Prima dei tre servizi in scaletta, Sabrina Giannini a Indovina chi viene a cena ci racconterà dei pomodori: il nostro oro rosso, il principe dei piatti della nostra cucina, è ormai passato, perché il seme della passata (di pomodoro) oggi non è più nelle mani dei produttori italiani.
Il futuro di Poste Italiane
In un paese dove le banche fanno
sistema, dove i giornali più che raccontare i mali del paese devono
occuparsi delle cose belle, capita che Poste italiane non si occupi
più delle lettere e dei pacchi da consegnare, ma sempre più di
finanza.
Poste Italiane gestisce i risparmi che
gli italiani hanno lasciato sui loro libretti: un gruzzolo da quasi
500 miliardi, dichiara utili per 622 ml di euro, ricavi per
33miliardi, di questi 20 sono premi assicurativi.
E' un'azienda che fa sempre più
finanza, e sempre meno poste, ma ad un anno e mezzo dalla quotazione
in borsa (del
solo 35% delle azioni, un altro 30% è posseduto da Cassa
depositi e prestiti), le azioni viaggiano ancora sotto il prezzo di
collocamento.
Gli azionisti sono delusi, ma almeno
c'è il sorriso di Mimi Kung, la rappresentante in cda dei nuovi soci
che contano, i fondi di investimento internazionali.
Ad Alberto Nerazzini racconta: “i
fondi credono molto in Poste Italiane .. c'è tanto da fare ma ci
sono tante opportunità”.
Ecco, il servizio
di Nerazzini ci racconterà in che cosa consistono queste opportunità
(sperando che siano anche per noi italiani e non solo per i fondi di
investimento), visto che riguardano i nostri risparmi.
La scheda del servizio: Poste
futuro certo di Alberto Nerazzini (qui
una anticipazione su Raiplay)
Che cos’è Poste Italiane? Qual è il suo futuro? Domande semplici con le quali l’inchiesta di Alberto Nerazzini penetra un mondo complesso, ad altissima densità finanziaria, dove tutto, in fondo, può accadere. E sono domande necessarie, visto che in ballo ci sono ben 498 miliardi dei risparmiatori italiani. L’ultimo bottino che fa gola a tanti. Poste Futuro Certo ripercorre le principali mutazioni della più grande azienda di servizi del paese; indaga sulle condizioni dei lavoratori e sul mercato postale totalmente liberalizzato; sulle probabili conseguenze della quotazione; sulle criticità della sua operatività bancaria e finanziaria. L’inchiesta offre lo sguardo dall’altra parte dell’Oceano, in Canada, dove il sogno di una banca postale diversa sembra ancora possibile.
Il Robin Hood che rubava ai ricchi
No è facile rubare
ad una banca, specie se si tratta di una banca svizzera, la Banca
Hottinger.
Eppure è successo: a perdere i soldi,
i correntisti di questo istituto, soldi finiti nelle tasche di un
manager
abbastanza spregiudicato e abile.
L'inchiesta di Federico Ruffo partirà
dalla banca, fondata nel 1786, per arrivare ad una fiduciaria che
aveva lo stesso nome della banca, al broker Rocco
Zullino, che della stessa è stato consigliere e poi
amministratore. Infine
Fabien
Gaglio, il robin hood dei ricchi, manager della fiduciaria Hottinger
& partners.
Come
è stato possibile?
E,
soprattutto, dove sono finiti (su quali altri conti) i soldi presi
dalla banca svizzera?
La scheda del servizio: La
grande truffa di Federico Ruffo
Per mettere in crisi una delle più solide e antiche banche d’Europa possono bastare pochi ingredienti: una fiduciaria che porta lo stesso nome, un manager italo-francese dotato di grande inventiva e non altrettanti scrupoli, una costellazione di società off-shore create a tavolino. I fatti: nel 2015 la Finma, ente di vigilanza sui mercati in Svizzera, dichiara il fallimento d’ufficio di Banca Hottinger , fondata nel 1786. La liquidità è diventata insufficiente, a fronte di un peso sempre più schiacciante di contenziosi con la clientela. All’origine ci sono anche le operazioni della società fiduciaria Hottinger & Partners, all’interno della quale un giovane manager, Fabien Gaglio, è accusato di aver fatto scomparire decine di milioni di euro sottraendoli dai conti di ignari correntisti.Come un Robin Hood rivisitato rubava ai ricchi per dare ad altri ricchi: se stesso, i suoi parenti e i suoi amici.Ben cinque procure di quattro diversi paesi (Ginevra, Parigi, Lussemburgo, Reggio Emilia e Bolzano) stanno tentando di ricostruire un flusso di denaro che, in parte finisce in Italia, sui conti di alcuni imprenditori (tra i quali evasori fiscali rei confessi) e anche sul conto di un famoso compositore.
Grandi opere e grandi famiglie
Per la serie “onore al merito”:
"In viaggio con papà" di Luca Chianca (qui
una anticipazione su Raiplay)
Il servizio di Luca Chianca si occupa
della TAV Genova Milano, del cemento scadente, del rischio amianto,
delle intercettazioni emerse (del dirigente Cociv) dalle indagini che
fanno gelare il sangue:
“non ti preoccupare, tanto il primo
che si ammala lo troveremo tra trent'anni”.
Controllore dei lavori Monorchio jr
(figlio dell'ex ragioniere di Stato), che sa dell'amianto, ma più
che ai lavori, ma si preoccupa solo dei costi da affrontare in più,
per le analisi mediche, “una serie di cazzi in più”,
testuali parole.
L'inchiesta che è partita sostiene che
più che preoccuparsi di controllare i lavori nei cantieri, sarebbe
stato impegnato a farsi affidare i lavori di fornitura per una
società a lui riconducibile.
Lo ha spiegato il braccio destro di
Monorchio jr, De Michelis: si fa una società parallela, “per farsi
i cazzi nostri” (sempre testuali parole), l'importante è che non
figuri tra le prime società affidatarie.
Una di queste si trova a Roma, sulla
Cassia: si chiama Crono SRL, intestata ufficialmente al signor di
Cosimo.
Di Cosimo è stato rintracciato da Luca
Chianca presso la Syntel, la società di Monorchio.. Le immagini del
servizio testimoniano tutto l'imbarazzo della segretaria quando
capisce che si trova di fronte un giornalista di Report.
Su Reportime trovate il videro dell'anticipazione:
La scheda del servizio:
Cosa c’entra l’ex ragioniere dello Stato Andrea Monorchio con il sistema di malaffare su cui si indaga negli appalti della Salerno-Reggio Calabria? A prima vista niente, a parte il fatto che tra gli arrestati c’è anche suo figlio, l’ingegner Giandomenico Monorchio. Proprio a Giandomenico la Salini-Impregilo, vincitrice della gara, aveva affidato il compito di controllare l’esecuzione dei lavori e ora Monorchio junior è accusato di aver creato una società parallela che prendeva commesse da quelle stesse ditte che era incaricato di controllare. Ma come mai l’incarico era andato proprio al figlio del professor Monorchio? Niente a che vedere con il fatto che l’ex ragioniere dello Stato sia passato a presiedere Ispa, la società pubblica che finanziava le grandi infrastrutture? Dopodiché il servitore dello Stato ha avuto un ruolo anche all’interno della società Salini Costruttori.
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