17 giugno 2011

Dopo la tempesta il sereno

Di Pietro non vuole chiedere le dimissioni del premier.
Franceschini dice no all'abolizione delle province, rinviandone la discussione sul voto (e la Lega ringrazia).
Casini mette due manu su Letta (ma quante mani ha? Una l'ha sacrificata per Cuffaro) ..

Sta a vedere che, dopo la tempesta delle amministrative e del referendum, torna il sereno.
"Ue ragasssi, ma siamo matti? Voremo mica fare i comissssi sotto gli ombrelloni?".

E così, di scandalo in scandalo (un ex magistrato oggi parlamentare, un faccendiere risolutore e un maresciallo che voleva entrare nei servizi), il sistema paese va avanti.
Si prepara una manovra per sistemare i conti, e BCE fa sapere che vuole sapere cosa c'è dentro perchè mica l'ha capito (e nemmeno noi).
Servono soldi, e si vanno a pescare nelle pensioni. Delle donne: i soldi risparmiati dall'innalzamento dell'età pensionabile delle donne nel pubblico sono finiti per tamponare la spesa corrente.
Altro che asili, scuole.

Abbiamo la più bassa percentuale di donne impiegate in Europa e molte, dopo il primo figlio, sono costrette ad abbandonare il lavoro.
Ma il governo tiene. Lo dice B. e Maroni ammicca.

Sono tutti lì, maggioranza ed opposizione ad aspettare Pontida.
Come se Bossi domenica potesse veramente invocare la rivoluzione e staccare la spina.
E invece non han capito che la rivoluzione padana è come la rivoluzione liberale di B.
Una promessa non mantenuta.

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