E' chiaramente un passo avanti in termini di diritti civili per il paese, che mette un altro passo nell'Europa, almeno su questo tema.
Ora le discriminazioni sui gay (che la stessa Europa ci aveva segnalato) sono attenuate, quello che rimane fuori il testo della legge difficilmente verrà approvato: segnalo alcuni disparità che la legge consente segnalati ieri sul Corriere dal giornalista Ferrarella.
E' un successo (mediatico) per il governo certo, che ha un altra carta da giocarsi nella campagna elettorale continuativa e in vista delle elezioni e del referendum.
Dopo jobs act, buona scuola, voto di scambio, falso in bilancio, (finta) abolizione delle provincie, un altra spunta sull'elenco delle riforme (che il paese attendeva etc etc).
Certo, è amaro considerare che lo stesso governo che ha tolto alcuni diritti nel mondo del lavoro, ne aggiunga altri con le unioni civili.
A proposito di diritti, oggi verrà votata un'altra fiducia su un emendamento legato alla scuola, dove si concedono 12 ml di euro alle scuole paritarie, per i disabili.
In tempi di tagli alla scuola pubblica, una scelta abbastanza discutibile.
Update: leggo ora quanto scritto oggi Alessandro Gilioli sulla legge, che non deve essere un punto di arrivo ma un punto di partenza
Vale a dire: questa legge - che rappresenta un netto miglioramento rispetto a prima ma che ci lascia buoni ultimi in Europa occidentale in termini di uguaglianza - è un punto d'arrivo o di partenza? È qui che si gioca tutto, compreso il grado di festeggiamenti con cui accogliere quanto approvato ieri. Perché se fosse un punto di partenza mi unirei volentieri a chi ha stappato champagne. Certo, eviterei per dignità gli eccessi di prosopopea e di inchini al Caro Leader che ieri ho visto in giro, esternati perlopiù da simpatici ex leopoldini che oggi siedono nei Cda delle partecipate o hanno direttamente una poltrona a Palazzo Chigi.
Tuttavia festeggerei pacatamente anch'io, come giusto fare per ogni miglioramento: d'altro canto, sono un riformista. Se invece fosse un punto d'arrivo, cioè se tra cinque o dieci anni sull'uguaglianza saremo ancora alle "formazioni sociali specifiche", con i figli senza diritti, con la discriminazione messa nera su bianco, senza alcuna equiparazione delle famiglie omosessuali alle famiglie etero e con l'insulto della promiscuità legata all'orientamento, beh, credo che qualche domanda dovremmo porcela.
Dovremmo cioè chiederci se la "Cirinnà purgata" è servita a far avanzare o al contrario a fermare la spinta verso l'uguaglianza dei diritti. Questa è la domanda. Quanto alla risposta dipende, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, solo da noi: piddini, non piddini, grillini, radicali, di Sel, civatiani, cani sciolti di sinistra, liberali, astensionisti laici e chiunque altro pensa che l'obiettivo sia l'uguaglianza dei diritti. E una legge basata sul principio che l'amore con cui ci leghiamo l'uno all'altro deve essere uguale.
Nessun commento:
Posta un commento