Non ci sono più le liste di una volta. Scrive Marco Damilano sul blog:
"Sono passati trent’anni e spunta un’altra lista. Al posto di Gelli c’è l’imprenditore Diego Anemone. Non si parla di associazione sovversiva ma di ristrutturazioni e ricostruzioni edilizie: case, appartamenti, ville in campagna. Per il resto, però, è cambiato poco: tra i 400 nomi ci sono ministri all’epoca in carica (Scajola e Lunardi), ex ministri (Nicola Mancino, oggi vice-presidente del Csm), due giudici della Corte costituzionale (Luigi Mazzella e Gaetano Silvestri: nella casa di Mazzella ci fu una cena con Berlusconi pochi mesi prima della sentenza della Consulta sul lodo Alfano), alti dirigenti Rai (Mauro Masi e Giancarlo Leone), parlamentari, attori, giornalisti, registi… E figli, parenti, mogli in via di divorzio da sistemare. Qualche nome, è incredibile, compare in entrambi gli elenchi. Per esempio, l’ex deputato dc e poi ministro in quota An nel primo governo Berlusconi Publio Fiori: nella lista di Gelli figurava come tessera n.1878, poi prosciolto da ogni addebito, in quella di Anemone è annotato con un appartamento da ristrutturare nel quartiere Prati."
Il paese è in crisi, piccoli segnali di aumento di produzione, ma emoraggie di posti di lavoro.
La soluzione? Fare le riforme. E quali, di grazia?
Salari, tasse (aumentarle), tagliare il welfare, le pensioni.
E, già che ci siamo, tagliamo pure le intercettazioni, così chi ruba continua a stare tranquillo.
La lista di Anemone ha messo in luce, speriamo non per l'ultima volta, l'anima nera dle paese: quello che vive attorno a privilegi, caste, io sono io e voi non siete. Il paese degli amici, dei parenti, delle amanti.
Ministri, giudici, parlamentati, medici, giornalisti ...
Il belpaese, appunto. Quello che non ha sentito la crisi, e che mai la sentirà. D'altronde se trovi qualcuno che ti paga la casa ...
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