16 giugno 2011

Assediato nel bunker (di villa Certosa)

A me invece fa impressione pensare che mentre l’Italia votava – e uno dei referendum era proprio su di lui – lui se ne stava rinchiuso nel suo paradiso privato tra le consuete gnocche, a fare il ganzo mostrando il panorama, subito prima o subito dopo il bunga bunga.

Milioni di persone – venticinque milioni di persone – gli stavano mandando, proprio in quel momento, un messaggio politico forte, fortissimo. Lui se ne fotteva, non voleva proprio ascoltarlo, aveva bisogno solo di una dose in più della sua droga.

Non è soltanto un uomo malato di sesso, come dice Veronica, come dice Briatore, come ormai pensano in pauroso silenzio tutti quelli che gli stanno attorno. E’ soprattutto un uomo che ha perso ogni rapporto con il mondo reale, con quello che succede fuori dai suoi palazzi.

Vedere queste foto mi ha ricordato uno splendido articolo da Mosca di Paolo Valentino, nei primi anni Novanta, quando raccontava lo stato d’animo dei golpisti russi assediati nei loro uffici mentre fuori le forze lealiste stavano andando a prenderli. Ormai avevano capito di aver perso e, nella disperazione, chiedevano soltanto un mare di vodka.

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