Io sono l'Arcangelo Michele, che sto
sempre al cospetto del signore …
Liber de Apparitione, 2,36-39
Incipit
Il bambino si sveglio che aveva freddo, fame e sete. Non sapeva che ore fossero, come al solito là dentro. Era buio, sembrava sempre notte. Non sapeva chi lo teneva chiuso, e non capiva nemmeno perchè. Aveva fatto il cattivo, certo era per quello. Aveva smesso di sperare da tempo che mamma tornasse a prenderlo, non si ricordava nemmeno da quanto.
Arrivato all'ultima pagina del libro di
Giorgia Lepore (il
secondo con protagonista l'ispettore “Gerri” Esposito)
rimane una sensazione di inquietudine, come dopo aver attraversato
una stanza semi oscura che ci ha fatto intravedere forme paurose. Di
esserne uscito vivo, ma con quella sensazione di paura che rimane
addosso oltre la fine del racconto.
La stessa impressione rimasta dai libri
di Thomas Harris, come Il Silenzio degli innocenti, col
mostro e l'agente FBI che deve dargli la caccia, in questo caso un
mostro che rapisce i bambini per un suo rito.
Ma in questa storia non ci sono buoni
senza macchia che lottano contro il male: il protagonista si chiama
Gregorio Esposito, “Gerri”, e lavora come ispettore di
polizia alla terza sezione della Mobile, a Bari.
Del suo passato conosciamo assai poco,
e forse questo è un limite del libro, per la scelta dell'autrice di
buttarci dentro la storia senza nessun riassunto del suo passato.
Lo scontro a fuoco al termine di
un'indagine delicata, che non si è conclusa con l'arresto del
cattivo ma dove è rimasto gravemente ferito. Il coma, il rimaner
sospeso tra la vita e la morte e poi il risveglio.
Per tornare operativo dopo alcuni mesi
di convalescenza e trovarsi coinvolto in un caso che riguarda di
minori scomparsi: casi che erano rimasti in sospeso e che il
ritrovamento dello scheletro di un bambino, in un bosco in una
località vicina al santuario di San
Michele a Monte Sant'Angelo, fa riaprire. Per essere
inseriti in un'unica inchiesta in cui viene aggregata una funzionaria
dello Sco di Roma, Giovanna Acquarica, esperta di crimini contro i
minori.
Il gruppo di lavoro fa fatica ad
affiatarsi: Esposito è un poliziotto dal grande intuito ma abituato
a lavorare seguendo i suoi schemi, su carta, a fare di testa sua
senza rispettare troppo le gerarchie e le decisioni dei superiori,
come Marinetti, che nonostante tutto l'ha sempre protetto,
apprezzandone le doti nascoste dai suoi modi bruschi, coi cambi
d'umore, ai frequenti mal di testa, dovuti anche alla ferita al capo.
Ma la funzionaria di Roma, Giovanna, si
dimostra capace: capace nel gestire i rapporti coi genitori dei
ragazzini scomparsi, capace di portare avanti un'indagine delicata.
Dove oltre agli aspetti forensi, si
arriva ad indagare anche su alcuni simboli rinvenuti sullo
scheletrino: su questi viene interpellata una specie di strega, una
signora anziana, la mammana Angela:
«Ha idea di cosa possono voler dire questi simboli?»Scosse il capo e fece schioccare la lingua.«Ma l grott, a vit da uardà nta lli grott»«Cosa c'è nelle grotte?»«Quann j er piccnn, l piccnn na putvn scè ita lli grott. L grott so li port d l Infern»
Le
grotte son le porte dell'inferno.
E
in una di queste grotte si nasconde l'intrigo, che porta all'uomo che
parlava con l'Angelo e ai bambini rapiti, per arrivare fino a Monte
S. Angelo e al santuario di S. Michele.
“L'Angelo gli aveva assicurato che non era morto, e non doveva mettere in dubbio la parola dell'Angelo. Sua madre, quella santa, gli aveva detto di non dire che l'Angelo gli parlava. Non perché fosse una cosa sbagliata, ma nessuno avrebbe capito, nessuno avrebbe creduto, la gente era cattiva e solo lui, solo lui, era abbastanza puro da avere quel dono”.
Ma l'inchiesta sui minori è solo uno
dei filoni su cui si sviluppa il racconto: ci sono anche i
rapporti tra Gerri e le donne della sua vita, rapporti spesso
conflittuali terminati in pochi mesi.
Come quello con Lavinia, che pure
continua a mandargli sms. Claudia, la moglie del superiore, con cui
ha un rapporto quasi affettivo. Fino a Sara, la collega romana con
cui il rapporto si è interrotto forse troppo presto in modo brusco.
E ora Giovanna, il cui rapporto inizialmente conflittuale cambia man
mano che si conoscono.
Da dove deriva questa sua
conflittualità, questa sua incapacità nel creare delle relazioni
stabili che vengono consumate in modo bulimico, senza voler prendersi
delle responsabilità ?
Così come l'inchiesta andrà a
svilupparsi nei sotterranei del santuario, per arrivare a questi
perché dovremmo andare a scavare nel profondo della sua anima,
andando oltre le porte del suo passato. Delle porte che sbarrano i
ricordi in “compartimenti stagni” che Gerri si è
costruito come difesa.
La sua infanzia a Napoli, il collegio
dove è cresciuto, l'assenza di radici nel suo passato, oltre al
prete e alla suora che l'hanno allevato, l'essere stato abbandonato
tanti anni prima in un negozio ..
“Quell'uomo a volte le faceva paura, una paura profonda e inconfessabile, quando di colpo si trasformava in un estraneo, di cui non sapeva nulla e capiva ancora meno. Lo spaventavano le notti insonni, agitate, che cominciavano tardi e finivano troppo presto, gli incubi di cui non sapeva il contenuto, i mal di testa improvvisi e violenti, gli antidolorifici, le fisioterapie e la fatica che gli leggeva ogni giorno in faccia, gli sbalzi d'umore e gli scatti di nervi. Certo c'era stato l'incidente e la riabilitazione non era finita; ma sentiva che c'era dell'altro, e quel buio insondabile le faceva paura”.
L'indagine sui minori e l'indagine
(altrettanto complessa e dolorosa) sul suo passato (scatenata anche
dalle carte che gli fa leggere la funzionaria di Roma, come vendetta)
andranno avanti di pari passo e in queste l'ispettore Esposito si
lascerà coinvolgere in modo personale. Perché entrambe accomunate
dal dolore della separazione, la separazione dei bambini della madre.
“Eppure Marinetti lo sapeva, era quella la sua forza, quello che lo rendeva diverso dagli altri: era il fatto di vivere ogni caso come se fosse la sua vita a permetterglielo, e allo stesso tempo il motivo per cui non ne aveva mai avuto una e mai l'avrebbe avuta, probabilmente. E poi alla fine si sentiva come morto, svuotato, a tornare in quella casa spettrale che, diceva Sara, sembrava un obitorio”.
La scheda del libro sul sito di
Edizioni
e/o
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