Alla scuola politica intitolata a Pasolini, il segretario del Partito democratico ha fatto un discorso
sulle fakenews, usando la metafora dello specchio e dell'immagine.
L'inchiesta Consip? Solo una storia di
un magistrato che si è inventato un reato e di un capitano dei
carabinieri che falsifica le prove.
L'aereo di Stato costato 160ml? Ma io
non l'ho mai usato ..
Qual è lo specchio e quale l'immagine
reale? L'aereo è costato al contribuente italiano, pur rimanendo
fermo. E l'inchiesta Consip parte da una presunta tangente, dalle
cimici per scoprire le prove della corruzione che sono state rivelate
ai dirigenti Consip che hanno fatto anche i nomi di chi ha causato la
fuga di notizie.
Ieri Renzi era a Milano ma non ha
partecipato alla manifestazione organizzata da una miriade di
organizzazioni sull'accoglienza.
Da che parte sta Renzi?
La mia impressione è che nella
rincorsa a Grillo e Salvini si sia già schierato tra quelli
dell'insicurezza percepita, del rinchiudiamo gli immigranti in posti
lontano dai nostri occhi.
Il tutto mentre a Milano, a sfilare
assieme a migliaia di persone c'erano anche persone dello stesso PD,
come Sala e Majorino.
E veniamo alla manifestazione di Milano "insieme senza muri":
vorrei che i tanti che si sono scandalizzati per la pubblicazione
delle intercettazioni di Berlusconi, pardon, di Renzi e del padre,
provassero un minimo di vergogna per i titoli die giornali di destra
di ieri e oggi.
Sfilano per i delinquenti
Ricchi in piazza soci dei migranti ..
Il messaggio è chiaro e si inserisce
benissimo nel discorso della realtà percepita, dove si alimentano
paure e timori scrivendo notizie false.
Stare dalla parte dell'accoglienza e di
chi salva le vite in mare non significa stare dalla parte dei
criminali.
Criminali come i mafiosi, come le
persone che compiono frodi fiscali, per fare due esempi non a caso.
E in merito ai ricchi: cosa ci stanno
dicendo Feltri (e Belpietro e tutti gli altri)? Che i ricchi devono
solo difendere i ricchi (come per esempio le multinazionali che
possono eludere il fisco) e dei poveri invece se ne devono occupare
solo i poveri?
Perché non ve li portate a casa vostra
questi immigrati, se vi piacciono tanto?
Ecco, a questa idiozia, basta
rispondere così: ma tu, quanti poveri italiani stai aiutando a casa
tua?
Su Repubblica Rumiz ha scritto un bel
pezzo su Repubblica (che trovate qui): il sillabario anti razzista e la preghiera da
rivolgere a quelli che dicono “io non sono razzista ma”, che
incontriamo tutti i giorni, per strada, sul treno, facendo la fila al
supermercato.
La preghiera
«Prego perché tuo figlio non debba mai finire dietro un reticolato e perché tu non debba mai essere guardato come un miserabile. Prego Iddio che il tuo denaro e il tuo passaporto non siano mai rifiutati come carta straccia da un agente di polizia. Invoco il Signore perché i tuoi nipotini non debbano passare inverni nel fango, sotto una tenda, a mezzo chilometro da un cesso comune, con gli scorpioni e i serpenti che si infilano nelle loro coperte. Prego perché il tuo focolare non si riduca a un mucchietto di legna secca e il tuo unico contatto con la famiglia lontana sia il telefonino. Prego soprattutto perché tu non debba mai udire, rivolte a te, parole come quelle che hai appena pronunciato».
L’augurio
«Vorrei che tu non diventassi mai un miserabile, perché lo si diventa in un attimo. Basta molto meno di una guerra. È sufficiente un terremoto, un’alluvione. Una malattia, un tradimento, una truffa, un divorzio, un licenziamento, un bancomat che si nega allo sportello. Mio nonno emigrò per fame in Argentina, fece fortuna, poi la banca con tutti i suoi risparmi fallì e lui morì di crepacuore a quarant’anni, lasciando la famiglia in miseria. Oggi è peggio. Si diventa superflui per un nonnulla. Ti licenziano con un Sms. Anche senza emigrare».
Questo auguro ai signori razzisti,
difensori dei forti e spietati coi deboli e con gli ultimi.
Vi auguro un giorno di stare dalla
parte sbagliata della storia, della geografia, del manganello, del
muro, del filo spinato.
Prima o poi capiterà.
E poi ne riparliamo, di diritti, di
solidarietà.
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