I difensori del nucleare, o dell'acqua privatizzata, non trovano di meglio, per giustificare la propria scelta, che tirare in ballo modelli di mercato (che non ci sono in Italia), ipotesi scientifiche campate per aria (le perle del prof Battaglia), livelli di redditività per il privato, statistiche sui morti per nucleare e carbone ...
Col referendum non si blocca affatto la ricerca (se l'Italia è indietro agli altri paese è perchè in questo paese non si investe a sufficienza, perchè è il paese dei baroni e dei concorsi bloccati).
Altrettanto sbagliato e pericoloso sostenere che senza garanzia per i privati sul margine di profitto, non ci sono soldi per la manutenzione della rete idrica.
Se passa questo principio, domani cosa verrà messo a privato? La sicurezza , la polizia, la pubblica amministrazione (me lo immagino già, uno dei tanti Renzi a dire che senza privato, saltano i soldi per la benzina delle volanti)?
Dietro il si al referendum c'è ben altro che numeri, cifre e statistiche.
C'è tutto un modello di democrazia che si deve difendere: chi vota si per l'acqua pubblica (o quanto meno per l'acqua slegata dalle logiche di profitto) o per bloccare il piano del nucleare vota per uno stato in cui siano riconosciuti a tutti dei diritti fondamentali.
Il diritto ad una giustizia uguale per tutti.
Il diritto all'acqua, ad un prezzo che non insegua speculazioni di mercato o di una concorrenza che in Italia non esiste.
Il diritto a decidere sul proprio territorio, a difendere la propria salute (se lo stato non è più in grado di farlo).
Il diritto all'accesso alle energie, slegate da oligarchie e monopoli (come potrebbe essere per l'energie rinnovabili, dove è il privato ad avere il pallino in mano).
Questo è quello che c'è in ballo domenica e lunedì.
Aggiunte:
- l'uscita della Marcegaglia in stile Marchionne, se vince il si ci sarebbe una minore possibilità di crescita per il Paese e di creazione di posti di lavoro
- l'editoriale di Muchetti sul corriere, a favore del no per i questiti sull'acqua. Lo ripeto, se la legge attuale è piena di buchi, non significa che è meglio tenerla. Facciamo un azionariato diffuso, facciamo una legge che lascia il controllo al pubblico, ma la legge Ronchi no!
Col referendum non si blocca affatto la ricerca (se l'Italia è indietro agli altri paese è perchè in questo paese non si investe a sufficienza, perchè è il paese dei baroni e dei concorsi bloccati).
Altrettanto sbagliato e pericoloso sostenere che senza garanzia per i privati sul margine di profitto, non ci sono soldi per la manutenzione della rete idrica.
Se passa questo principio, domani cosa verrà messo a privato? La sicurezza , la polizia, la pubblica amministrazione (me lo immagino già, uno dei tanti Renzi a dire che senza privato, saltano i soldi per la benzina delle volanti)?
Dietro il si al referendum c'è ben altro che numeri, cifre e statistiche.
C'è tutto un modello di democrazia che si deve difendere: chi vota si per l'acqua pubblica (o quanto meno per l'acqua slegata dalle logiche di profitto) o per bloccare il piano del nucleare vota per uno stato in cui siano riconosciuti a tutti dei diritti fondamentali.
Il diritto ad una giustizia uguale per tutti.
Il diritto all'acqua, ad un prezzo che non insegua speculazioni di mercato o di una concorrenza che in Italia non esiste.
Il diritto a decidere sul proprio territorio, a difendere la propria salute (se lo stato non è più in grado di farlo).
Il diritto all'accesso alle energie, slegate da oligarchie e monopoli (come potrebbe essere per l'energie rinnovabili, dove è il privato ad avere il pallino in mano).
Questo è quello che c'è in ballo domenica e lunedì.
Aggiunte:
- l'uscita della Marcegaglia in stile Marchionne, se vince il si ci sarebbe una minore possibilità di crescita per il Paese e di creazione di posti di lavoro
- l'editoriale di Muchetti sul corriere, a favore del no per i questiti sull'acqua. Lo ripeto, se la legge attuale è piena di buchi, non significa che è meglio tenerla. Facciamo un azionariato diffuso, facciamo una legge che lascia il controllo al pubblico, ma la legge Ronchi no!
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