"... e nel frattempo la Grecia affonda sotto il peso delle mancate riforme ": questo lo spot di Ballarò, della puntata di ieri (dove tra le altre cose si è parlato anche delle dimissioni di Scajola).
Questo un esempio di cattiva informazione: la Grecia affonda sotto il peso della corruzione, dell'evasione fiscale, degli sprechi dentro la pubblica amministrazione.
La Grecia affonda sotto il peso dei conti truccati grazie al governo di centrodestra e delle banche come Goldman Sachs.
La Grecia affonda sotto il peso dei conti truccati grazie al governo di centrodestra e delle banche come Goldman Sachs.
La Grecia affonda sotto il peso delle spese militari (decise anche queste dai passati governi): il 5% del PIL. "Ma cosa devono fare con tutte queste armi, andare a Troia?" commentava Crozza nella copertina.
Altro che riforme mancate: e quali poi? Le solite riforme su pensioni, liberalizzazioni del lavoro, dei servizi statali?
Brutte cose stanno succedendo in Grecia: a pagare sprechi e corruzione saranno lavoratori dipendenti pubblici (con stipendi diminuiti) e privati (su cui pende la licenza di licenziare).
E in Italia come andrà a finire la favoletta della crisi da cui saremmo usciti?
Anche l'Italia non è messa bene: colpa delle mancate riforme o dell'evasione fiscale ,della corruzione e della criminalità organizzata?
Colpa forse dei ministri che si fanno comprare le case come fossero bamboccioni. "Se ne va un ministro capace" ha commenatto così Berlusconi le dimissioni di Scajola. Capace di cosa?
Ciarrapico nullatenente, perchè ancora deve risarcire banche e creditori per il crac dell'Ambrosiano.
Meditate gente, meditate.
C'era un bell'articolo di Superbonus, sul finanziamento dell'Europa alla Grecia (che evidentemente non è bastato agli speculatori internazionali).
Su quanto la realtà spesso sia differente da quanto ci viene raccontato.
Gli stati dell’Eurogruppo, cioè dei Paesi dell’euro, daranno 80 miliardi di euro alla Grecia in 3 anni sotto forma di un prestito. Contestualmente la Banca centrale europea ha rimosso i vincoli di rating per l’uso dei titoli greci come collaterale per i prestiti che concede alle banche. Questo significa che le istituzioni finanziarie che detengono titoli di Stato ellenici possono convertirli in moneta sonante depositandoli a garanzia presso la Banca centrale. Con questo meccanismo l’Italia, che sarà chiamata a contribuire con circa nove miliardi potrà iscrivere a bilancio un credito verso la Grecia, contestualmente per reperire i fondi da trasferire ad Atene dovrà aumentare il proprio debito in misura corrispondente. Il credito e il debito si elideranno ai fini dei parametri di finanza pubblica (in primis il rapporto tra deficit ePil e quello tra debito e Pil). E quindi avremo creato nove miliardi di euro dal nulla.
Come noi, faranno tutti i partner europei: senza creare una tassa pro Grecia e senza aumentare l’indebitamento complessivamente trasferiranno denaro creato dal nulla a un Paese che ha probabilità molto basse di riuscire a ripagarlo. E’ il primosubprime di Stato della storia monetaria: a un creditore insolvente si concede un prestito con un alto tasso d’interesse utilizzando come garanzia delle cambiali (titoli di Stato) che probabilmente non riuscirà a pagare e che non saranno liquidabili sul mercato.
Questo meccanismo lo hanno inventato gli stessi governanti europei che hanno tuonato contro le banche americane, contro la speculazione ed invocano ad ogni piè sospinto regolamentazioni più rigide per la finanza mondiale. Nessuno ha avuto il coraggio di assumere una decisione politica chiara facendo affondare la Grecia con i suoi debiti fuori bilancio, oppure chiedendo a tutta Europa un sacrificio reale per salvarla. Si è preferita la via monetaria/contabile forzando al massimo il sistema monetario europeo e piegandolo a necessità per il quale non era stato progettato. Si è preferito stampare denaro in forma indiretta attraverso l’emissione di un prestito ad Atene che può essere convertito in liquidità dagli Stati tramite le banche.
Gli stati dell’Eurogruppo, cioè dei Paesi dell’euro, daranno 80 miliardi di euro alla Grecia in 3 anni sotto forma di un prestito. Contestualmente la Banca centrale europea ha rimosso i vincoli di rating per l’uso dei titoli greci come collaterale per i prestiti che concede alle banche. Questo significa che le istituzioni finanziarie che detengono titoli di Stato ellenici possono convertirli in moneta sonante depositandoli a garanzia presso la Banca centrale. Con questo meccanismo l’Italia, che sarà chiamata a contribuire con circa nove miliardi potrà iscrivere a bilancio un credito verso la Grecia, contestualmente per reperire i fondi da trasferire ad Atene dovrà aumentare il proprio debito in misura corrispondente. Il credito e il debito si elideranno ai fini dei parametri di finanza pubblica (in primis il rapporto tra deficit ePil e quello tra debito e Pil). E quindi avremo creato nove miliardi di euro dal nulla.
Come noi, faranno tutti i partner europei: senza creare una tassa pro Grecia e senza aumentare l’indebitamento complessivamente trasferiranno denaro creato dal nulla a un Paese che ha probabilità molto basse di riuscire a ripagarlo. E’ il primosubprime di Stato della storia monetaria: a un creditore insolvente si concede un prestito con un alto tasso d’interesse utilizzando come garanzia delle cambiali (titoli di Stato) che probabilmente non riuscirà a pagare e che non saranno liquidabili sul mercato.
Questo meccanismo lo hanno inventato gli stessi governanti europei che hanno tuonato contro le banche americane, contro la speculazione ed invocano ad ogni piè sospinto regolamentazioni più rigide per la finanza mondiale. Nessuno ha avuto il coraggio di assumere una decisione politica chiara facendo affondare la Grecia con i suoi debiti fuori bilancio, oppure chiedendo a tutta Europa un sacrificio reale per salvarla. Si è preferita la via monetaria/contabile forzando al massimo il sistema monetario europeo e piegandolo a necessità per il quale non era stato progettato. Si è preferito stampare denaro in forma indiretta attraverso l’emissione di un prestito ad Atene che può essere convertito in liquidità dagli Stati tramite le banche.
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