29 settembre 2016

Il vecchio e il nuovo

Alla fine l'accordo e i miliardi per le pensioni è arrivato: la paura fa 90 (paura di perdere il referendum e la faccia), ma i miliardi trovati sono 6 per venire incontro ai problemi dei pensionati, di chi fa un lavoro usurante, di chi ha la minima, di chi vuole uscire prima.. Certo, la riforma Fornero non si tocca: toccarla sarebbe un problema per i conti e comunque ha consentito di alzare le percentuali dell'occupazione.

Chissà se non ci fosse stata la riforma: siamo maliziosi nel pensare che non avremmo visto governo e sindacati (quelli che ancora cercano di meterre i gettoni nello smartphone) attorno ad un tavolo? I pensionati votano, eccome.

Ora rimangono gli altri nodi: come i correntisti e obbligazionisti delle banche toccate dalla riforma e dal salva banche.
Ci sono poi anche gli altri correntisti che si troveranno di fronte aumenti dei costi per i loro conti, aumenti legati al salvataggio delle banche:
Undicimila obbligazionisti hanno perso i risparmi in ossequio alle norme sul bail-in, ma non sono gli unici a pagare il conto. Federsconsumatori e Adusbef rivelano che dal 31 dicembre, il Banco Popolare addebiterà ai suoi vecchi correntisti 25 euro da pagare sotto la voce: “Parziale recupero dei contributi versati al neo costituito Fondo nazionale di risoluzione”. Quello gestito da Bankitalia, che controlla i 4 istituti e a cui la quarta banca italiana ha versato 152,1 milioni. La seconda, Unicredit, dal primo luglio ha rialzato il canone mensile per i conti correnti tipologia MyGenius (Silver, Gold e Platinum) di circa 5, 7 e 12 euro per alcune “novità legislative e impegni regolamentari”, tra cui il Single resolution fund, il fondo europeo che può intervenire per evitare fallimenti bancari. La quinta, Ubi, in estate ha alzato i costi dei conti correnti di 12 euro (+60%) per coprire anche “il finanziamento del Fondo di risoluzione”. Messi insieme, i correntisti delle tre banche sono oltre 12 milioni. Il Codacons minaccia “raffiche di denunce” se sarà applicato il balzello. Secondo le associazioni dei consumatori, di recente si sono verificati diversi aumenti dei canoni, ma gli istituti negano una correlazione. Gian Maria Gros Pietro, presidente di Intesa (che ha alzato i canoni mesi fa) ha rassicurato: “Noi non lo faremo”.
Ma la macchina ha cambiato verso, gli indicatori ora hanno il segno più.
Chi ha visto l'altra sera Renzi da Del Debbio non ha potuto non pensare all'altro uomo delle promesse, della riforma liberale, delle libertà (soprattutto nei suoi affari).

L'uomo che voleva venderci il sogno del ponte, delle grandi opere, de l'Aquila ricostruita, delle new town, contro il fisco oppressore (specie per le sue aziende), contro i giornalisti impiccioni, contro i sindacati arroccati in difesa di principi e tutele sul lavoro ..



Ridevamo o ci indignavamo quando parlava del ponte sullo Stretto, di processi da bloccare (se non gli garantivano l'impunità) o da bruciare con la prescrizione, di tasse abbassate o del milione di posti di lavoro creati con la legge Biagi.
Forse oggi qualcuno riderà di meno, visto come siamo messi.

Di certo in molti hanno smesso di indignarsi.
A proposito, buon compleanno.

PS: "i voti di destra saranno decisivi per il referendum" - dice il presidente del Consiglio nell'intervista al Foglio.
Ogni tanto uno sprazzo di verità che spiega il perché il governo più di sinistra (e lo diceva di sé anche Berlusconi) abbia portato avanti politiche di destra.

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