Il sistema industriale, dei trasporti che verte attorno all'auto non funziona: è costoso, è arrivato alla saturazione, non produce ricchezza (se non per i produttori dell'auto che vivono con gli incentivi), per i petrolieri e per lo stato che vive di tasse su benzina, ed è costoso per l'ambiente.
L'inchiesta di Michele Buono e Piero Riccardi spiega perchè.
L'inchiesta di Michele Buono e Piero Riccardi spiega perchè.
L'industria dell'auto, con tutta la filiera, da lavoro a 2 milioni di italiani. Ma è un sistema che sta in piedi grazie agli incentivi: abbiamo la più alta densità di auto per abitante d'Europa; costriamo le città e la nostra vita attorno all'auto (senza auto non vai a lavoro, non porti a scuola i figli); passiamo una parte consistente della giornata in coda con l'auto per fare pochi chilometri, per poi lasciare l'auto tutto il giorno ferma.
Un auto che inquina, e che siamo quasi costretti a cambiare nonstante funzioni ancora, per gli obblighi legati alle emissioni (euro 4, euro 5).
Eppure il servizio di Report mostrava che a livello di emissioni, una macchina euro 2 sia simile ad una euro 5 nuovissima.
Il sistema dell'auto ha un costo sociale: Marchionne e la Fiat prima han chiesto gli incentivi, poi han presentato un piano in cui (dietro lo specchietto di una maggiore produzione) si chiede ai lavoratori maggiori sacrifici. E in ogni caso, alcuni impianti, come Termini, si devono chiudere: che ce ne facciamo di così tante auto? Veramente pensiamo di invadere gli altri mercati?
Il sistema auto, così com'è ha un alto costo ambientale (che il ministero dell'ambiente sembra non vedere): le aziende che prendono incentivi poi non si preoccupano di chiudere il ciclo, occupandosi anche della rottamazione.
E i terreni si riempiono di carcasse d'auto; e magari si inquinano con l'olio e i liquidi della batteria.
Il sistema auto, così come è pensato, impoverisce noi. Negli anni si sono spostate le case lontano del posto del lavoro, perchè contestualmente sono aumentati i prezzi delle case nelle città e si sono costruiti enormi quartieri dormitori. Come a Roma, a Casal Monastero, come a Milano col quartiere S. Giulia.
Più la gente si sposta all'esterno, meno vengono fatti funzionare i servizi pubblici, più la gente è costretta ad usare l'auto.
Quanto costa l'auto agli italiani? 200 miliardi di euro all'anno, di cui 40 miliardi di euro per le tasse sull'auto.
Lo stesso stato che incassa soldi dalle accise sulla benzina, spende poi 6 miliardi per i trasporti pubblici.
E' un meccanismo sbilanciato: Michele Buono, intervistava un economista cui "costi esterni" dell'auto, per la mobilità privata: 38 miliardi di euro, spesi per il traffico (la perdita di tempo); nell'inquinamento (gli 8000 morti per il PM10, i ricoveri per le malattie); per combattere i gas serra, di cui l'inquinamento da CO2 è con-causa.
Da una parte abbiamo gli impegni di Kyoto, che prevedono delle multe se non si rispettano certi parametri, dall'altra abbiamo Trenitalia che per bocca del suo amministratore ammette di non avere fondi per i pendolari.
Eppure esiste una soluzione: il servizio mostrava cosa fanno le amministrazioni dei paesi del nord: Hannover, Friburgo, Malmo.
Ma anche in Italia, alcuni comuni piemontesi, come Bra.
Il quartiere è costruito in modo da rendere inutile l'uso dell'auto: prima si fanno i mezzi pubblici, i servizi, le scuole, poi le case.
Non c'è nessun palazzinaro che fa pressioni su sindaci e assessori.
Nessuna casa automobilistica si permetterebbe ricatti, al politico.
Ecco, basterebbe che la politica facesse il suo mestiere.
Technorati: Report
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