Che si aprirà col consueto spazio per le interviste del conduttore Iacona: in vista delle future elezioni presidenziali in Francia, ospite sarà il candidato della sinistra, Benoit Hamon.
Viviamo un periodo in cui esplodono i partiti cosidetti antisistema, populisti, aiutati dalla crisi e da una sinistra che non è più tale (non si occupa cioè più di difendere gli ultimi): terminato il blairismo e il clintonismo (marito e moglie) i giovani si stanno avvicinando ad altri riferimenti.
Bernie Sanders in America, Jeremy Corbyn in Inghilterra e appunto, Benoit Hamon in Francia. Si prova non solo a cambiare conduttore, ma a cambiare proprio musica.
Benoit Hamon, il “Bernie Sanders” francese candidato del partito socialista in corsa per l’Eliseo. Al secondo turno delle primarie ha battuto a sorpresa il candidato dato per favorito, l’ex ministro dell’Interno Valls.
E’ diventato l’idolo dei giovani con un programma pieno di ideali alternativi a quelli delle sinistre al governo negli altri paesi d’Europa. I suoi nemici politici sono fortissimi, ma lui corre in campagna elettorale convinto di potercela fare.Lasciati soli.
Sabato scorso, a Firenze, un uomo di 84 anni si è ucciso assieme alla moglie e alla figlia tetraplegica che non riusciva più ad accudire.
"All'origine del gesto ci sono tutte le ombre della fatica e della stanchezza: la figlia aveva bisogno di assistenza anche soltanto per passare da una stanza all'altra e il padre avvertiva il peso dell'età e col passare del tempo si sentiva inadeguato. Anche soltanto le scale per arrivare all'appartamento erano un problema. Aveva paura di lasciare Sabrina senza assistenza, il timore che non ci fossero più mani piene di cura come le sue a seguire la figlia, aveva gettato il pensionato in una disperazione sempre più cupa. Così ha imbracciato il fucile da caccia, regolarmente detenuto, ha sterminato la famiglia e subito dopo ha fatto fuoco contro se stesso."Questo paese che spende miliardi in grandi opere, in tangenti e sprechi, si permette di spendere solo 8 euro al giorno per le persone con disabilità.
Siamo la maglia nera dell'Europa: quello che non mette lo stato, però, lo devono mettere le famiglie.
Coi loro soldi, col loro tempo, con la loro fatica. Almeno finché le famiglie ce la fanno.
LASCIATI SOLI di Giuseppe Laganà e Alessandro Macina. La vita dei disabili in Italia spesso è un percorso a ostacoli. Sono quasi 4 milioni, il 6,7% della popolazione e i numeri sono in aumento.Un viaggio di PresaDiretta nel paese da nord a sud, che ha raccolto le testimonianze dei disabili e dei loro parenti che si sentono “lasciati soli” dallo Stato. La spesa media pubblica per ogni disabile in Italia è di 8 euro al giorno, siamo in fondo alla classifica in Europa per fondi destinati alle disabilità.
E soprattutto mancano politiche nazionali capaci di uniformare i servizi e l’assistenza, le risorse cambiano da Regione a regione e a volte, da Asl a Asl.
E così finisce che a farsi carico della presenza, l’assistenza, le cure siano sempre e soltanto le famiglie. E quanto spendono davvero gli italiani con parenti disabili?
Solo i familiari alle prese con malattie degenerative come l’Alzheimer, 8 miliardi l’anno.E poi l’assenza di inclusione professionale, si stima che l’85% dei disabili non riesca a inserirsi nel mondo del lavoro e l’inclusione scolastica, che sopravvive a fatica o manca del tutto.E ancora, un viaggio nel doloroso interrogativo dei genitori di ragazzi autistici: “cosa accadrà a mio figlio dopo di me?”.
Ospite in studio intervistato in diretta da Riccardo Iacona GianLuca Nicoletti, giornalista, scrittore di diversi libri sulla sua esperienza di genitore di un ragazzo autistico e conduttore radiofonico. Nicoletti ha realizzato un docufilm “Tommy e gli altri” che prova a raccontare il mondo visto da questi “figli stralunati” per aiutare gli altri genitori a uscire dall’ombra.
In Italia troppo spesso le persone con disabilità e le loro famiglie si sentono abbandonate, si sentono senza voce. Eppure proprio pochi giorni fa le parole del presidente Mattarella ci hanno ricordato che: “Nessun malato, ovunque ma particolarmente nella nostra Repubblica, deve sentirsi invisibile o dimenticato”.
La strage dei cristiani di Garissa.
Garissa è in Kenya, non in Francia e nemmeno in Belgio.
Se fosse stata in Europa forse, dopo la strage del 2 aprile di due anni fa, avremmo detto anche #jesuisgarissa.
Il 2 aprile 2015 un commando armato con esplosivi ha fatto irruzione nel campus di Garissa in cui studiano soprattutto allievi cristiani: l'attacco, che è costato la vita a 147 ragazzi, è stato rivendicato da al-Shabaab somali, un gruppo legato ad al-Qaeda.
Gli studenti cristiani sono stati presi in ostaggio, ma alcuni di questi uccisi subito.
Il Kenya, come anche la Nigeria, è un paese dove convivono diverse religioni ed etnie la cui integrazione è ostacolata proprio da attacchi come questo.
Che portano terrore, che tendono a dividere i gruppi.
LA STRAGE DI GARISSA di Angelo Loy e Tommy Simmons.Uno dei più sanguinari attacchi terroristici del continente africano, si è consumato a Garissa, una bella cittadina a nord del Kenya, il 2 aprile del 2015.La notizia fa il giro del mondo, ma altrettanto velocemente viene dimenticata.Quella mattina un commando di terroristi islamici di Al Shabaab entra nel campus universitario di Garissa, dove studiano ragazzi e ragazze di tutto lo Stato e compiono una strage. Indisturbati.
In pochi attimi, le aule di una delle più frequentate università africane, simbolo di un’efficace integrazione culturale e religiosa tra islamici e cattolici, diventano un vero e proprio mattatoio. Vengono giustiziati solo gli studenti cattolici, uno ad uno, gli islamici vengono risparmiati. A terra rimangono i corpi di 143 ragazze e ragazzi.L’esperienza dell’Università di Garissa, con il suo importante percorso di formazione culturale di giovani africani di religioni e lingue diverse capaci di dialogare tra loro, è stato brutalmente interrotto.
Quali saranno le conseguenze?
A PresaDiretta un reportage dal Kenya, una zona cruciale per gli equilibri di tutta l’Africa, le toccanti testimonianze di quella strage e lo sforzo di rinascere.
E poi un nuovo appuntamento con le interviste di “IACONA INCONTRA”.
“LASCIATI SOLI”, “LA STRAGE DI GARISSA”, sono un racconto di Riccardo Iacona con Giuseppe Laganà, Angelo Loy, Alessandro Macina, Elena Marzano, Marianna De Marzi, Massimiliano Torchia, Andrea Vignali e Tommy Simmons
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