Non ho mai provato molta simpatia per Pannella.
Pur apprezzando tante battaglie fatte nel passato, per rendere l'Italia un paese più civile e moderno, certi atteggiamenti, certe sbruffonate (mi verrebbe da dire alla Grillo prima maniera) non mi andavano giù.
Ma ancora di meno mi piacciono i tanti ipocriti che oggi spendono parole di ammirazione sul leader radicale che, questo va detto, ha sempre pagato di tasca sua e nelle sue battaglia ci metteva la faccia.
Il divorzio, l'aborto, la responsabilità civile dei magistrati, il finanziamento pubblico ai partiti, una giustizia giusta, i diritti dei carcerati.
Per capire l'importanza delle loro battaglia bisogna ritornare indietro a cosa era l'Italia dei primi anni 70: la sbornia per il boom era finita e si era capito che non tutti erano saliti sul treno dell'abbondanza.
Ma non posso fare a meno di pensare agli anni in cui i radicali si allearono con Berlusconi sperando (quanto ingenuamente?) che li avrebbe appoggiati per le battaglia liberali.
Parigi val bene una messa, avrà pensato Pannella, e Berlusconi val bene una battaglia per una giustizia giusta. Battaglia che veniva cavalcata per interessi personali ..
Cosa rimane dei radicali, di quelli storici, nella politica di oggi?
Veramente poco, in questo paesaggio dove tutto è tattica, strategie e dove le ideologie (e le idee) sono state ammainate da tempo.
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