26 maggio 2010

La caccia al tesoro - incipit

Che Gregorio Palmisano e sò soro Caterina erano persone chiesastre fin dalla prima gioventù, era vosa cognita in tutto il paisi. Non si pirdivano 'na funzioni matutina o sirali, 'na santa missa, un vespiro, e certi volti annavano in chiesa magari senza un pirchì, sulo che ne avivano gana.
Il liggero profumo di 'ncenso che stagnava nell'aria dopo la missa e l'aduri della cira del cannile era per i Palmisano meglio dello sciauro del ragù per uno che non mangiava da deci jorni.
Sempri agginocchati al primo banconi, non calavano la testa nella prighiera, la tinivano isata, con l'occhi bene aperti, ma non taliavano però nè verso il granni crocifisso supra all'altaro maggiori nè verso la Madonna che stava addulurata ai sò pedi, no, non staccavano manco un attimo la taliata dal parrino, di quello che faciva, di come si cataminava, di come girava le pagine del Vangelo, di come binidiciva, di come moviva le vrazza quando diciva domino vobisco e pò finiva con ite, missa est.
La verità era che avrebbiro voluto essiri parrini tutti e dù ...

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