30 maggio 2010

La caccia al tesoro di Andrea Camilleri

Si percepisce fin da subito che c'è qualcosa che non va, fin dalle prime pagine. Che in questa, ultima per il momento, inchiesta del commissario Montalbano c'è qualcosa fuori posto.
Il pronti-partenza-via degli eventi, la coppia chiesastra dei fratelli Palmisano asserragliata in casa che costringe il commissario ad una pericolosa salita su una scala.
La scoperta dei crocifissi, della bambola gonfiabile nel letto del vecchio …
E anche la Vigata, non è la Vigata che conosciamo: non solo per l'assenza dei punti di riferimento abituali (il mare, i vigatesi, il cibo). C'è uno strano torpore nell'aria, nessun crimine da perseguire e questo mette paradossalemente in difficoltà il commissario.
Catarella ha una teoria: i piccoli ladri, quelli che rubano nelle case, che scippano per strada, si vergognano di fronte ai grandi ladroni “degli industriali che mannano al fallimento la ditta doppo aviti fatto scompariri i soldi dei risparmiatori, delle banche che trovano il modo di fottere i clienti, delle grandi imprese che rubano il denaro pubblico ..”.
Persino la notoria fame lupigna di Montalbano, perde i colpi nella trattoria da Enzo.

Torpore che viene inizialmente interrotto da una caccia al tesoro cui un anonimo “amico” lo sfida. Una sfida che viene lanciata a Montalbano tramite delle lettere anonime, i cui versi infantili nascondono una traccia da scoprire.
Ma ecco che, improvvisamente, tra giovani Harry Potter che lo aiutano nello scoprire l'enigminista delle lettere e le telefonate riappacificratici con Livia a Boccadasse, succede qualcosa.

Una ragazza viene rapita, Ninetta Bommarito, apparentemente senza motivo. Chi l'ha rapita e perchè? L'inchiesta sul rapimento mette, almeno inizialmente in secondo piano, i versi e gli enigmi dell'anonimo scrittore.
“E via via che le liggiva ancora e ancora, e si faciva tornari alla memoria i percorsi, le strate che quelle littre gli avivano fatto fari e i posti indove l'avivano fatto arrivari, la capanna di ligno, la casuzza sdirrupata, la ruga che gli era spuntata in mezzo alla fronti gli si faciva semprri cchiù funnuta.
Ma era un'idea accussì azzardata, accussì fantasiosa, accussì mancanti d'ogni appoggio fermo e sicuro, che si scantava a formularla compiutamenti, a darle 'na forma definitiva e a dovirla di conseguenza considerare nell'insieme.
Se la lassava perciò firriari libberamenti nel ciriveddro a brandelli, a piccoli scorci, a dittagli, a particolari, come i pezzi di un puzzle, e supra a 'sti frammenti passava e ripassava, ma sempri faciva in modo che ristassero isolati l'uno dall'altro, pirchì, al momento che avissiro pigliato l'aspetto di un disigno compiuto, allora avrebbi avuto l'obbligo d'agire, di cataminarsi, a rischio che tutto alla fini s'arrisolviva in un semplici joco, un passatempo, e ui ci avrebbi rimesso non la reputazione o la carrera, che di quelle altamente sinni stracafuttiva, ma la stima, l'opinioni che aviva di se stisso. No, a considerari e a riconsiderari bono, sempri cchiù si faviva persuaso che la caccia al tesoro non era un joco per nenti 'nnucenti, anzi era decisamenti periglioso. Non solo fitiva di sangue (e la testa dell'agneddro ne era 'na prova, quella sì), ma c'era torno torno a quella facenna un feto di marciume, di carni decomposte, di malaria.
Se le cose stavano veramente accussì come le stava videnno ora, già fin dalla prima littra lo sfidante aviva vuto 'n testa di mettiri in palio 'na posta, un premio da fari rizzari i capilli e lui inveci non era arrinisciuto ad accapirlo come avrebbi dovuto. ”

La bambola gonfiabile, nella casa dei vecchietti bigotti, una seconda bambola trovata in una discarica, gemella della prima. Bambole, causa di innumerevoli equivoci per causa del fatto che Montalbano se le porta a casa, causando spaventi alla povira Adelina e preoccupazione (per la sua vita sessuale) all'amica Ingrid.
Bambole come surrugato di un sessualità spicciola.
E infine una ragazza presa e rubata: lo si capisce solo alla fine, ma è il ruolo della donna ad essere fuori posto in questo libro. Donna come oggetto di attenzioni sessuali, come oggetto di sfogo delle passioni turpi. E la discesa agli inferi di Montalbano in questo giallo che si trasforma sempre più, nelle ultime pagine, in un libro di assassini pscicopatici, è la metafora di una discesa del nostro mondo . Discesa cui, il sempre più riflessivo commissario (con l'ausilio dei Montalbano 1 e Montalbano 2) assiste.
Il libro più nero e cupo, di Camilleri.

Il sito dello scrittore Vigata.org

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