04 maggio 2016

Quisquilie (a Lodi)

Ieri sera e anche questa mattina mi è capitato di battibeccare su twitter, sulla vicenda del sindaco di Lodi.
La gentile concessione da 7500 euro delle piscine comunali con ricavi stimati per milioni di euro. 

Alla notizia, i renziani hanno reagito in due modi: quelli del complotto e quelli del basta con le manette.
"Sistema Lodi per una storia da 5000 euro, state raschiando il fondo del barile!".
"Manettari!".

Col rischio di essere ripetitivo, vorrei chiarire alcune cose: sono i magistrati e i giudici a dover stabilire se esistono le condizioni per chiedere le manette, si chiama carcerazione preventiva.
O stabiliamo che non valgono più, basta manette fino a condanna, oppure ci teniamo il codice di procedura penale così.
Potremmo anche dire che, per i soli reati contro la pubblica amministrazione, basta carcere. Sarebbe concorrenza sleale però, nei confronti degli altri (presunti) ladri: topi d'appartamento, banda delle banche..

Secondo: quei 5000 euro erano la base d'asta per l'aggiudicazione della concessione del servizio per la piscina comunale.
Non è la tangente, che se dovesse esserci, potrebbe avere altra natura: al centro dell'inchiesta c'è un sindaco i suoi affari, le persone da piazzare nella politica, la creazione del consenso:
Esiste, in sedicesimi magari, un “sistema Lodi” per veicolare appalti e ottenere voti? Sul fatto che questo sia il movente di tutta la storia gli inquirenti non hanno molti dubbi. “Per il sindaco di Lodi – scrivono – aggiudicare le piscine scoperte della cittadina alla Sporting Lodi Ssd con un bando confezionato su misura serviva ad avere consenso politico elettorale. Per il coindagato e ora agli arresti, avvocato Cristiano Marini, consigliere di Astem e Sporting Lodi Ssd, collaborare al bando ‘truccato’ serviva ad assicurarsi, con il minimo sforzo, un guadagno sicuro”.
Per la società aggiudicataria, invece, il movente era quello di “divenire il gestore in condizioni monopolistiche di tutti gli impianti natatori comunali acquisiti sostanzialmente senza alcuna concorrenza, con minimo dispendio economico e conseguenti evidenti risvolti positivi economici (negli anni precedenti gli impianti hanno fruttato nel periodo estivo oltre 100.000 euro di utile)”. La provincia felice, o quasi.
Di Uggetti in queste ore si è detto e scritto molto."Un amministratore competente e accorto", assicura il  vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, che ne è il padrino politico e ora si ritrova stretto tra la difesa d’ufficio del proprio delfino e quella dei magistrati che l’hanno arrestato, cui rinnova la classica “fiducia”. Per loro Uggetti è invece “un soggetto autoritario, capace di imporsi e intimidire testimoni”, pur di alterare una gara e “al solo scopo di ricavarne consenso politico elettorale”. Ma c’è un altro arrestato. E anche attraverso di lui si può vedere come anche qui politica e affari finiscano per andare a braccetto, fino a compromettere anche le persone apparentemente meno disponibili. A sostenere Uggetti nella tornata elettorale del 2013 c’è anche Marini, 38 anni, sposato, il volto del bravo ragazzo di cui nessuno potrebbe sospettare. Cattolico, ex giocatore di basket, appassionato di sport, una laurea all’Università del “Sacro Cuore” e – a detta di molti – “una vita spesa per gli altri”. Attorno al 2005-2006, per dire, in carcere l’avvocato ci andava ogni settimana, ancor prima di indossare la toga, per fare il volontario. Con l’attuale assessore all’ambiente, alla pace e alle attività produttive, Andrea Ferrari, aveva fondato un giornale dietro le sbarre, “Uomini Liberi”: si occupava della grafica, dell’impaginazione. Un’attività fatta per anni con gratuità e passione.

Certo, poi il problema siamo noi manettari, i giudici che fanno questione per una storiuccia da 5000 euro ...
Detto da quelli che invocano il primato della politica, che è quella dei bandi cuciti per gli amici.

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