Settimana scorsa eravamo tutti Voltaire, indignati per l'atteggiamento del sindaco di Napoli De Magistris che aveva cercato di bloccare il comizio di Salvini al museo del mare.
Anche uno come Salvini ha il diritto di parlare, viva la libertà di espressione.
Passa una settimana e invece siamo qui a congratularci col ministro Minniti perché sabato, per le manifestazioni pro e contro l'Europa (per l'anniversario sui Trattati di Roma), non ci sono stati scontri né altre devastazioni.
Merito degli arresti preventivi della polizia che, come ha spiegato il Questore "L'attività preventiva ha funzionato .. Abbiamo verificato non solo i precedenti penali, ma anche l'orientamento ideologico. Non tutte le persone fermate sono state allontanate".
Suona molto male, questa frase.
Forse erano tutti delinquenti, quelli fermati. Forse erano in procinto di armarsi con le spranghe sequestate e mettere a ferro e fuoco la città, come avevano scritto in tanti nei giorni precedenti.
Ma l'orientamento ideologico come indicatore di presunta colpevolezza fa pensare male.
Come è andato poi l'incontro dei leader europei? Tutti contenti per l'operato del ministro e tutti contenti per le dichiarazioni vuore e inutili dei presidenti europei, di Tusk, di Juncker.
Non una parola sui migranti, sui muri, sulle dichiarazioni di Dijsselbloem, sui partiti di estrema destra che stanno crescendo e su come questi condizionino l'agenda politica di un'Europa che, a parole deve essere unita ma anche a più velocità (e noi a che velocità andremo?).
E' la democrazia 2.0, questa?
A proposito: sono (siamo) tutti allarmati per populismi e populisti.
Come Trump.
I primi mesi della sua amministrazione ci hanno insegnato una cosa: a salvarci dai populisti e dai loro abusi è la Costituzione e il bilanciamento dei poteri.
Come in America.
E lo stesso vale in Italia.
A futura memoria per quanti pensano di poter modificare la costituzione a colpi di maggioranza.
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