Se vi capita, guardatevi il film di Michele Placido, 7 minuti: si basa su una storia vera, la lotta portata avanti da operaie francesi per difendere i diritti e le condizioni di lavoro.
Il film porta la storia nella provincia italiana, in una azienda tessile che da lavoro a circa 300 operaie, gestita in modo quasi familiare da due fratelli.
Azienda che è stata comprata da una multinazionale francese che si presenta ai vecchi padroni e alle maestranze, che temono licenziamenti e chiusura della fabbrica.
E invece: la manager francese, gentile e affabile, almeno ad inizio film, chiede una sola condizione: la rinuncia a sette minuti della loro pausa giornaliera.
Sette minuti chiesti per avere una maggiore produttivà.
Le 11 rappresentanti dei lavoratori hanno meno di due ore per decidere se accettare o meno l'accordo, consapevoli delle conseguenze: c'è tutto un mondo che viene fuori dal confronto, teso, tra queste donne.
Il ricatto del lavoro, perché tutte ne hanno un disperato bisogno: che la ragazza originaria dell'Africa che spiega che per lei, si può anche mangiare e lavorare assieme.
C'è un'altra donna che, poco prima, abbiamo visto chiedere l'elemosina al parroco per avere i soldi per i libri della figila.
C'è la neoassunta che, se perdo questo posto dove vado.
C'è la ragazza di origine albanese che ha subito molestie da parte del padrone (uso volutamente questo termine) e non può denunciare.
C'è la mamma con la carrozzina, per un incidente. Che poi si scoprirà essere un incidente sul lavoro, non denunciato perché così ha potuto mantenere il posto, come impiegata.
Fino a dove puoi spingerti nelle rinunce, per tenerti un posto del lavoro?
Sono solo 7 minuti, ma teniamo il posto, si dicono. Vogliono tutte dire di si, eccetto la loro rappresentante.
E invece.. mentre i capi e anche la manager francese aspettano la loro risposta, iniziando anche a spazientirsi, le donne iniziano a ragionare. A discutere.
Sono solo 7 minuti, in una pausa di 15 minuti complessiva.
Il confronto diventa uno scontro tra le operaie: si rinfacciano accuse, favoritismi, razzismi.
Emergono le paure.
Voi albanesi, voi romene siete venute qui e accettate qualsiasi condizione.
Il momento è quello che è, e siccome è quello che è possono chiederci qualunque cosa, tutto quello che vogliono, ma un pezzo alla volta..
Io posso benissimo mangiare mentre lavoro.. con una mano mangio con l'altra lavoro...
Sono solo 7 minuti, su 15 minuti di pausa. Che una volta era di 45 minuti, poi 30, poi 15...
Con una lettera l'azienda ottiene 7 minuti di lavoro in più, che fanno 900 ore di lavoro al mese, come se ci fossero altre operaie.
Assumere senza assumere.
La paura, il bisogno di sentirsi protette (dalla perdita del lavoro, ma anche da chi ti sta vicino, perché non puio fidarti di nessuno).
La paura è dappertutto.
Vorrei che questi film fosse visto, anche dai signori che disquisicono di lavoro (e di diritti, e di voucher, e di produttività) senza sapere nulla del mondo reale.
A proposito di produttività:
Per i risultati conseguiti nel 2016, Fiat Chrysler Automobiles ha premiato il suotop manager, Sergio Marc h i on n e ,con 10,6 milioni di euro. Per l’ad le inchieste americane ed europee sui veicoli diesel non hanno comportato evidentemente problemi.Ha percepito 3,6 milioni di stipendio (come nel 2015), 6,1 di bonus e poco più di 900 mila euro per altri compensi. Il presidente John Elkann ha incassato 2,4 milioni. Il manager italocanadese lascia al suo successore (ha detto di volersene andare nel 2018) diversi problemi oltre ai debiti. Delle inchieste avviate da una parte all'altra dell'Atlantico sembra ormai prossima alla chiusura solo quella in Germania. Dopo la denuncia da parte dell'Epa, l'Agenzia per la protezione ambientale Usa, il gruppo è indagato dall'autorità di Borsa, laSec, dal Dipartimento di Giustizia e dai procuratori generali di alcuni Stati. Il sospetto è che Fca abbia manipolato sulle emissioni (ipotesi respinta dal costruttore): nella peggioredelle ipotesi rischia fino a 4,6 miliardi di multa, oltre agli indennizzi. Con Donald Trump è però quasi una certezza che la sensibilità sui temi ambientali non sarà la stessa dell'Amministrazione Obama. Fca ha confermato indagini anche in Italia e Olanda, ene rischia una in Francia. Tutto questo non ha influenzato il maxi stipendio di Marchionne. Non èperò un caso isolato. In Germania il tema è esploso dopo i 12 milioni di buonuscita per 13 mesi di lavoro dati a Christine Hohmann Dennhard, la ex giudice costituzionale liberata da Daimler. Prima di essere costretto a dimettersi, Martin Winterkorn ne incassava 15 in Volkswagen. Dieter Zetsche di Daimler nel 2015 era risultato il dirigente più pagato delle 30 società quotate a Francoforte. Per il 2016 è stato quasi doppiato da Bill McDermott di Sap. Tra i paperoni dell'auto ci sono MaryBarra di Gm, (15,9 milioni) e Carlos Ghosn di Renault e Mitsubishi (16).Mattia Eccheli su Il fatto Quotidiano
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