Ieri sera ad Otto e mezzo ospite di Lilli Gruber c'era il povero Bersani.
Dico povero perché l'ex segretario ha preso schiaffi da tutti, prima dopo e durante: pensava di avere la vittoria in tasca nel 2013 e non aveva tenuto conto di quanto sarebbe stato alto il conto da pagare. Per l'alleanza con Casini. Per aver sposato la linea pro TAV e pro riforme Monti (ingoiate con qualche dispiacere, magari).
La non vittoria e poi lo schiaffo da Grillo con quella riunione in streaming.
La vita da pensionato poi, dentro il PD, non fuori come Fassina o Civati.
Perché immagino che Bersani pensi che il PD sia ancora la sua casa, ancora non si rende conto di come nel futuro PD saranno ammesse due figure.
I renziani e quelli che lo diventeranno. E quelli non renziani che se ne stanno zitti rispettando la tregua chiesta ieri dal segretario.
E' già in Siberia, il povero Bersani e si dovrà pure votare la riforma costituzionale, il referenzi, il plebiscito sul premier.
E poi il TTIP (voluto da Calenda), le non liberalizzazioni, i bonus elettorali (e non gli asili pubblici), la non elezione diretta dei futuri senatori..
Povero Bersani, che comunque ha sfornato la sua battuta: "Siam mica qui a cercare il maschio alfa. Qui si cambia la Costituzione".
Ma il maschio alfa è un altro.
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