Quando la Rai vuole, è ancora capace di fare servizio pubblico, come è successo ieri sera per la lunga diretta della memoria, per ricordare i due giudici Falcone e Borsellino.
Il tradimento dei Giuda che bocciarono la nomina all'Ufficio Istruzione, la vergogna di Falcone quando andava in piscina a nuotare e la scorta allontanava (per sicurezza) le persone.
I vicini di casa di via Notarbartolo che non sopportavano le sirene ("ma perché non se ne vanno in periferia a combattere le mafia").
E poi, le lettere del corvo, l'attentato all'Addaura per cui fu accusato di essersi messo la dinamite per poi farsi nominare procuratore aggiunto.
Le polemiche per il suo incarico a Roma, l'accusa di essersi venduto alla politica, l'accusa di tenere le carte dei delitti politici nel cassetto (per convenienza)..
Le parole di accusa di Paolo Borsellino che ancora pesano, sulla coscienza di quanti hanno usato Falcone per le loro battaglie, lasciandolo di fatto da solo.
Un bel racconto (come quello fatto da Bianconi nel suo ultimo libro), ma c'era qualcosa che mancava, per completare il quadro. C'era il rischio di fare un'altra celebrazione piena di retorica, fine a sé stessa: è stata la sorella di Paolo, Rita Borsellino ad aver aperto il capitolo delle verità che ancora mancano su Capaci a via D'Amelio:
"non vorrei che questo 25 esimo mettesse un punto a questa storia" per poi aggiungere "i coriandoli di verità ci danno fastidio: vogliamo delle certezze sulla trattativa stato mafia, sui finti pentiti", sui 57 giorni che separano la strage di via Capaci con quella di via D'Amelio.
La fatica di tutti i giorni per questo 23 maggio, per i prossimi giorni deve essere quella di arrivare ad una verità piena sulle stragi, sui mandanti, sui perché.
Perché è stata fabbricata la falsa pista del falso pentito Scarantino, per cui molte persone sono state condannate all'ergastolo?
Chi ha deciso di non controllare il covo di Riina dopo la sua cattura? Solo negligenza?
Chi si è intrufolato nell'agenda elettronica di Falcone, dopo l'attentato e chi ha trafugato l'agenda rossa di Borsellino (i "pezzi mancanti" di cui parla Salvo Palazzolo nel suo libro)?
Chi ha portato avanti, con che coperture politiche, la trattativa coi boss, per mettere fine alle bombe, per consegnare Riina allo stato e tornare ad una pax mafiosa con cosa nostra?
E poi, le bombe ai due giudici, e gli attentati del 1993, sono solo cosa di mafia? Ci sono testimonianze di presenze esterne, una donna a Capaci, un uomo dei servizi per la bomba a Borsellino. Un'anomalia per la mafia.
Come un'anomalia le rivendicazioni di questa sigla, Falange Armata, che dietro aveva esponenti di Gladio ..
Come vedete, ci sono tante cose ancora da sapere e che ci costringono a non dimenticare.
A non dimenticare le vittime della mafia, i due giudici morti da eroi che eroi non lo volevano diventare e anche gli uomini delle loro scorte: Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
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