26 ottobre 1991: a seguito
dell'omicidio di Libero Grassi, Michele Santoro e Maurizio Costanzo
organizzano una serata antimafia, con le trasmissioni Maurizio
Costanzo Show, in onda assieme a Samarcanda.
E' la serata dello sfogo di Totò
Cuffaro, ma dove Falcone
deve rispondere alle accuse dell'avvocato Galasso (parte civile al
maxi processo) e Leoluca Orlando (ex DC, fondatore della Rete), per
il suo essersi ritirato dalla trincea del Tribunale di Palermo, per
andare a lavorare a Roma, assieme al ministro socialista Martelli
(nel governo di Andreotti).
Leoluca
Orlando, dopo aver ricordato tutti i sospetti e le ombre attorno
a Salvio Lima (che ancora accompagnava Giulio Andreotti nei suoi
viaggi in Sicilia), chiede a Falcone di Salvo Lima (grande elettore
della corrente andreottiana in Sicilia)
"E' con Salvo Lima che Andreotti ha visitato Bagheria - ha aggiunto Orlando - E con Salvo Lima che erano in stretto rapporto gli esattori Salvo. Perchè è ancora impunito, dottor Falcone?
Il magistrato reagì con un sorriso amaro. Come si fa quando si ripete per l'ennesima volta la stessa risposta a chi sembra non voler capire, sapendo che tutto inutile.
A che sarebbe servito ribadire che certe conoscenze o frequentazioni, così come affermazioni non supportate da riscontri, non sono sufficienti a imbastire un processo mentre lo sarebbero per un giudizio politico anche molto netto? E che però ai magistrati spetta di fare i processi, chiedere o pronunciare condanne o assoluzioni, non elargire giudizi o considerazioni politiche?
A proposito degli ambigui legami di Lima si limitò replicare: «lo sapevano tutti».
Come dire che ce n'era abbastanza, a disposizione di tutti, per trarre conclusioni di convenienza sul piano etico e politico.
[L'assedio, troppi nemici per Falcone, Giovanni Bianconi - Einaudi editore]
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