05 dicembre 2010

Le rose nere di Firenze di Michele Giuttari

Un puzzle, un vero enigma, quelle morti che si susseguono uno dopo l'altro a Firenze.

Un cadavere sfregiato in una cappella dentro un'obitorio, la figlia di una famiglia facoltosa trovata morta nella sua camera, con tanti simboli esoterici attorno al cadavere. E poi altre morti, sempre in contesti pieni di una simbologia satanica. Un cadavere carbonizzato in una chiesa, un extracomunitario ucciso con pallottole verniciate.

Morti senza indizi, senza movente, che sembrano una sfida per il capo della Mobile , Michele Ferrara. Il poliziotto che nella sua lunga carriera in cui ha dato la caccia alla massoneria deviata, al livello superiore del caso del mostro (di Firenze), alla mafia al nord, si è costruito tanti nemici.

Morti che suscitano anche, di riflesso, una reazione di paura, da parte dei vertici cittadini, della questura, della polizia. Paura montata anche dagli articoli dei giornali: cosa sta succedendo a Firenze? Cosa sta facendo la polizia? C'è un serial killer dietro gli omicidi, o cosa?

Forse dietro queste morti un'unica regia, di persone che non amano mettersi in mostra, e che con questi omicidi intendono mettere all'angolo Ferrara stesso.
Oppure, l'intrigo è, se possibile, ancora più profondo: perchè dietro la trappola potrebbe nascondersi una vendetta.
Vendetta per un trauma consumatosi anni prima e che ha lasciato nella mente lucida ma malata di qualcuno profonde cicatrici.

Perchè dalla violenza, può solo nascere violenza:

Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare egli stesso un mostro. E se tu guarderai a lungo un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te”.
Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male.

Ne “Le rose nere” c'è modo di raccontare la vita di un investigatore: le difficoltà nel coniugare un lavoro pericoloso con la famiglia. Le difficoltà nel dover compiere indagini che toccano fili che non si devono nemmeno sfiorare (la massoneria), pena il dover subire pressioni dai propri superiori, sia dentro la polizia che dentro la magistratura.
Perchè siamo in Toscana, terra di logge, più o meno occulte, dentro cui figurano persone che tutto vedono e che tutto possono.
Mentre dall'altra parte si deve combattere una battaglia contro i tagli da parte del ministero, su straordinari, personale, mezzi a disposizione.

Ferrara porterà avanti il suo lavoro, avvalendosi della collaborazione dei carabinieri, e fidandosi del suo intuito, del lavoro dei suoi collaboratori, della sua esperienza. Ma non fino in fondo … “Lasci stare la Rosa nera, questa non morirà mai!”

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