Su l'Unità online potete trovare la smentita del portavoce del ministro per le Riforme (e con delega alle pari opportunità) sul suo viaggio in Sudamerica:
Da lunedì scorso la ministra per le Riforme costituzionali Maria Elena Boschi è in visita in Argentina, Uruguay e Brasile, un viaggio istituzionale che si concluderà venerdì 30 settembre. La ministra in Argentina ha incontrato il presidente del Senato Federico Pinedo, ha illustrato alla Camera argentina la riforma costituzionale approvata in Italia, ha avuto un incontro con il primo ministro Marcos Peña e con circa mille cittadini italiani per spiegare la riforma.Anche in Uruguay il programma è stato simile con incontri istituzionali e saluti alle comunità italiane.Ma per il Fatto Quotidiano e il Giornale c’è qualcosa di strano: il primo accusa la ministra di essere andata in Sudamerica a caccia di Sì in vista del referendum, mentre il secondo rincara la dose sostenendo che Maria Elena Boschi e il suo staff abbiano raggiunto il Sudamerica con un volo di Stato costato 300mila euro.Una bufala a cui risponde oggi la ministra attraverso una nota dell’ufficio stampa: “In merito a quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa si precisa che la missione in Sudamerica della ministra Maria Elena Boschi, come comunicato la scorsa settimana da questo ufficio stampa con una nota ufficiale, prevede numerosi incontri istituzionali in Argentina, Uruguay e Brasile. Al contrario di quanto scrive il ‘Fatto quotidiano’, si tratta di una missione istituzionale: infatti non è in programma nessuna iniziativa di partito”.O non hanno capito l'articolo o semplicemente non lo hanno letto.
Il fatto quotidiano ha scritto che il ministro era a caccia dei si al referendum: il ministro è andato in Argentina (e anche in altri paesi) per parlare della riforma costituzionale voluta dal governo (e imposta al Parlamento).
Non erano presenti, nei comizi, negli incontri, alle cene, esponenti del no. Dunque che cosa vogliono smentire all'Unità o al ministero?
Se fosse stato una missione istituzionale si sarebbe dovuta tenere lontano dal tema riforme (le banche, la crisi di MPS, il PIL che non cresce, l'emergenza profughi, il terremoto..):
“Quando siamo arrivati il nostro paese stava peggio, l‘economia era in crisi, dovevamo invertire la rotta. Era difficile scegliere le priorità, abbiamo quindi deciso un programma di riforme a 360 gradi” ha raccontato. Poi ha tolto il vestito istituzionale e ha indossato quello da campagna elettorale: “Siamo sulla buona strada, ma non va ancora bene come vorremmo. Per avere un paese che funziona meglio abbiamo deciso di rivedere la nostra Costituzione” è stata la premessa. Poi l’affondo: “E’ un referendum decisivo, potete decidere se cambiare il nostro Paese votando il Sì, o se lasciare le cose come stanno votando No”. E ancora: “Non si vota per cambiare i principi o i valori fondamentali della nostra Costituzione, né per dare più potere al governo o al presidente del consiglio” ha detto la Boschi, che ha ricordato una per una le tematiche su cui si vota, tutte scritte “in modo molto chiaro e molto semplice” nel quesito referendario. Fine. Applausi. Luci accese in platea: la Boschi va. Saluti, strette di mano e immancabili selfie. Una sorta di Leopolda in salsa argentina.
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