Giustizia e libertà sono i due cardini del no secco che si dovrebbe dare al DDL intercettazioni. Un no, senza se e senza ma.
Altro che indorare la pillola ai giornalisti come ha fatto il governo e i finiani in questa settimana.
Il DDL sulle intercettazioni, tema della puntata di Annozero, mina il funzionamento della giustizia:
- per il limite dell'ascolto a 75 giorni
- per la necessità di 3 giudici per autorizzare le intercettazioni (e solo nei capoluoghi)
- perchè non è vero che i reati di mafia si lasciano così com'è. Molte indagini partono da reati "comuni".
- perchè, piaccia o non piaccia, con queste leggi, Riina e Provenzano non sarebbero stati catturate
- perchè le microspie si possono piazzare solo
- perchè con lo stop alle intercettazioni "a strascico", si blocca l'attività investigativa, quando ancora si devono individuare i possibili responsabili
- perchè una intercettazione non potrà più essere usata in un altro processo, anche se contiene elementi utili
- perchè permettere solo i riassunti delle intercettazioni, può essere peggio che non risportare le frasi così come sono (per esempio le risate dei due sciacalli)
Dobbiamo andare avanti?
La discussione sul DDL intercettazioni fa da cartina al tornasole ai politici: i finiani, dopo gli strilli iniziali, che ritornano all' ovile (come Italo Bocchino che ieri ha cercato di difendere il senso del DDL).
Dov'è la minoranza interna, nel PDL, che non la vedo?
La verità è che con questa legge, che dovrebbe tutelare la privacy (in un paese delle mille telecamere, dei dossier Telecom, del Watergate all'italiana con la telefonata Consorte Fassino), blocca sul nascere le indagini.
I giornalisti avranno quindi, poco da racocntare.
Si vuole tutelare veramente la privacy? Evitare la gogna mediatica?
Che si inizi a raccontare cosa è successo con la telefonata di Fassino, portata da Favata a Silvio Berlusconi. E che il primo ha cercato di usare per trarne guadagno.
In studio a confrontarsi sulla legge, erano presenti solo giornalisti. Come se il problema riguardasse solo loro.
Come se il contentino di poter pubblicare il riassunto delle intercettazioni e il passo indietro su multe e carcere per gli editori, servisse a qualcosa.
Gli interventi di Concita De Gregorio e Marco Travaglio sono stati molto esaustivi a riguardo.
"Gli atti si potranno pubblicare integralmente solo dopo l'udienza preliminare quando un giudice ha stabilito se devi essere processato o no": la giustificazione data dai finiani sarebbe valida se la persona in oggetto (un politico, un amministratore, un imprenditore) facesse un passo indietro, si togliesse di mezzo.
Siccome questo non accade (e la politica non ha mai fatto pulizia dei suoi armadi), il cittadino non ha strumenti per giudicare il candidato o il partito per cui votare.
Ma l'aspetto che dovrebbe far riflettere maggiormente le persone è il confronto con quanto succede all'estero: l'inchiesta del Wall Street Journal con intercettazioni illegali, su società finanziarie americane. Il dipartimento della giustizia ha indagato sulla fuga di notizie, ma non ha chiesto censure ai giornalisti.
Lo scoop del News of the world, sulla ex principessa Sara Ferguson. In Italia solo giornalisti professionisti (o con qualche tesserino in mano) avrebbero potuto farlo. E i free lance?
Purtroppo qui dobbiamo affrontare i soliti luoghi comuni dei finti garantisti: ci sono troppe intercettazioni, le intercettazioni costano troppo, i Gip autorizzano sempre le richieste dei PM.
Tutte obiezione che, quando viene chiesto di supportarle con i numeri, si sciolgono come neve al sole.
La realtà, lo ripeto, è che parliamo di una legge contro le indagini. C'è la crisi, sono finiti i soldi, è aumentato il debito pubblico, la spesa corrente?
Si è scelto Barabba e non Gesù: cosa volete voi? La lotta agli sprechi, alla corruzione, alla criminalità, all'evasione, ai reati dei colletti bianchi?
Oppure preferite continuare a fare i sacrifici? Perdere la scuola pubblica, la sanità pubblica, il welfare?
Vogliamo i sacrifici. Rispose il gregge.
Segnalazioni:
- "Pm antimafia a rischio ricusazione ai boss basterà fare una denuncia"
Grasso: dopo il '92 Cosa Nostra cercò nuovi referenti politici. Una banale fuga di notizie permetterà a Riina o a Provenzano di sbarazzarsi dei magistrati che stanno indagando su di loro
Per l'ex 007 è scattato il segreto di stato per alcuni episodi, per altri la prescrizione
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