30 maggio 2010

Intercettazioni, bavaglio e indagini

Sempre a proposito del DDL intercettazioni.
"Stessi doveri, meno diritti"
il sunto dell'articolo di Gilioli

Ah, per finire, segnalo la chicca del divieto di registrare conversazioni “ai fini dell’attività di cronaca”. Se la sono inventata per impedire che succeda un nuovo caso D’Addario, la escort che si era portata il recorder a Villa Certosa. Poi i giornali l’hanno criticata parecchio e dall’ultima bozza è uscito un mostro inedito: nessuno può registrare conversazioni a fini di cronaca, tranne i giornalisti professionisti e pubblicisti.

Chi la il tesserino in tasca sì, gli altri ciccia.

Quanto sia antistorico e passatista questo articolo in tempi di giornalismo diffuso – anzi in tempi in cui il giornalismo dai confini definiti sta lasciando il posto a una galassia di comunicazione digitale – credo che sia evidente a tutti.

Ma la cosa paradossale è che nella stessa legge viene prevista l’equiparazione tra giornalisti e blogger in termini di obblighi di rettifica.

Curioso no? Con un articolo si equiparano i blogger ai giornalisti, con un altro si torna a differenziarli. Detta diversamente, da domani i blogger avranno gli stessi doveri dei giornalisti senza avere gli stessi diritti.

Ma l'aspetto del bavaglio è solo uno dei problemi del DDL. Il vero problema riguarda i bastoni tra le ruote che mette ai magistrati per le indagini. Tre giudici per autorizzarle, la possibilità di cacciare il PM se c'è una fuga di notizie, i documenti che viaggeranno avanti indietro tra le piccole procure e i capoluoghi ....
C'era una volta la tolleranza zero.

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