente prostituita per costruirmi un rapporto con Tremonti (!!!, ndr), lui è andato a dirgli che io facevo la furba e stavo facendo emendamenti per moltiplicare ... e quindi figurati Tremonti ... è impazzito.
Bisignani a Briatore, sempre sul Sottosegretario Santanché:
La Santanché e i suoi hanno usato Berlusconi per mandare affanculo Fini, cosa che a loro non era mai riuscita.
Dago a telefono con Bisignani, sulla Ministra Mara Carfagna:
Quest'altra scema della Carfagna, no (…) che è sempre più matta perché, l'ultima che mi hanno detto è che lei vuole ... vuole veramente .. pretende davvero la mano di Berlusconi ... la sai l'ultima? Veramente vuole che Berlusconi la prenda ... la impalmi.
A questo punto sarebbe il caso di farla finita con le ipocrisie e approvare una legge di due righe che dica: i parlamentari non si possono arrestare mai, qualunque cosa abbiano fatto, nemmeno in flagranza di reato, neanche se stanno assassinando la moglie. Una legge che, per coerenza, dovrebbero votare tutti i partiti che negano regolarmente l’autorizzazione all’arresto dei parlamentari (Pdl, Lega e Udc), o magari ogni tanto votano Sì per fare bella figura, ma solo dopo aver accertato che vincerà il No (Pd).A proposito di liberali e di informazione, in Rai al peggio non c'è mai fine. non contenti di aver perso l'informazione di punta su Rai 2 con Annozero (sostituito da una fiction), di perdere Report su Rai 3, oggi leggi che anche Presadiretta di Iacona potrebbe non andare in onda.
Tutto secondo i desideri del cavaliere.
22 giugno 2011
Nell'infernapoli di Lanzetta
Come un novello Virgilio, Peppe Lanzetta ci porta nell'inferno di Napoli. Boss spietati che si commuovono per la musica lirica, la mafia cinese, la prostituzione, la droga, politici corrotti peggio dei boss. Morte, sesso, violenza: tutto all'estrema in quella città che avrebbe potuto essere paradiso ...
E senza alcuna speranza di rivedere le stelle.
Il link per ordinare il libro su ibs e la scheda sul sito di Garzanti.
Ostracismo
Come è, dunque, possibile la costituzione di una sorta di interpartito se non appunto grazie al permanere di un sistema di zone d'ombra legittimate da malintese forme di garantismo?
Quello che qui viene messo in discussione non è la libertà del diritto di associazione[..] ciò che viene messo in discussione è la funzionalità e la credibilità di un sistema democratico nel suo complesso, quel sistema che costituisce la prima e imprescindibile garanzia per i diritti dei singoli che in nessun modo possono essere tutelati e difesi se non garantendo l'integrità del quadro entro il quale essi sono destinati a esplicarsi. [..]
[dobbiamo domandarci ] Se, cioè, accanto a ciò che viene dibattuto e operato di fronte ai cittadini possa esistere un versante occulto nel quale programmi e azioni destinate ad incidere nella vita della collettività vengano elaborati e portati avanti al di fuori, non dico di ogni controllo ma della stessa conoscenza dell'opinione pubblica.
Lascio agli economisti dibattere se l'esistenza di una economia sommersa finga da stimolo o sia di danno all'economia ufficiale, ma per quanto mi concerne non credo che vi siano dubbi che la politica sommersa non potrà mai rivestire un ruolo di complementarietà rispetto alla politica ufficiale, perché essa ne è in radice la negazione. [..]
Qui sta, io credo, il valore politico principale della relazione della Commissione: essa ci documenta la presenza di uomini affiliati alla loggia in buona parte delle vicende più torbide che hanno attraversato il paese nel corso di più di un decennio.
Da vicende finanziarie, come quelle di Sindona e di Roberto Calvi, sino ad episodi di eversione violenta del sistema, troviamo che la Loggia P2, con la sua segretezza, costituisce il luogo privilegiato nel quale entrano in contatto e si intrecciano ambienti disparati, che hanno in comune il fatto di agire al di fuori della legalità repubblicana.
Dall'esplorazione di questo mondo [..] possiamo trarre una conclusione principale di significato politico rilevante: che la politica sommersa vive e prospera contro la politica ufficiale; che una democrazia manipolata è in realtà una non democrazia; che ogni tentativo di correggere surrettiziamente e per vie traverse il sistema democratico significa in realtà negarlo alla radice dei suoi valori costitutivi.
Non c'è spazio nella nostra democrazia per conciliare stato e antistato: questo diceva nella sua relazione finale sulla loggia P2, l'onorevole Tina Anselmi.
Nel lontano 1986.
Sono passati 25 anni, è crollata la prima repubblica, c'è stata la maxi tangente Enimont, le inchieste di De Magistris in Calabria, è ancora siamo qui a parlare di logge segrete, faccendieri cui persone dello stato si rivolgono per facilitare gli affari propri. Generali, cardinali, giornalisti, banchieri, politici e manager di stato. Di P2, P3 e P4.
Basta.
Fossimo una democrazia seria, le persone che hanno avuto contatti con questi Bisignani, Valori, Saladino, verrebbero messi in quarantena, da parte. Senza aspettare gi esiti della giustizia penale, semmai si arriverà a giudizio e semmai dovesse venire riconosciuto qualche reato penale.
Queste persone, ministri, dirigenti Rai, politici, dovrebbero essere messi in ostracismo, perchè hanno scelto di stare dalla parte della politica sommersa.
L'affiliato allo stato
Hanno dovuto pure accettarlo nella ndrangheta, questo picciotto che era già affiliato allo stato.
A fatica, ma alla fine Giuseppe Caridi, compare Peppe o anche U’ scarparu per gli “amici”, consigliere comunale ad Alessandria, è stato affiliato alla ndtangheta: "aveva già giurato fedeltà allo Stato e quindi non avrebbe potuto dare la sua parola all’onorata società. “Alla fine il ‘problema’ è stato risolto perché anche il politico capace di adeguarsi alle regole dell’associazione può rivelarsi utile”, ha detto il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli "
Non so se avete capito, ma il problema era che questo rappresentante dello stato, aveva giurato fedeltà a qualcosa di estraneo alla ndrangheta.
Dall'articolo su Il fatto:
Nella casa di Caridi, una cascina nella campagna tra Alessandria e Tortona, vengono attribuite “doti verosimilmente corrispondenti alla santa ad alcuni degli affiliati”. La santa è una nomina molto importante. “A un santista – riferisce il pentito Antonino Belnome - è permesso fare affari con la politica”. L’importanza delle cerimonia, durante la quale al politico viene attribuita la dote, è molto importante. Un dato testimoniato “dalla partecipazione, oltre che dei sodali incardinati nel locale di Novi Ligure anche di una delegazione degli affiliati del locale di Genova, guidata da Domenico Gangemi, il quale, proprio in relazione all’ingresso nella compagine criminale del Caridi, che ricopre l’Ufficio di consigliere presso l’amministrazione comunale di Alessandria, ha esternato prima e dopo il conferimento, il suo pensiero in riferimento ai rapporti che dovrebbero intercorrere tra la ‘ndrangheta e gli appartenenti all’ambiente politico-amministrativo”.
[..]
Il 21 febbraio, una settimana prima del rito di affiliazione, di nuovo Gangemi ne parla con Onofrio Garcea, affiliato alla locale di Genova. I due “discutono valutandone l’opportunità e la corrispondenza alle regole sociali
GANGEMI : io, compare, all’uomo nella politica non lo vedi, stando a regola …(inc)…
GARCEA : se uno fa già spazzatura, oggi domani (…) quindi me lo tengo, onestamente parlando me lo tengo
GANGEMI : come discorso
GARCEA : ma che uno nella politica lo porti dove siamo io … NO!
GANGEMI : come discorso logico materialmente non cambia niente
GARCEA : la politica un posto nella ‘ndrangheta non lo merita …
GANGEMI: compare io penso che a questo Caridi cambia poco in sostanza.
GARCEA: …Ci dissero adeguiamo, ci adeguiamo
Il 28 febbraio, ad affiliazione avvenuta, ecco di nuovo Domenico Gangemi commentare la cerimonia. “Una voltata e una girata ne abbiamo fritti (fonetico: friimm’) tre, dei tre …”. Ovvero sono state affiliate tre persone. Tra questi, prosegue Gangemi, Caridi. Ne parla sempre con Onofrio Garcea.
GANGEMI: è sempre un giovanotto
GARCEA: ginestra
GANGEMI: la Minna (fonetico, nome dialettale della mammella)..
GARCEA: una Minna, a quell’altro la crociata poi gli ho dato l’abbraccio
Annota il gip: “Non vi è dubbio che i prevenuti nell’occasione stiano parlando di istituti di ‘ndrangheta, affermando, in tale contesto, che al Caridi era stata assegnata la ginestra, diventando, quindi, giovanotto ad intendere la sua qualità di picciotto: in tale prospettiva, deve leggersi il riferimento alla minna, ovvero al seno materno, ad indicare la “giovane età”, l’essere quasi un lattante nelle gerarchie del sodalizio”.
Il 18 marzo è un’intercettazione ambientale a svelare ulteriori particolari sul caso.
GANGEMI: il politico non è …..
UOMO: il politico che può fare .. il politico cosa può fare ..non ho capito , il politico che può fare?
GANGEMI: il politico se ce da fare una legge antimafia la fa pure lui .. …l’autista dell’autobus guida l’autobus e basta… il ferroviere (inc.) ..
UOMO: allora avete sbagliato anche voi che avete accettato … sotterraneamente pure (inc.) pure voi avete sbagliato che avete accettato Caridi .
GANGEMI: si è voluto chiudere un occhio. Caridi è un bravo amico Si è voluto chiudere un occhio. Sappiamo che è un cristiano che si comporta buono, se posso aiutare un amico, si è fatta un’eccezione e si è chiuso un occhio ..però non è che siamo …per dire .. per dire il Sindaco di Siderno ..il Sindaco di Siderno lo sapete che è capo locale a Siderno
UOMO : regaliamo sto fiore per dire
GANGEMI: perché a Siderno non … (inc.) un cristiano che capisce …è figlio di un buono cristiano un domani se interessa ..(inc.) pero se può essere al nostro servizio. (…). Oggi la cosa è evoluta e a me mi sta bene se noi abbiamo un cristiano onesto, anche se fa il politico, mi sta bene anche a me…..
UOMO : poi ci inguaia tutti …nel bene e nel male
GANGEMI: no …no …non m’avete capito perché io di Giuseppe Caridi mi fido come mi fido compare solo di voi perché … è un cristiano come noi … pure il sindaco di Siderno è un cristiano come noi se è un buono cristiano in un locale … un politico .. ci fa comodo ..
UOMO: allora dobbiamo fare le nuove riforme dobbiamo cambiare anche noi tante cosettine
GANGEMI: è cambiato il mondo .. da diverse parti hanno il sindaco in tanti locali … a me mi sta bene pure..
A fatica, ma alla fine Giuseppe Caridi, compare Peppe o anche U’ scarparu per gli “amici”, consigliere comunale ad Alessandria, è stato affiliato alla ndtangheta: "aveva già giurato fedeltà allo Stato e quindi non avrebbe potuto dare la sua parola all’onorata società. “Alla fine il ‘problema’ è stato risolto perché anche il politico capace di adeguarsi alle regole dell’associazione può rivelarsi utile”, ha detto il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli "
Non so se avete capito, ma il problema era che questo rappresentante dello stato, aveva giurato fedeltà a qualcosa di estraneo alla ndrangheta.
Dall'articolo su Il fatto:
Nella casa di Caridi, una cascina nella campagna tra Alessandria e Tortona, vengono attribuite “doti verosimilmente corrispondenti alla santa ad alcuni degli affiliati”. La santa è una nomina molto importante. “A un santista – riferisce il pentito Antonino Belnome - è permesso fare affari con la politica”. L’importanza delle cerimonia, durante la quale al politico viene attribuita la dote, è molto importante. Un dato testimoniato “dalla partecipazione, oltre che dei sodali incardinati nel locale di Novi Ligure anche di una delegazione degli affiliati del locale di Genova, guidata da Domenico Gangemi, il quale, proprio in relazione all’ingresso nella compagine criminale del Caridi, che ricopre l’Ufficio di consigliere presso l’amministrazione comunale di Alessandria, ha esternato prima e dopo il conferimento, il suo pensiero in riferimento ai rapporti che dovrebbero intercorrere tra la ‘ndrangheta e gli appartenenti all’ambiente politico-amministrativo”.
[..]
Il 21 febbraio, una settimana prima del rito di affiliazione, di nuovo Gangemi ne parla con Onofrio Garcea, affiliato alla locale di Genova. I due “discutono valutandone l’opportunità e la corrispondenza alle regole sociali
GANGEMI : io, compare, all’uomo nella politica non lo vedi, stando a regola …(inc)…
GARCEA : se uno fa già spazzatura, oggi domani (…) quindi me lo tengo, onestamente parlando me lo tengo
GANGEMI : come discorso
GARCEA : ma che uno nella politica lo porti dove siamo io … NO!
GANGEMI : come discorso logico materialmente non cambia niente
GARCEA : la politica un posto nella ‘ndrangheta non lo merita …
GANGEMI: compare io penso che a questo Caridi cambia poco in sostanza.
GARCEA: …Ci dissero adeguiamo, ci adeguiamo
Il 28 febbraio, ad affiliazione avvenuta, ecco di nuovo Domenico Gangemi commentare la cerimonia. “Una voltata e una girata ne abbiamo fritti (fonetico: friimm’) tre, dei tre …”. Ovvero sono state affiliate tre persone. Tra questi, prosegue Gangemi, Caridi. Ne parla sempre con Onofrio Garcea.
GANGEMI: è sempre un giovanotto
GARCEA: ginestra
GANGEMI: la Minna (fonetico, nome dialettale della mammella)..
GARCEA: una Minna, a quell’altro la crociata poi gli ho dato l’abbraccio
Annota il gip: “Non vi è dubbio che i prevenuti nell’occasione stiano parlando di istituti di ‘ndrangheta, affermando, in tale contesto, che al Caridi era stata assegnata la ginestra, diventando, quindi, giovanotto ad intendere la sua qualità di picciotto: in tale prospettiva, deve leggersi il riferimento alla minna, ovvero al seno materno, ad indicare la “giovane età”, l’essere quasi un lattante nelle gerarchie del sodalizio”.
Il 18 marzo è un’intercettazione ambientale a svelare ulteriori particolari sul caso.
GANGEMI: il politico non è …..
UOMO: il politico che può fare .. il politico cosa può fare ..non ho capito , il politico che può fare?
GANGEMI: il politico se ce da fare una legge antimafia la fa pure lui .. …l’autista dell’autobus guida l’autobus e basta… il ferroviere (inc.) ..
UOMO: allora avete sbagliato anche voi che avete accettato … sotterraneamente pure (inc.) pure voi avete sbagliato che avete accettato Caridi .
GANGEMI: si è voluto chiudere un occhio. Caridi è un bravo amico Si è voluto chiudere un occhio. Sappiamo che è un cristiano che si comporta buono, se posso aiutare un amico, si è fatta un’eccezione e si è chiuso un occhio ..però non è che siamo …per dire .. per dire il Sindaco di Siderno ..il Sindaco di Siderno lo sapete che è capo locale a Siderno
UOMO : regaliamo sto fiore per dire
GANGEMI: perché a Siderno non … (inc.) un cristiano che capisce …è figlio di un buono cristiano un domani se interessa ..(inc.) pero se può essere al nostro servizio. (…). Oggi la cosa è evoluta e a me mi sta bene se noi abbiamo un cristiano onesto, anche se fa il politico, mi sta bene anche a me…..
UOMO : poi ci inguaia tutti …nel bene e nel male
GANGEMI: no …no …non m’avete capito perché io di Giuseppe Caridi mi fido come mi fido compare solo di voi perché … è un cristiano come noi … pure il sindaco di Siderno è un cristiano come noi se è un buono cristiano in un locale … un politico .. ci fa comodo ..
UOMO: allora dobbiamo fare le nuove riforme dobbiamo cambiare anche noi tante cosettine
GANGEMI: è cambiato il mondo .. da diverse parti hanno il sindaco in tanti locali … a me mi sta bene pure..
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