Una pistola in bocca è una pistola in bocca. E' un fatto non un concetto. C'è poco da dire con la pistola in bocca.
Sa di freddo, sa di inverno, sa di inferno. Fa impazzire le ghiandole che stanno tra mandibola e orecchio, come quando si mangia un frutto acerbo. E vai a sapere come si chiamano, quelle ghiandole là.
Un frutto acerbo gli venne in mente, un frutto acerbo che lega la bocca dei figli, dei figli dei figli e dei figli dei figlie dei figli.
Un pensiero fuori posto. Uno tra i tanti. Anche se poi qualcuno dovrebbe spiegare quali sono i pensieri giusti, quando ci si ritrova una canna d'acciaio in bocca.
Si accorse che stava tenendo gli occhi chiusi. senza deciderlo davvero, li aprì. Anzi: li spalancò, ma vide i contorni delle cose avvoltinella nebbia. Qualcuno gli aveva tolto, e forse rotto, gli occhiali. Ma non riusciva a ricordare come e quando. Forse per via della botta che gli faceva ancora pulsare le tempie.
[..].
Ma cosa voleva quell'individuo massiccio che lo stringeva con le spalle al muro, una mano a tenaglia sulla gola, un ginocchio premuto sul basso ventre e gli infilava una pistola in bocca?
Sottotraccia, le prime righe.
Ecco, bella domanda: cosa ci faceva lì, quella persona, con una pistola in bocca?
E' il primo libro di Massimo Cassani, e per scoprire in quale brutta indagine (partita come un semplice furto), vi dovete leggere, con molta attenzione, tutto il libro.
Buona lettura!
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Technorati: Massimo Cassani
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