14 settembre 2016

Su censure sociali (e oblio)

Mi ha fatto pensare la storia della ragazza di Napoli, suicidatasi dopo la gogna subita per un video finito in rete e sui social.
Un video che doveva rimanere privato.

Mi ha fatto pensare perché il suo avvocato aveva scritto a Facebook, chiedendone la rimozione, evidentemente invano.
Qui il diritto all'oblio c'entra poco: si tratta di immagini private, fatte girare senza consenso.

Mi fa pensare perché Facebook giorni fa aveva censurato la celebre foto della bambina vietnamita, ustionata dal napalm.


Ci sono cose che faccio fatica a capire.

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