Un paese dove vige la legge del più forte. Dove per ottenere qualcosa devi chiederla come favore da ripagare poi, e non come diritto.
Un paese dello scempio contro l'ambiente dove il cemento è visto come progresso e civiltà. E dove la cultura è invece qualcosa che sa di vecchio e inutile.
Un paese dove lo stato o non c'è, o sta dalla parte del più forte. Le tasse, i controlli della finanza, i vincoli ambientali, le regole per la sicurezza nei posti di lavoro … tutte cose che intralciano lo sviluppo e il progresso.
Meno leggi, meno stato, meno controlli.
Una guarda il film di Albanese “Qualunquemente” pensando di vedere un film comico e poi si ritrova davanti la parodia nemmeno troppo artefatta di tanti lorsignori: di fronte al ragioniere “le tasse, se le paghi un volta anche solo per provare, poi finisce che le paghi sempre” .
L'insegnamento al figlio: “Non devi metterti il casco, senno pensano che sei timido”.
Il comizio: Cosa pensi di fare per i bisognosi? Una beata minchia!!
E il discorso elettorale pieno di promesse sul taglio di tasse, Ici, multe? Dov'è che lo già sentito? Forse a Milano, nella passata campagna elettorale.
Oggi c'è la possibilità, col voto ai referendum, di mettere un punto fermo: contro questo paese dei Qualunquemente.
E poi di altri intoccabili: l'intervista a De Santis (non quello del film) quello della Cricca nella Protezione civile, come è andata a finire col cavaliere Tanzi.
Infine un documentario in esclusiva sulle torture dei soldati dell'ex alleato Gheddafi nelle loro azioni contro i ribelli.
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