Uno spettro si aggira per l'Europa: si chiama rivoluzione dei cittadini, insofferenti alle scelte di chi li governa. E in Italia questo si unisce ad un altro: quello del referendum.
Vediamo come ci siamo arrivati.
Le elezioni amministrative dovevano essere un test politico, Berlusconi doveva raccogliere più di 53000 firme. E poi, dopo il crac, la marcia indietro: non era un test politico, il governo va avanti.
Stessa cosa il referendum: la maggioranza ha così paura del voto dei cittadini che prima l'ha spostato a giugno (con un costo aggiuntivo di 350 milioni), poi ha cercato di stoppare il voto sul nucleare col decreto truffa (che sospende temporaneamente il piano, ma comunque va avanti con l'agenzia del nucleare). Poi ha fatto sì che del referendum non se ne parlasse in Rai (chi è che controlla la Rai, il cda, la sorveglianza?).
E ora, la marcia indietro: il referendum è inutile, non ha valenza politica. E in ogni caso, il governo ha sollevato un altro conflitto di attribuzione sulla sentenza della Cassazione di fronte alla Consulta.
Ma i partiti come si sono mossi con i referendum? Il partito democratico che oggi cavalca l'onda un anno fa era piuttosto tiepido. Esponenti come Renzi e Chiamparino sono a favore della privatizzazione del servizio idrico. Vendola, ha favore dei si, governa una regione dove l'acquedotto è privato.
Sull'acqua privata si dice che se passa il si al referendum si chiudono le porti alle liberalizzazioni in Italia, precludendo la possibilità di fare sviluppi sulla rete idrica. Lo dice Renzi e lo dice, non a casa, questa mattina ad Omnibus la deputata del PDL Lorenzin.
Senza privatizzazione, niente soldi per la banda larga. Incredibile.
Casini fa sapere che voterà contro il legittimo impedimento, legge ideata dal suo partito.
Sul nucleare, invece, si dice che non si deve votare sull'onda della paura di Fukushima: allora,mi chiedo io, sulla base di cosa deve votare la gente? Se si escludono i servizi fatti da Report e Presa diretta, le ultime puntate di Annozero (che ha fatto parlare Beppe Grillo e Adriano Celentano che ci hanno messo una faccia), cosa ha fatto il mondo dell'informazione per far comprendere alle persone cosa voglia dire il nucleare?
Il nucleare costa meno del fotovoltaico e delle energie rinnovabili. Dipende da come si misura. Nei costi ci sono dentro anche i costi per il decomissioning (la chiusura) degli impianti? Ci sono anche i costi per gli impianti di stoccaggio e i depositi per le scorie (al mondo ancora non esiste ancora una soluzione definitiva per le scorie)?
Il nucleare ci renderà indipendenti: non è vero. Ci renderà dipendenti dalla tecnologia francese (nemmeno all'avanguardia) e dai paesi da cui importare il combustibile nucleare. Come la Russia.
Il picco dell'energia delle sette (il cavallo di battaglia del professor Battaglia): ma come fanno quei paesi che si sono già sganciati dalle energie fossili? C'è un paese nella foresta nera (Schonau) in cui si va avanti a sole, aria e pellet. Si può fare solo all'estero?
Oggi (sempre premesso che sia vero che il picco delle 7 è il più alto), si riesce a soddisfare la richiesta importando energia dall'estero. Il problema si porrebbe solo se anche all'estero smantellassero il nucleare, con altre energie.
In un blog, trovo qui una risposta che non arriverà da un illustre scienziato come Battaglia, ma mi sembra molto di buon senso:
In Italia, al momento, quel picco è coperto principalemnte con metano, idroelettrico e importazioni, e così continuerà ad esserlo nei prossimi anni. Intanto sole e vento continuano, anno dopo anno, ad aumentare la loro produzione, consentendoci di risparmiare risorse (metano, acqua, ecc) da utilizzare in altri mpomenti della giornata, magari anche per coprire il famoso picco delle 7.
In una prospettiva futura più lontana, il picco delle 7 sarà coperto da fonti rinnovabili continue, come le biomasse, l’idroelettrico e il geotermico, da energia rinnovabile importata dal Nord Europa, i Balcani o il Nord Africa, e da energia proveniente da sistemi locali di accumulo, che avranno immagazzinato, in altri momenti, la produzione sovrabbondante di sole e vento.
Viviamo un momento di grande confusione: si parla tanto e si fa poco della disoccupazione nei giovani, del problema del precariato, del futuro che non c'è. E poi si scopre che Italia lavoro (controllata al 100% dai ministeri del lavoro ed economia) lascia a casa i propri precari, proprio i più deboli.
Marchionne ieri ha esternato “l'America ci ringrazia e l'Italia ci insulta. Serve un cambiamento” titola in prima pagina il corriere.
Ma in Italia cosa ha fatto per mantenere le sue promesse? Dove sono i miliardi per gli impianti italiani? Che atteggiamento pretende dagli italiani, il manager italo canadese con residenza in Svizzera?
Quale è il futuro del paese? La fine dei contratti nazionale per far spazio agli accordi tra azienda e lavoratore, come chiede Bombassei?
Questo sì che sarebbe un bel salto indietro nel passato.
Infine, il vento di cambiamento nel PDL: ma veramente pensate che la nomina di un segretario e il parlare di primarie serva per rinnovare il partito di Berlusconi?
Il partito che l'anno scorso ha cacciato Fini e i dissidenti interni potrà mai accettare il risultato di eventuali primarie in cui si disarciona il cavaliere?
Silvio Forever.
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