Lasciamo perdere per un momento referendum, inchieste, elezioni e varie ed eventuali. Per noi pendolari, i problemi cominciano subito di mattina, quando arriviamo in stazione per andare al lavoro o alla sera, per tornare a casa.
Ieri sera, per l'ennesimo sciopero indetto dai sindacati di base sul nuovo contratto messo sul tavolo da Ferrovie dello Stato (dove si contesta il maggior carico di lavoro), noi pendolari abbiamo avuto l'ennesima mezza giornata di passione: alle 18.00, il primo treno in partenza da Cadorna era stra-stipato.
Non solo è partito in una situazione ai limiti della decenza, ma ha avuto pure delle soste intermedia, per motivi non ben chiari, tra Cadorna e Affori. Morale della favora: 20 minuti di ritardo.
Per un viaggio che per molti avveniva in piedi.
Stamattina, il ritardo verso Milano è stato di circa 20 minuti, a causa di problemi con i passaggi a livello (sulla linea di Trenord ce ne sono troppi), con la sorpresina finale: ad Affori, i dipendenti Trenord avevano deciso di controllare le tessere ai tornelli, costringendo i pendolari a passare il badge.
Col risultato che, ai tornelli dell'ATM, per l'ingresso al metrò, si aveva il messaggio "validazione già avvenuta".
Altri sacramenti urbi ed orbi, per una mattinata che cominciava proprio male.
Tutto perché il personale ATM ai tornelli e quello di Trenord non si erano sincronizzati: così raccontava un inserviente di ATM spiegando che l'aveva già detto a Trenord ..
Ecco, il messaggio che vorrei dare ai signori candidati alle prossime elezioni, ai padri riformatori, agli industriali in Confindustria, non dimenticatevi dei piccoli problemi dei pendolari, le piccole cose.
Prima di pensare alle grandi riforme storiche, fate funzionare le cose sui mezzi pubblici.
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