20 giugno 2011

La stagione della caccia di Andrea Camilleri

L'incipit:
Il pacchetto a vapore che faceva navetta postale da Palermo, il «Re d'Italia» – ma dai siciliani testardamente contiunato a chiamare «Franceschiello» per un miscuglio di abitudine, luffarìa e omaggio al re borbone che aveva istituito il servizio – attraccò, spaccando il minuto, alle due del dopopranzo del capodanno del 1880, nel porto di Vigàta.

Dal vapore scende un signore, che nel viaggio verso Vigata non ha dato confidenza con nessuno dei personaggi sbarcati poi sulla terraferma, suscitandone la loro curiosità.
Si scopre essere poi il nuovo farmacista del paese, Alfonso La Matina, vale a dire "Fofò", il figlio di Santo La Matina, curatolo del marchese Peluso.
Scampato all'agguato nel quale venne stato ucciso il padre.

Dal suo arrivo in paese, seguendo le vicende della famiglia del marchese don Filippo Peluso, Camilleri racconta una dopo l'altra tutte le maschere da tragedia, protagoniste della storia.
Come il vecchio marchese Peluso che si suicida in mare, per la paura della "stagione di caccia".
Il figlio del marchese Peluso, Ricò, appassionato di funghi e il di lui padre.
La figlia del marchese Ntontò, il cugino dedito al gioco Nenè, il barone Uccello zizì ..
A differenza di altri romanzi di Camilleri, questo sfugge al modello del giallo, se non forse quando si arriverà nelle ultime pagine (e per cui vi consiglio di non leggere le note finali del libro per non rovinarvi la sopresa).

Il risvolto di copertina:
In un libretto su una strage di stato a ridosso della rivoluzione siciliana del 1848, pubblicato qualche anno fa (monografia storica, ma scritta con la grazia e l'umorismo del narratore), Camilleri ripeteva un'idea a lui evidentemente molto cara. Che i sicilani sono "tragediatori", sono paghi cioe' soltanto quando possono finalmente fondere insieme la vita e la scena, recitare, appunto sulla scena della vita, cio' che succede loro veramente tornando in illusione a comandare sulla sorte e mutandola in sogno. Di questo teatro della vita Camilleri mostra di amare soprattutto il lato commedia; e commedia - racconto della commedia che un paese siciliano di fine ottocento inscena vivendo una catena di morti e un amore cocciuto - e' La stagione della caccia. Ma non commedia dell'arte, farsa di macchiette; al contrario, genere alto, in cui ciascuna delle parti in gioco e' un personaggio scolpito - con un brio che da' tenace divertimento - nell'atto in cui svolge il suo gioco dell parti. Camilleri spiega di aver tratto l'idea del romanzo (che avrebbe potuto essere piegato linearmente a intrigo giallo, e lo e' invece a sorpresa, tortuosamente) da una battuta registrata nella famosa Inchiesta sulle condizioni della Sicilia del 1876. All'interrogante, che chiedeva se si fossero verificati fatti di sangue in un paesino, veniva risposto: "No. Fatta eccezione del farmacista che per amore ha ammazzato sette persone". Come a dire: non e' successo nient'altro che un sogno. Il sogno che questo libro viene a raccontare.
Il sito Vigata.org
Il link per ordinare il libro su ibs
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