Quella che tutti i governi (non solo questo) raccontano di voler fare.
Quella che invece ci vede oggi soccombenti.
Il giornalista di Report raccontava delle rivalità tra i corpi, per prendersi i meriti dell'arresto eclatante.
AGENTE ANTIMAFIAOgni volta che c'è un latitante da prendere si scatena una vera e propria competizione tra i vari corpi di polizia, perché chi prima arriva, ottiene gloria e promozioni. Nel caso della cattura del boss Zagaria, addirittura c'erano 5 corpi di polizia che indagavano: la Squadra mobile di Napoli, quella di Caserta, la Guardia di Finanza, il Ros e la Dia.Addirittura un Corpo spiava l'altro corpo per capire a che punto fossero le indagini. Cos'è successo? Che quando la Squadra mobile di Napoli ha scoperto il covo di Zagaria a Casapesenna, il Ros, all'insaputa della polizia, ha piazzato proprio una videocamera davanti al nascondiglio. Guarda qua, questa è una scatoletta dell'Enel, la telecamera era stata nascosta qui dentro, si vede il vetrino e addirittura ci hanno fatto anche la cornice. Dalle indagini è emerso che i fiancheggiatori di Zagaria si erano accorti subito di quella telecamera. Era lì! Ora se ci fosse stato un gruppo interforze di coordinamento, tutto questo non sarebbe mai accaduto.Ecco: quando su qualche TG in televisione vi vedete qualche servizio di un boss in manette sappiate che dietro ci sono anche questi meccanismi, che nascono perché dall'alto, dal ministero, fino ad arrivare ai comandi dei carabinieri e della polizia, gli arresti spesso sono usati come spot.
Per nascondere le falle della lotta alla mafia: il favoreggiamento (che ad ogni condanna eccellente viene criticato perché è un reato che non esiste), il voto di scambio (che la recente riforma ha di fatto depotenziato) e la lotta ai beni della mafia.
Dai tempi di Pio La Torre, papà dell'attuale legge di confisca dei beni, la legge è stata adeguata?
MILENA GABANELLI IN STUDIOEccoci, allora le mafie hanno cambiato pelle, però stando alle leggi, per beccare un clan, devi dimostrare l’uso della violenza o della minaccia, però loro ormai adesso si muovono e possono controllare il territorio senza torcere un pelo, sono diventati sempre più ricchi e spesso se la cavano con piccole condanne. Questo perché la nostra legge è rimasta ferma, intanto loro si muovono e nel resto d’Europa nessun altro paese prevede il reato per mafia.Così il servizio di Report raccontava del boss che era irreperibile per le forze dell'ordine e che invece tornava a casa tutti i giorni.
E del suo clan che, non essendo ancora condannato da un giudice, è solo composto da imprenditori legali.
La mafia non spara più (e agisce per altre vie, con le minacce, col voto di scambio, coi favori..), dunque per alcuni magistrati e per alcuni politici non esiste.
GIUSEPPE BORRELLI – PROCURATORE AGGIUNTO NAPOLIUna mafia che non spara non è percepita come tale. Mentre fino a qualche anno fa il mafioso si presentava dalla sua vittima dichiarandosi tale, intimidendolo, oggi non ha più bisogno di farlo perché il fatto che è mafioso è talmente risaputo che non c'è bisogno di dirlo. Questo che cosa comporta? Comporta che gli aumenti di pena che sono collegati all'agire con metodo mafioso oggi è difficile applicarli perché queste persone non agiscono con metodo mafioso anche se sono mafiosi.GIORGIO MOTTOLAÈ per questo che al nord alcuni processi per ‘ndrangheta sono crollati?GIUSEPPE BORRELLI – PROCURATORE AGGIUNTO NAPOLISì in realtà è per questo.GIORGIO MOTTOLA FUORI CAMPOE così negli ultimi anni in Lombardia, i processi “Isola”, “Cerberus” e “Parco Sud”, “Maglio 3” in Piemonte e “La Svolta” in Liguria hanno visto assolti o annullata la condanna per ‘ndrangheta per decine di famiglie.Quanti banchieri e finanzieri sono stati condannati, per mafia, per aver aiutato i boss e le cosche a nascondere i loro beni?
Dopo la crisi, la mafia ha portato la sua liquidità alle banche in crisi e nelle aziende in crisi.
E sull'antimafia in Confindustria, dopo i tanti proclami nel cacciare le mele marce, le inchieste in Sicilia hanno raccontato un'altra verità.
I beni dei mafiosi si spostano ed è difficile andare a seguire le loro tracce.
Così come è difficile andare ad arrestare i boss condannati, come Domenico Rancadore, latitante a Londra.
E in Inghilterra non esiste il reato di associazione mafiosa e nell'attesa dell'estradizione, il reato è andato prescritto.
Anzi, il reato di associazione mafiosa non esiste proprio in Europa.
FRANCO ROBERTI – PROCURATORE DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIAL'armonizzazione legislativa sarebbe l'optimum, è l'obiettivo a quale bisogna tendere e che è auspicato anche dal trattato di Lisbona che tende proprio a promuovere anche attraverso la figura del procuratore europeo l'armonizzazione delle norme quantomeno a livello di Unione Europeo. Quello è il presupposto ideale per poterci muovere in modo sintonico. Fino a quando ci saranno queste disarmonie sarà sempre piuttosto difficile.MILENA GABANELLI IN STUDIOÈ dal 2009 che deve esserci, deve essere istituita una Procura Europea che coordini le indagini fra i vari paesi per i reati particolarmente gravi, ma per ora nemmeno l’ombra. Una cosa però l’Europa l’ha fatta: quella di calcolare il giro d’affari delle mafie e della criminalità organizzata, lo ha inserito anche nel Pil, ma non ci ha detto quanto è, abbiamo i numeri invece calcolati da un approfondito studio fatto dall’Università di Linz, le attività illegali in Europa rappresentano il 18,4% del Pil, vale a dire circa 2.500 miliardi. Insomma sembra che questa Europa la cosa che sappia fare meglio, anche ricordando l’inchiesta che abbiamo visto all’inizio sui brevetti sia quella di favorire evasione e dumping e liberissima circolazione, ma al denaro sporco però e aimalfattori.Fa riflettere come, nell'Europa unità nel respingere i migranti, i soldi sporchi della mafia non siano respinti e nemmeno i boss.
E che qui in Italia siamo ancora ai tempi di Falcone e Borsellino.
Il pdf con la trascrizione della puntata.
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